Anno VI
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Anno VI numero 11/12 - nov/dic 1997 -
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LE RUBRICHE "CON" I LETTORI
Dal mondo del Lavoro
Nellultimo periodo il legislatore ha moltiplicato le iniziative a sostegno
delloccupazione. Il cosidetto "pacchetto Treu" ha aggiornato alcuni
istituti già presenti nel nostro ordinamento, come lapprendistato ed i contratti di
formazione ed ha introdotto nuovi strumenti per favorire linserimento nel mondo del
lavoro, come le borse di lavoro ed il lavoro interinale.
Delle borse di lavoro abbiamo trattato in precedenza, anticipandone contenuti e
potenzialità successivamente confermate dal positivo riscontro ricevuto sia dai giovani
che dal mondo imprenditoriale.
Il lavoro interinale costituisce senza ombra di dubbio una novità assoluta nel
complesso panorama della legislazione sul lavoro e, per certi aspetti, sancisce una svolta
rispetto allimpostazione seguita finora nella regolamentazione del rapporto di
lavoro subordinato.
Da quando si è ventilata lipotesi di introdurre il lavoro interinale tra
gli istituti che disciplinano il rapporto di lavoro, si sono registrate opinioni
contrastanti tra: studiosi della materia, parte del sindacato e rappresentanti
dellimprenditoria.
Cerchiamo di analizzare le divergenze e di sintetizzare le posizioni delle parti. Il
lavoro interinale viene crudamente definito lavoro in affitto dai suoi detrattori,
in quanto consente alle aziende bisognose di manodopera di "approvigionarsi" di
lavoratori senza osservare la procedura ordinaria prevista dalle leggi sul collocamento,
passando per il tramite di agenzie private che selezionano ed offrono lavoratori
qualificati anche per periodi limitati di tempo.
Parte del sindacato e dei lavoratori affermano pertanto che il lavoro interinale
costituisce una minaccia alla sicurezza ed alla stabilità del rapporto di lavoro, in
quanto introduce unulteriore forma di precariato per cui il lavoratore viene
utilizzato solo alla bisogna, fermo restando che al cessare delle necessità
dellazienda utilizzatrice, questi viene rispedito allagenzia che lo ha
reclutato.
Un altro appunto viene mosso riguardo alla presunta similitudine con lappalto di
manodopera, finora vietato e perseguito dal nostro ordinamento giuslavoristico.
Gli imprenditori, da tempo fautori di una maggiore liberalizzazione e flessibilità del
mercato del lavoro, evidenziano i fattori che ritengono positivi, sottolineando che il
lavoro interinale offrirà a donne, giovani e disoccupati lopportunità di accedere
più facilmente ad unoccupazione. Ciò in quanto le aziende, svincolate
dallobbligo delle assunzioni a tempo indeterminato, saranno invogliate a creare
maggiori opportunità lavorative, anche se saltuarie.
E opinione diffusa che, pur di usufruire di queste maggiori occasioni di lavoro,
occorrerà sacrificare la stabilità delloccupazione, rimuovendo il concetto di posto
fisso, tanto radicato nella nostra cultura.
Vista la sostanziale divergenza delle posizioni, era legittimo aspettarsi che il
legislatore analizzasse lungamente i possibili riflessi sociali ed economici legati
allintroduzione di uno strumento normativo cosÏ innovativo e controverso. Ci si è
orientati infine verso la costruzione di un modello italiano di lavoro ad interim,
utilizzando anche le esperienze positivamente maturate in altre nazioni ove questa forma
è ampiamente sperimentata e coinvolge annualmente diverse centinaia di migliaia di
lavoratori.
Proprio in virtù della maggiore esperienza nel settore, molte delle agenzie di lavoro
interinale che si stanno costituendo in queste settimane in Italia sono emanazioni di
multinazionali straniere che operano già da anni in Europa e negli Stati Uniti.
Ad ogni modo, la legge che introduce il lavoro interinale nel nostro ordinamento ha
cercato, come spesso accade, di mediare le esigenze delle parti in causa, aumentando il
livello di flessibilità del rapporto di lavoro pur cercando di non andare a scapito dei
diritti del lavoratore.
E stato pertanto istituito un Albo delle imprese di lavoro interinale, le quali
potranno operare dal 1998, rispettando adeguati criteri di solidità patrimoniale e
diffusione sul territorio stabiliti dalla legge. Le aziende dovranno infatti essere
presenti almeno in quattro regioni e disporre di un capitale di un miliardo. Dovranno
versare 700 milioni a titolo di deposito cauzionale per i primi due anni di attività ed
alimentare un fondo per il finanziamento di iniziative di formazione professionale a
favore dei lavoratori temporanei, pari al 5% della retribuzione loro corrisposta.
