NOTARELLE DI NOTE
Storie di imitatori e di imitati
di FRANCESCO BARBONE
Quando si ha (o si dovrebbe avere) una vocazione si è attratti (o
costretti) verso certi modelli. Se ho disposizione per la musica, sarò portato a
individuare un musicista che eccelle nel genere che preferisco e a imitarlo, perché egli
rappresenta lincarnazione dellarte che mi appassiona, lesempio da
seguire. Per amore, se ho la vocazione dello scrittore, o per forza, se voglio prendere un
diploma e imparare a scrivere uno straccio di relazione o di lettera, studierò Manzoni,
Tomasi di Lampedusa, Parise (dopo aver letto i tre boss: Dante, Petrarca, Boccaccio). Se
mi sento umorista, sarò attratto come ape da fiore dai libri e dai film di Allen e
Villaggio. Se però si ha una personalità, prima o poi si abbandona il modello e si vola
con le proprie ali; altrimenti si resta un satellite imitatore, un pianeta che riflette la
luce della stella (come i pittori della scuola di Giotto o di Raffaello).
I primi anni Sessanta videro nella musica leggera lesplosione di giovani talenti:
Gaber, Di Capri, Paoli, Bindi. Ebbene, tutti costoro copiarono lo stile di un caposcuola
oggi dimenticato che, nelle sue ultime esibizioni, ebbi la sorte di accompagnare, con al
fianco un Gianni Mazza fanciullo, Don Marino Barreto junior. La sua dizione strascicata
(«A-a-arri-ve-ederci», «Tu se-ei per me la più be-ella del mo-ondo») fece epoca e
scuola, ma poi i su nominati trovarono ciascuno un proprio stile. Allapparire sulla
scena di Celentano tutti dissero: «Però! Un Jerry Lewis che canta come Elvis Presley!»
Poi il molleggiato trovò la sua strada distanziandosi dai due modelli citati e fu a sua
volta imitato da legioni di rocker. Ironia della sorte, durante la sua ultima scialba
esibizione in Tv (rosso e duro è il viale del tramonto!) lunica performance di
Adriano decente è stata
limitazione di un imitato dal suo imitatore ufficiale
Teocoli: Cesare Maldini!
Ricky Porcari, un cabarettista di scarsa personalità, aveva inventato un curioso e
divertente linguaggio, a metà tra il pugliese e il lombardo, la cui eco non andava però
oltre i teatrini. Un attore di prepotente presenza scenica, Diego Abatantuono, se ne
impadronì e ne fece il trampolino per il suo «succiesso» cinematografico; Porcari
comunque riconobbe che da solo non ce lavrebbe fatta a sfruttare la sua invenzione e
Abatantuono si fece perdonare, anche economicamente.
Essere imitatori rappresenta quasi il primo gradino, il diploma per intraprendere la
carriera, la dimostrazione della conoscenza e della padronanza degli stili. Attori
imitatori erano Carlo Croccolo (doppiava persino Totò e De Sica) e Montesano; tra i
cantanti, Gianni Nazzaro e Fiorello. Little Tony e (soprattutto) Bobby Solo però ancora
cantano incar- nando la «risposta italiana ad Elvis Presley»: ciò testimonia la
grandezza del mitico americano. Un settore a parte è costituito dagli imitatori
professionisti, da Noschese a Sabani, molto amati dai politici della prima Repubblica, che
facevano la fila per farsi imitare, perché ciò rappresentava la prova della notorietà.
Nella seconda Repubblica questa moda è in declino e i politici preferiscono farci ridere
direttamente, senza intermediari.
Alle volte con le imitazioni si sa donde si parte e non si sa dove si arriva. Un folk
singer arrabbiato, antesignano di Bob Dylan, tale Pete Seeger, cantò: «Se avessi un
martello (If y had a Hammer) distruggerei questa società e i suoi falsi miti!» Rita
Pavone cantò quellinno iconoclastico in italiano «Datemi un martello (coretto
preoccupato: che cosa ne vuoi fare?); lo voglio dare in testa, a chi non mi va» dandone
una versione di ben più basso profilo.
Il rap è una musica negra di protesta, spezzata, arrabbiata, spigolosa, ritmata in modo
parossistico. Dei 99 Posse si può non condividere lideologia, ma non si può negare
che essi rappresentano una corretta versione italiana, la migliore forse, di questo stile.
Che ci azzeccano allora le altalenanti nenie di Jovanotti con il rap? Eppure egli è
il rapper italiano più famoso e imitato. Forse perché con un peculiare stile egli sa
toccare con le sue poetiche ballate il cuore dei suoi fans e alle fans va a sangue: il
nostro è riuscito a cavare il sangue dalle RAP!
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