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Anno VII num 5/6 __________________ Pagina 20 -Fotografia


Anno VII numero 5/6 - maggio/giugno 1998 - pagina 19


L'ANGOLO DELLA POESIA


       Insieme

      Se di notte

      verrò da te

      ubriaca di desiderio e di speranze,

      non guardarmi con occhi severi,

      ma coinvolgi la tua mente

      nella dolcezza di un bicchiere di vino.

      Viaggeremo insieme

      tra viticci e germogli

      cercando la via più lunga

      per tornare a casa.

      Valentina Gerardi

 


 

      Immobile l'impala

      dal gemito piatto....

       

      COME FOGLIE SECCHE

      SI SBRICIOLANO LE IDEE MIE,

      SEMPRE QUELLE.

      L’ ALBA DEI GERMOGLI TARDA ANCORA.

      CHE BUIO,

      CHE NIENTE,

      NON MI SERVONO ADESSO.

      SEMBRAVO L’INIZIO, INVECE NO.

      Monica Iani


      Vendemmia d'artri tempi

       

      Fra serve de conocchie incannucciate

      c'è un dondolà de foie e d'uva ar vento

      er sole coce e te matura lento

      er grappolo dorato nell'estate.

       

          Ecco l'ottobre e dentro ste giornate

          dar piano ar colle è tutto un movimento

          de muli de bigonzi e a cento a cento

          canti a dispetto e mille stornellate.

           

      Bacco dorato entra nelli tini

      er mosto bolle er vignarolo sgama

      fra no' sciame de vespe e de moschini.

       

          Suda la botte corca ner tinello

          l'oste a novembre la fraschetta ingama

          er vino piscerà dar caratello.

       

      Er contadino in questa pace cheta

      se mette brillo e canta da poeta

      e quanno canta e incoccia er verso bello

      la rima la dipingne cor pennello.

      Mario Vinci di "B" 


      La morte del cigno

       

      Nella rappresentazione della morte

      godo delle sensazioni della vita.

      Angelo Bisegna 


      Città d'Oriente

       

      Città d'Oriente ricca di suoni di colori e lamenti

      camminavo per le tue strade priva di tormenti,

      davanti a me scure caviglie tintinnanti

      trecce ondeggianti, veli svolazzanti, sik coi turbanti,

      ma ad un tratto l'angoscia mi afferra il cuore

      cadaveri al sole,

      poveri ad elemosinare,

      malati a boccheggiare,

      lebbrosi ad invocare ed io ad osservare.

       

      Angela Simonetti


      All'angelica signorina

       

      Inatteso, il perpetrar degli occhi tuoi cadore

      fra l’essenze d’un roseto ch’ispira l’anime a pargoleggiar

      dolce visione del firmamento inflesso nel solingo mar

      onde due, cadenti stelle, stillano desii d’amore amore.

      Patrizio Ciuffa, da “Odi acerbe”


 

      Spacchiamo il culo ai passeri

       

      Spacchiamo il culo ai passeri

          è importante credere

          di poter rovesciare tutto

      nobili, nobilissimi

      giusti e solari.

       

      Necrosi stanca

      acari nel lettodella stanza in ombra, viziata.

       

      Siamo sempre noi

                    ed è bello

      debolezza, datità.

      E’ legittimo.

      Gaio La Porta


      Il sabato del Vivaro (satira)

       

      La donzelletta batte la campagna

      in sul calar del sole;

      già si è fatta con l’erba, e reca in mano

      un mazzolin dì rose e di viole

      onde, siccome suole,

      ornare ella si appresta

      chi, con la mano lesta,

      le tasta il petto e il crine.

      Siede con le vicine

      sul ciglio, ad adescar, la bricconcella,

      e ammicca a te, mentre si perde il giorno;

      e intanto riede alla sua porca mensa

      fischiando il protettore

      e seco pensa a quanto avrà incassato.

      Francesco Barbone 

 


 

      De maggio

       

      Stò maggio piove.

      La mattina presto, appena svejo

      er sole te saluta,

      poi piano piano ‘na nuvola, poi ddue

      poi n’antra ancora;

      e dopo er pranzo

      quanno che voj sortì pe’ riscallatte

      attacca a piove

      e ppoi continua e ciarifà,

      che te pare de esse tornati a ottobbere,

      o ggià de stacce.

      Puro li toni ce se metteno

      e so’ gajardi

      e se fa buio.

      Ma poi s’azzitta,

      e si la sera provi a annà fori de casa

      che senti meno freddo su la pelle

      arzi l’occhi e vvedi luna stelle,

      te dichi drento

      e poi stai muto:

      “Mo ce lo sò

      che maggio è arivenuto”.

      Andrea Bellati


       

      Albero

       

      Il vento, la pioggia, e il gelo

      hanno portato via

      tutte le mie foglie,

      le mie speranze,

      le mie amiche,

      le mie fonti di vita.

      Una soltanto, ingiallita e arricciata dal tempo

      è rimasta a farmi compagnia.

      Ma sa bene che dovrà cadere e lasciarmi per sempre.

      Vorrebbe lottare contro l’impossibile

      per rimanere aggrappata a me

      e non lasciarmi mai.

      Vento, pioggia e gelo

      fate scaldare dal sole

      questa povera foglia.

      Lasciatela illuminare,

      cercando di non farla cadere...

      Poi, dopo sette giorni la foglia cadde...

      lasciandomi per sempre.

      Marianna Bettini


 

       Sarò?

       

      bella, nonostante il freddo che ti porti dentro,

      sorridente, raggiante, nonostante il buio che ti pervade,

      come una stella nello spazio vuoto, infinito, inevitabile.

      dolce, nonostante la durezza della realtà che ferisce la vita come una lama di ghiaccio,

      vera come una montagna,

      capace ancora di credere, e di sorridere, nonostante il correre degli anni,

      sorriso immortale che neanche il tempo può scalfire,

      chi mai risponderà al tuo incrollabile atto di fede?

      chi sarà all’altezza di scaldare le tue mani?

      Paolo Cappai


       

      "Il destino"

       

      Quando ti senti triste, avvilito

      devi reagire, lottar con costanza,

      pur se ti sembra il tutto finito,

      credendo perduta ogni speranza.

       

        La realtà a volte è sprezzante.

        Sia che tormenti l’amante tradito

        o colui, oltremodo esultante,

        poi disilluso: disfatto, contrito.

       

      Mète mancate per assurdi rinvii,

      proponimenti nel nulla svaniti,

      desideri anelanti.... rimasti pii,

      sublimi ideali: brutalmente feriti.

       

        Soprusi subiti: piaghe scottanti,

        brame gioiose nel cuore sopite,

        aride poi, come aiole sfiorite,

        fiori dissecchi.... macerie fumanti.

       

      Ceder giammai all’avverso destino,

      se verso di te non più generoso

      se ogni ambizione ti gela persino

      rendendo il tuo far assai oneroso.

       

        Orsù! Non sempre rivelasi ingrato,

        se sa donarti una buona giornata:

        sia essa l’olezzo d’un fiore sbocciato,

        od il sorriso della donna adorata,

        l’affetto di chi ti vuol bene davvero...

        la lealtà dell’amico sincero.

       

      Or non più mesto, ti senti appagato,

      meraviglioso è tutto dintorno:

      brillante orizzonte, cielo stellato....

      soave armonia ti par il disadorno.

       

        Niente più “ombre”.... avanzi sicuro

        l’avversità per incanto è sparita,

        con vivo ottimismo affronti il futuro....

        il peggio è passato: sorridi alla vita!

        Luigi Cirilli