La disciplina del lavoro interinale, così come è stata introdotta in Italia, al
momento si differenzia per alcuni divieti di applicazione rispetto a quanto attuato
allestero: da noi il lavoro temporaneo non potrà essere adottato per assumere i
lavoratori con le qualifiche più basse, ed è vietato nelledilizia ed in
agricoltura. Ovviamente ciò costituisce un freno alla diffusione di questa nuova forma di
occupazione, in quanto esclude a priori una larga fascia di soggetti potenzialmente
interessati dallargomento. Ad ogni buon conto, prima di poter giudicare gli effetti
sortiti dallintroduzione del lavoro interinale, occorrerà attendere un congruo
periodo di tempo necessario allentrata a regime della legge e dei relativi
regolamenti attuativi, tuttora in via di emanazione.
Guida al fisco
Dal 1 gennaio 1998 entreranno in vigore una serie di nuove disposizioni fiscali che, a
vario titolo e misura, ci riguarderanno tutti. Innanzitutto dovremo misurare i nostri
redditi con le nuove aliquote dellImposta sulle persone fisiche (Irpef) e con la
nuova articolazione dellattuale sistema delle detrazioni.
Le nuove aliquote saranno cinque, e sostituiranno le sette attualmente esistenti. La
nuova curva Irpef si articolerà come segue:
milioni di reddito aliquota
fino a 15 19%;
da 15 e fino a 30 27%;
da 30 e fino a 60 34%;
da 60e fino a 120 40%;
oltre 120 45%.
Il sistema in vigore attualmente e fino al 31 dicembre, comprende invece
unaliquota minima del 10% ed una massima del 51%. La forbice è stata quindi
sensibilmente ridotta, apparentemente a vantaggio dei redditi più elevati.
Ad un primo approccio sembra infatti che il Fisco voglia accanirsi contro i
contribuenti meno abbienti, raddoppiando quasi laliquota che colpisce i loro
redditi, premiando invece i più facoltosi per i quali la nuova articolazione dovrebbe
consentire sensibili risparmi di tasse!
Il condizionale è dobbligo perché i tecnici del Ministero delle Finanze
assicurano che ciò non avverrà per almeno due motivi:
1) per lestensione della fascia di reddito colpita dallaliquota più bassa,
che passa dagli attuali 7,2 milioni di reddito ai 15 previsti dalla nuova
regolamentazione;
2) per linnalzamento delle detrazioni dimposta per coniuge e figli a
carico, calibrate in maniera da controbilanciare laumento dellimposta lorda.
La detrazione relativa al coniuge a carico diminuirà con il crescere del reddito,
partendo da un massimo di 1 milione per redditi fino a 15 milioni, fino a scendere a 400
mila lire per coloro che conseguiranno redditi superiori a 60,6 milioni. Per ogni figlio
sono invece previste detrazioni nella misura unica di Lit. 408 mila, da ripartire tra i
genitori in base allonere sostenuto per il mantenimento.
Qualora la detrazione spetti ad un unico genitore, questa sarà pari a Lit. 504 mila.
Contrariamente al passato, non si potrà più beneficiare della detrazione in misura
doppia qualora anche laltro coniuge sia a carico.
Anche le detrazioni per lavoro dipendente sono state riviste ed articolate in 17
scaglioni decrescenti in funzione del variare del reddito, per cui la misura della
detrazione scenderà da Lit. 1.710.000 per i redditi più bassi fino ad arrivare alla
detrazione minima di Lit. 100.000 per i redditi più alti.
E stato ampiamente assicurato che leffetto complessivo di questa revisione
non dovrebbe portare ad aumenti di gettito, ma servirà sostanzialmente ad equilibrare
maggiormente il sistema impositivo.
Altre novità riguardano le detrazioni per oneri, ridotte dallattuale 22% ad un
risicato 19%.
Per quanto concerne il contributo straordinario per lEuropa, meglio noto come
Eurotassa, sembra che il promesso rimborso avverrà dal 1999 e solo per il 60%
dellimporto versato dai cittadini. Al momento si presume che detto rimborso potrebbe
avvenire attraverso un meccanismo di crediti dimposta o mediante sottoscrizione di
azioni di aziende in via di privatizzazione.
Prossimamente ci occuperemo anche dellIRAP e delle altre novità introdotte nel
nostro sistema fiscale.
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