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Anno VI num 11/12 __________________ Pagina 18 - Filosofia


Anno VI numero 11/12 - nov/dic 1997 - pagina 17


RELIGIONE


Islamismo

 

Maometto fu il fondatore dell’Islam. Egli, figlio di una famiglia di mercanti, attraverso i suoi numerosi viaggi carovanieri conobbe da vicino le condizioni di vita del suo popolo. La Società araba del VI Sec. era carica di fermenti sociali e tutt’altro che priva di rapporti culturali e religiosi con le regioni vicine. Alcune tribù arabe alle frontiere bizantine o persiane erano state convertite al cristianesimo, in forma monofisita o nestoriana. Altri arabi si erano convertiti invece all’ebraismo ed i loro nuclei si trovavano specialmente nelle oasi e a Medina. La maggior parte del popolo arabo era ancora allo stadio di un paganesimo idolatrico assai primitivo; comune alle differenti tribù era la venerazione per Allah e per la pietra nera conservata a la Mecca presso la Kaaba. Maometto fece leva su questi elementi comuni e con il suo insegnamento religioso contribuì ad unificare le diverse tribù arabe attorno ad un’unica religione.

Egli ebbe intense esperienze mistiche legate alla rivelazione del Corano, che per comando dell’Arcangelo Gabriele egli doveva "recitare". La predicazione del profeta provocò la reazione dei commercianti della Mecca che lo costrinsero a fuggire e a cercare rifugio nella città di Yatrib, che prese successivamente il nome di Medina.

Il 622 d.C., data di questa migrazione forzata segna l’inizio dell’islamismo. Nella città di Medina il movimento islamico assunse la forma di comunità politico-religiosa sempre più distinta e contrapposta al cristianesimo e all’ebraismo; parallelamente, la rivelazione coranica prese carattere di vera e propria legislazione al fine di affrontare i problemi connessi alla vita della nuova comunità.

La forza motrice dell’islamismo risiede nella combinazione dell’elemento religioso con quello politico-organizzativo. Maometto riuscì ad unire il suo popolo sotto le leggi del Corano; attraverso la guerra santa condotta contro tutti gli infedeli, già alla sua morte, gran parte della penisola arabica era stata unificata. Presto l’Islam rivelò il suo carattere spiccatamente guerriero, chiunque cada in battaglia è certo di andare in Paradiso. La guerra santa contro gli infedeli è un dovere religioso, i miscredenti debbono essere eliminati con la forza o, se si sottomettono, possono essere lasciati vivere, purché paghino un’imposta per il sostentamento dei guerrieri musulmani.

La Dottrina

L’islamismo è considerato uno dei monoteismi più rigorosi, poiché afferma chiaramente l’esistenza di un unico Dio, Allah, trascendente, eterno, sussistente creatore del mondo e dell’uomo; a lui si deve obbedienza, rispetto e devozione. Il fondamento della fede di un mussulmano è quindi la professione di fede: "Allah è l’unico Dio e Maometto è il suo profeta". Maometto, nonostante il grande rilievo, resta sempre un uomo, un profeta scelto da Allah.

Il mussulmano crede in un mondo ultraterreno in cui ci sono gli angeli, spiriti, demoni contrapposti agli angeli e GINN (spiriti invisibili che possono essere benevoli o ostili all’uomo).

Il credente ha numerosi doveri verso il suo Dio, primo fra tutti, la preghiera. Inizialmente la preghiera veniva fatta rivolgendosi verso Gerusalemme, poi in direzione de la Mecca. Nel Corano sono espressamente prescritte tre preghiere quotidiane, ma nei commentari successivi alla morte del Profeta si prescrivono cinque preghiere obbligatorie al giorno.

Prima della preghiera il fedele deve purificarsi compiendo abluazioni. La preghiera più importante è quella del venerdì a mezzogiorno che viene fatta in comunità nella Moschea e comprende anche un sermone.

I credenti sono invitati al rito dal Muezzin che, durante la giornata, negli orari stabiliti, dall’alto del minareto raduna i fedeli.

Il Corano prevede il mese del digiuno Ramadan per ricordare la vittoria di BADR del 624 d.C. molto importante per l’inizio dell’espansione islamica, ma soprattutto perché in questo mese si celebra la rivelazione dell’arcangelo Gabriele a Maometto. Tutti gli adulti durante questo periodo si astengono dal mangiare e dal bere durante tutto l’arco della giornata; la notte è possibile ristorarsi. L’astensione comprende anche l’uso di tabacco, di profumo e di rapporti sessuali. Soltanto i malati e coloro che sono in viaggio sono esentanti da questo dovere.

Chi interrompe il digiuno ha l’impegno di recuperare prima possibile la giornata nel mese successivo. Insieme alla pratica penitenziale bisogna impegnarsi nella lettura e nella riflessione sui testi del Corano.

Altro dovere del fedele mussulmano è l’elemosina; dare ai poveri parte delle proprie ricchezze è un atto meritorio ed espiatorio delle colpe.

Punto fermo della dottrina islamica è anche il pellegrinaggio che il fedele deve compiere, almeno una volta nella vita, nella città di la Mecca, a meno che non sia fisicamente impedito o indigente. Molti sono i riti che accompagnano questo pellegrinaggio: purificazione, itinerari da percorrere, circuambulazione per sette volte della Kaab,...

Questi sono, schematicamente i capisaldi e i principali doveri a cui si deve sottomettere il fedele. Il Corano insegna anche che tutto quanto esiste è stato creato da Dio dal nulla e che ogni uomo sarà sottoposto al giudizio divino e la sua anima, immortale, riceverà il premio o la perdizione eterna; vi sarà la resurrezione dei corpi e il giudizio universale.

Maria Rosaria Minotti