ARCHEOLOGIA
Proswpon, Fersu, persona
Fer, l'Uomo come maschera (seconda parte)
di MARIO GIANNITRAPANI
La connotazione scenica del «gioco» spiega il significato di «maschera
teatrale», nel latino persona, poi da Tertulliano reso (con valenza trinitaria)
con letimo upostasis (ipostasi), derivato da un facilmente
ricostruibile vocabolo etrusco phèrsuna, cioè «appartenente al Phersu», il
quale proprio nella maschera aveva il suo elemento caratterizzante; proprio
nellantico irlandese il termine che designa luomo è Fer, il quale
deriva da wiro-s, fir, ossia «delluomo», da wir-i. In questa
premessa (cfr. I parte), senza avere necessariamente alcun crisma glottologico, è dunque
possibile scorgere lantichità dellidea che sottende la raffigurazione celante
un significato profondo dellio dietro la semplice iconografia pittorica. La maschera
nella sua valenza originaria era tale per aver qualcosa di «tipico, non- individuale,
specie quando si trattava di maschere divine».4
Così anche molto interessanti sono le immagini frequenti in tutto larco della
paleostoria di molteplici uomini raffigurati mascherati in contesti magici e rituali.
Dalle famose pitture paleolitiche di grotta dellAddaura (Sicilia individui
mascherati con protomi duccello), allestrema varietà nellarte sahariana
delle teste rotonde fino alle figure cornute della grotta di Porto Badisco (Puglia) e alle
numerose maschere cultuali dellEuropa neolitica sud-orientale (immagini di dea e
dei)5. Ma è soprattutto lantichità
greco-romana con le numerose rappresentazioni teatrali e funerarie, nonché le altrettanto
famose maschere di attori, muse ispiratirici e varie divinità, che ha trasmesso fino a
noi la pluralità di immedesimazioni sceniche e rituali in cui gli antichi si cimentarono 6. Si rifletta inoltre sulla vasta letteratura
etnografica relativa allutilizzo della maschera presso i popoli «primitivi»
attuali, al valore strettamente magico-sacrale e ai significati a questa connessi nelle
cerimonie iniziatiche, nei riti di passaggio, nelle manifestazioni in genere legate alla
guerra. Ciò che emerge dalla documentazione antica, nelle sue fonti letterarie ed in
quelle archeologiche, sembra sempre più accentuare un significato differenziato dal
«moderno» valore che la persona umana oggi assume. La persona difatti, come
manifestazione di un principio sovraordinato nel quale cade laccento del sé, si
differenzia dal semplice individuo avendo una forma, essendo se stessa ed appartenendo a
se stessa. Perciò in ogni civiltà autenticamente tradizionale a differenza
dellindividuo, la persona non fu chiusa verso lalto e rappresentò lidea
della qualità, della differenza, in maniera ancor più pregnante nella misura in cui
sussisteva un riferimento a qualcosa che ovviamente era più che personale («lessere
personale non è se stesso ma ha se stesso», rapporto fra lattore e la sua
parte). Proprio nella perdita moderna di questultimo riferimento, la phersona si
è trasformata in individuo, permettendo così laffermazione del soggettivismo e
dellindividualismo, tratti peculiari e tipici del mondo contemporaneo. La cosiddetta
esteriorizzazione del centro, lo spostamento verso lesterno ha maggiormente illuso
lindividuo profano, dignificando e celebrando se stesso nel tipo attuale del
«genio» o dello «scienziato scopritore».
Lapprodo al regno della contingenza, della relatività, con lo smarrimento delle
radici e delle forze originarie ha sancito di conseguenza lo smarrimento dei tratti
anti-individualistici che la persona preservava negli evi antichi7
con la nascita e laffermazione delle grandi individualità dellumanesimo
culturale (diversamente nel sacro «il genio è come nascosto, preserva
lineffabile e profuma dinfinità, dassoluto»).
(fine II parte)
Note:
4 Per il Fer nellantico
irlandese cfr. A. Martinet 1993, LIndoeuropeo, lingue popoli, culture, pp.
