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anno VIII n. 9 - settembre 1999

  

 L'ANGOLO DELLA POESIA

Profughi
Pensieri strappati dal vento,
polline disperso sui prati
insieme alla cenere delle battaglie
accompagnano i passi
lungo il profilo della collina.

Gli alberi circondati dalle fiamme
gemono, si divincolano,
imprecano, invocano invano
come una bocca secca
orfana delle parole.

La forza di un sorriso triste
abbaglia il riflesso di un viso,
la pietà sposa del silenzio
avanza seguita dal corteo nunziale
di ombre, promesse e sospiri.

Le ombre degli avi prigioniere
tra la necessità di una nascita
e la volontà di una creazione
seminano sassolini nelle vene
percorrendo costole e vertebre.

Latte che scorre nel grembo della notte,
pallottole che fioriscono
nella traiettoria del sogno
camminano con la luce alle spalle
piegati a raccogliere i passi perduti.
Lorenzo Pompeo

 

Non badare alla luna
Non badare alla luna che ti segue.

Tra alberi e case,
pensieri e desideri.

Per le vie silenziose della notte
che trema stelle e grilli
in cielo e in terra
a fare l’Estate.

Non fermarti con lei
cammina insieme
e pensa quello che vuoi.

Un tetto, un platano, un muretto
e poi un’altra luna.
Angelo Gabrielli

 

La vita nuova
Immerso nella palude torbida dell’angoscia,
sospeso
tra il fango melmoso dell’atavica paura
e il cielo plumbeo di una falsa trascendenza,
sento che non c’è più scampo per me,
eppure so
che sotto l’odiato fango
si muovono le correnti cristalline della vita nuova,
i fermenti di un vero me saggio e concreto
vogliono affiorare
ma ancora non trovano la strada.
Paolo Cappai

 

Spartiacque uterino
La vita è come una donna. Va solo chiavata.
Se te ne innamori… non ti lascia più
scampo!
Lupi mannari. Fradici. Affannati. Occhi (sicu-
ramente) rossi & sapienti famelici & polimate-
rici.
Assalto alle gambe alle braccia ai reni…
… alla lingua…
… entrano… riducono la loro massa corporea
a fasci di luce grigia inconsistente…
… penetrano nelle cavità intercomunicanti di
un corpo maledettamente stanco...
… apocalitticamente… sconfitto!
La voce sfrutta un meccanismo di autodifesa
innocente. Non pretendo salvezza.
Non aspiro a successi esistenziali che
non potrò neanche defecare in santa pace.
Il limite di tutte le esperienze è
parte integrante (forse inconsapevole)
della visionaria ma esaltante concomitanza

di eventi socialmente appaganti.
La società è un limite.
Tutto è un limite…
… Io… sono un limite.
Marco Maiorano xxii/vi/mcmxcvii

 

Il macaone
Flette, chiude le ali, macaone fantastico, l’ho visto
morto
        a libro chiuso.
                              Dietro nessuna immagine,
né lo penso ragazzo con la cresta di gallo sopra
lucido cranio. Lo facciamo
                                          di verso, protasi
(o deltaplano) d’ali, (precipitato) o altro gioco
semantico, regista Cavani.
                                          Se n’è andato, non c’è
cambio di guardia. Ricordo lo splendido gioco
(la vita è ferita, qui, da due colombe che non tubano),
gli angeli impertinenti con l’ombelico nudo.
Non si prova dolore, la si scambiano… se mi piacesse
il suo, così serio, fidato che non mi avrebbe lasciato,
forse. Il mio dice sempre: «Il bello conta!» Teme che Dio
lo sprofondi, oscuramente pensando che sia più bello

di Lui.
          Precipitato
                            nel buio,
                                          perso.
Maria Grazia Lenisa

 

I pastori verranno…
I pastori verranno, senza gregge,
ma come di lana, come di nuvole,
nella notte. Li illuminerà la luna.
Verranno a benedirti, a prostrarsi,
senza umiltà o grandezza.
Semplicemente loro, alla mangiatoia.
Nicola D’Ugo (da Poesie nizzarde)

 

Datemi
Un prato d’erba folta
per riposare i miei pensieri stanchi
il sorriso di un bimbo
per asciugare le mie lacrime
il cielo stellato di una sera d’estate
un forte braccio cui appoggiarmi nel cammino
una sorgente per dissetare
questa mia sete d’amore.
Anna Peppoloni

 

  
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