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Anno VII num 5/6 __________________ Pagina 14 - I Nostri paesi


Anno VII numero 5/6 - maggio/giugno 1998 - pagina 13


I NOSTRI PAESI


Monte Compatri chiama Calahorra

Una via per l'Europa

Sabato 2 Maggio alle ore 11 si è tenuta a Monte Compatri una riunione che non esitiamo a definire storica: nella gremita Sala Don Bassani, il Consiglio Comunale in seduta pubblica ha solennemente proclamato e sancito la propria volontà di gemellare la nostra città con quella Spagnola di Calahorra, secondo lo spirito e i regolamenti dell’Unione Europea.

E’ stato il primo passo ufficiale verso il gemellaggio vero e proprio, che verrà ratificato e festeggiato a Monte Compatri nel mese di Ottobre di quest’anno. Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato il Sindaco (“Alcade”) di Calahorra, don Javier Pagola Saenz, accompagnato da una delegazione ufficiale costituita da Consiglieri Comunali e da membri della Commissione preliminare per la realizzazione del gemellaggio. Per Monte Compatri erano presenti il Sindaco Franco Monti, il Consiglio Comunale al completo, il Segretario Comunale d.ssa Rosa Mariani, i membri della Commissione preliminare omologa di quella spagnola, tra i quali il nostro direttore Domenico Rotella. Numerosi gli ospiti di riguardo, tra i quali segnaliamo S. Ecc. Mons. Giuseppe Matarrese Vescovo di Frascati, padre Giovanni Strina postulatore della causa di beatificazione di p. Giovanni di Gesù Maria, Madame Anne De Barsy che più di tutti ha fortemente voluto e perorato la causa del gemellaggio, Paolo Rinelli priore del conv

ento di S. Silvestro che ospita le spoglie del Venerabile e nelle cui sale si è poi tenuta una cordiale agape fraterna. Altre autorità civili, militari e religiose onoravano altresì con la loro presenza la vasta e qualificata platea. Come già detto, questo è stato il primo passo ufficiale verso il gemellaggio, poiché la fase successiva vedrà un analogo incontro a Calahorra il 29 Agosto: le norme europee, infatti, prevedono che le delegazioni delle città interessate abbiano almeno due incontri preliminari ufficiali prima dell’atto formale.

La nostra città era ormai una delle poche, nella cinta castellana, a non vantare un gemellaggio europeo, ma non c’è dubbio che la scelta è stata la più significativa possibile: Calahorra e Monte Compatri sono intimamente unite dalla meravigliosa figura del Venerabile p. Giovanni di Gesù Maria, che ebbe i natali nella città spagnola ma operò ardentemente tra i Monticiani. La causa ecclesiale di beatificazione, che precede di qualche tempo la solenne proclamazione in S. Pietro, si chiuderà il 23 Ottobre prossimo, ma anche senza la consacrazione canonica la devozione popolare monticiana ha da sempre rivolto le sue orazioni a “lu beatu Giuvanni”. Va poi detto che un ulteriore rafforzamento simbolico di questa unione si può trovare nel vocabolo spagnolo che equivale il nostro “gemellaggio”: i nostri amici iberici parlano infatti di “hermanamiento” (affratellamento), dando così un senso ancor più profondo ed emozionale all’intera operazione. Dalla scheda di presentazione che abbiamo preparato su

Calahorra, pubblicata qui accanto, si possono ricavare altri elementi significativi di comunanza: è una città collinare, con una buona tradizione vinicola; e se la fiera Calahorra ha contribuito alla gloria di Roma coi suoi figli migliori, Monte Compatri offre da sempre alla Città Eterna la corona delle sue alture boscose. Sulla nostra via per l’Europa non potevamo trovare un migliore compagno di viaggio.

La redazione


Scheda su Calahorra

Cittadina di circa 19.000 abitanti nella Spagna centro - settentrionale, regione storica della Vecchia Castiglia. Amministrativamente appartiene alla provincia di Logrono, regione di La Rioja. Sorge a 358 m d’altitudine sulla sinistra del fiume Cidacos, presso il suo blocco nell’Ebro. E’ Sede vescovile, soggetta al metropolita di Pamplona e Tudela. Antichissimo insediamento preromano, si chiamò Calahuria poi prese il nome latino di Calagurris, a cui Giulio Cesare - che ne curò la riedificazione - - fece aggiungere il suffisso “Julia”. Diventa municipio romano, ebbe il privilegio di battere moneta propria. Per la sua posizione altamente strategica (sita su una collina, domina la valle dell’Ebro) fu al centro di numerosi fatti d’arme e di lunghi assedi: da Annibale a Pompeo, fino alle guerre carliste nel 1834. I re di Lèon concessero a Calahorra particolari diritti e libertà municipali (“fuero”) con Alfonso VII, ai quali Alfonso X il Saggio aggiunse nel 1225 altri privilegi. Non è dunque un

caso che nello stemma civico compaia la definizione di “nobilissima e fedelissima città.”

Tra i monumenti di maggior interesse si citano le vestigia romane dell’acquedotto e del circo, il palazzo vescovile e la Cattedrale, costruita sul luogo del martirio dei SS. Emeterio e Celedonio, poi divenuti i patroni della città.

Le principali attività economiche si basano sull’agricoltura: molto rinomati sono i prodotti ortofrutticoli, i quali hanno dato origine nello stesso luogo a numerosi stabilimenti di lavorazione e trasformazione. Si coltivano i cereali, ma alcuni anni fa si sperimentò anche la coltura del riso. Si produce un vino di buona qualità, in sintonia con la tradizione specifica della regione di La Rioja a cui appartiene. Un’attività di rilievo è anche rappresentata dall’allevamento di bestiame (bovini, ovini, caprini) e di cavalli.

Oltre al Venerabile padre Giovanni di Gesù Maria, Calahorra annovera altri figli illustri: Quintiliano, uno dei massimi esponenti della cultura latina, e il poeta Prudenzio. Marco Fabio Quintiliano (I° secolo d.C.) nacque nella città iberica ma studiò a Roma, ove divenne celebre oratore, avvocato e letterato. Fu maestro di Plinio il Giovane e forse di Tacito, nonché precettore di famiglia per Vespasiano e Domiziano. Insigne modello di eloquenza, Quintiliano fu un continuatore dell’opera di Cicerone in chiave più moderna, tanto da influenzare concretamente le scuole di pensiero delle età successive.

Aurelio Prudenzio Clemente visse invece nel IV secolo d.C. e fu forse il più grande tra i poeti latini cristiani. Autore di poemi religiosi di alta spiritualità, fu nel Medioevo che la sua fama giunse all’apice di una enorme popolarità.

La Redazione