198-99 ; per il senso dell maschera cfr. J. Evola 1961, Cavalcare la Tigre,
ed. cons. 1995, pp. 99-101 ; sulla valenza normale della maschera
cfr. «se una lucidità assoluta accompagna tutto il proceso di risveglio, la
personalità allora tende a tornare ciò che è naturalmente in ogni uomo normale :
maschera ridente di un Nume immortale
» da Phersu, la maschera del Nume, gruppo
dei Dioscuri. È necessario peraltro avere ben presente la distinzione netta tra «Sé»
ed «Io» o fra la persona e lindividuo, più volte rimarcata da
Evola-Guènon ; lindividuo risponde all unità astratta, numerica,
informe, non possiede nulla di specifico che lo distingua, è appunto la molteplicità
atomica nel mondo della quantità, diversamente la persona esprime lassenza dei
tratti accidentali dellindividuo di fronte ad un quid superpersonale, rimanifesta
lintelligenza impersonale, vasta, misteriosa ove il talento individuale è appunto
disiciplinato, confondendosi con la funzione creatrice dellintera tradizione in cui
la degenerazione «individualistica» non ha motivo dessere. Nel momento in cui
perciò lindividuo si fa «tipico» quindi superindividuale, diviene altresì
anonimo, assurge allidentificazione con il Phersu, diviene persona, anonimo nella
più profonda valenza sacrale che letimo esprime : il senza nome, nessuno, in
forza del detto estremo orientale per cui «il nome assoluto non è più un nome»
cfr. R. Guènon, Considerazioni sulla via iniziatica, ed. cons., 1988, pp. 276-282,
Id., «Il mentale elemento caratteristico dellindividualità umana» in Gli
stati molteplici dellessere pp.71-78.
5 Per grotta
dellAddaura: P.Graziosi 1973,
5 Per grotta
dellAddaura: P.Graziosi 1973,
Op. cit., tav. 60-64 e tav. 159 ; ancor
più interessante, forse più che una semplice coincidenza, il celebre antropomorfo
schematico di Sezze è per lappunto rappresentato con il motivo del f greco. Per il
motivo magico-sacrale della maschera in Sahara : U. Sansoni 1996, «La maschera
nellarte delle teste rotonde (Sahra centrale)» in Bollettino del Centro Camuno
di Studi Preistorici, v. XXIX, pp. 97-110 ; per il motivo della maschera
nellEuropa neolitica cfr. M. Gimbutas 1974, «The Mask in Old Europe, from 6500-3500
B.C.» in Archaeology 27, (4), pp. 262-269 ; la maschera negava radicalmente
per la sua funzione disindividualizzante nellantichità laccezione moderna
dellindividuo, questultimo difatti «spariva nei suoi tratti accidentali
di fronte ad una struttura significativa che potrà perfino riapparire uguale dovunque la
stessa perfzione sia raggiunta» in J.Evola Cavalcare la Tigre, pp. 100-101.
6 Si vedano le varie
collezioni nei musei archeologici ed in particolare per il tipo filosofico cfr. P. Zanker
1997,
, pp. 100-101.
6 Si vedano le varie
collezioni nei musei archeologici ed in particolare per il tipo filosofico cfr. P. Zanker
1997, La Maschera di Socrate limmagine dellintellettuale
nellarte antica, Torino.
7 Per J. Evola molte celebri
scoperte ed intuizioni del mondo moderno risulterebbero quindi come conseguenze dello
spostamento del centro verso lesteriore, cfr.
7 Per J. Evola molte celebri
scoperte ed intuizioni del mondo moderno risulterebbero quindi come conseguenze dello
spostamento del centro verso lesteriore, cfr. op. cit., p. 100. Sul valore
della maschera in ambito etnologico : G. Allard - P. Lafort 1984, Le Masque,
area asiatica ed africana, S. Ladislas 1976, Masks of Black Africa, Pannier e
Mangin 1989, Masques de lHimalaya du primitive au classique, area del Nepal e
tradizione Buddista tibetana.
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