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anno IX n. 1
gennaio 2000

indice di gennaio

 I NOSTRI PAESI

 CIAMPINO

Assenza di vento comune
Alla galleria d’Ac in mostra Roberto Piloni

È in corso questo mese a Ciampino nella galleria d’Ac la mostra personale di Roberto Piloni «Assenza di vento». L’artista romano persegue un suo percorso compositivo in cui prevalgono figure concettuali su piani monocromi. La mia sensazione è che queste opere siano come contenute, trattenute dall’esprimere emozioni e sensazioni attraenti, come se una razionalità di fondo dovesse regolare e controllare ogni minimo movimento dei contrasti fra la superficie e gli elementi aggettanti che costituiscono i soggetti dei singoli quadri. Questa sensazione di autocostrizione e autocontenimento dell’emozione dell’autore moderatamente mi preoccupa, non meno dell’arte urlata cui Piloni si oppone artisticamente. Se nel caso dell’arte alla moda, o accattivante per le sue caratteristiche provocatorie e trasgressive, il pericolo è quello di metter su opere prive di una riflessione sull’uomo, di facile fruizione, piacevoli a primo impatto (ma poi di fatto vuote di spirito, incapaci di continuare a narrare, entro se stesse, storie ulteriori sull’uomo e sul suo mondo), in Piloni la costrizione formale mi pare indirizzata a variazioni tematiche personali, tutte incentrate su moduli che trovano il loro pregio maggiore nella tecnica sicura dell’artista e nella sua ostinazione a rimanere ancorato a una perseveranza che, a lungo termine, può portare l’artista a far cantare su poche corde uno spirito che tarda a dimostrarsi. Questo non vuol dire che non ci sia già tale spirito; tutt’altro: può essere che il mio limite fruitivo, la mia capacità di leggere l’opera non sia a tale grado di comprensione da permettermi di coglierlo. Può darsi che, come i ritmi africani appena percepiti da un uomo occidentale, io non abbia ancora un orecchio per le variazioni, che insomma poche configurazioni là di suoni, qua di forme e colori, non mi trovino preparato.
Come può darsi che la mia frequentazione personale dell’artista disturbi la percezione dell’opera in quanto tale, conferendole una seriosità che non le appartiene. Eppure, a leggere i titoli –che Piloni dichiara essere contingenti– non emerge quell’indicazione che ogni buon titolo di un’opera sa suggerire. Il titolo non mi aiuta nella lettura, anzi mi si oppone e tenta di impedirmi di leggere l’opera secondo un percorso che il mio occhio intravede a distanza. La mia idea di «assenza di vento» e quella di Piloni non coincidono, e l’opera che ne porta il titolo richiama alla mia mente altri scenari, altri luoghi interiori, come abbiamo potuto direttamente constatare Piloni e io nel 1997, quando, a partire dai suoi lavori, la mia scrittura in versi, proprio muovendo da quei mondi concettuali, si è indirizzata ad aprire mondi figurativi caratterizzati da esplosioni e implosioni, emozioni differenziate, in netto contrasto con la razionalità essenziale dell’artista romano. Questo confronto con il lavoro di Piloni mi pare un momento esemplificativo di ciò che avviene nell’arte contemporanea degli ultimi decenni, ossia di come gli artisti siano in qualche modo chiusi in compartimenti stagno, che, una volta aperti come camere comunicanti, si trovino a non riconoscersi neppure come facenti parte di uno stesso scenario epocale. Resta fortemente avvertibile il desiderio degli artisti di comunicare gli uni con gli altri, di confrontarsi, e questo è un buon segno. Ciò che manca è la capacità mia, di Piloni, e come noi di molti artisti della nostra generazione, di cantare con i propri arnesi da lavoro l’uno il mondo degli altri, superando le cattive scuole e i pessimi apprendimenti sull’arte che hanno caratterizzato noi e le generazioni che ci precedono.
Nicola D’Ugo

 

 ROCCA DI PAPA

Concerto di Natale

Domenica 26 dicembre 1999, presso la Chiesa di S. Maria Assunta in Cielo a Rocca di Papa, si è tenuto l’ormai annuale Concerto di Natale eseguito dalla Corale Tuscolana diretta dal maestro Giovanni Molinari.
Il Duomo dell’Assunta con le sue armonie architettoniche si presta bene per l’esecuzione e l’ascolto dei concerti polifonici.
I musicisti di tutte le epoche, di tutti i paesi e di tutti i generi musicali, hanno evocato, almeno una volta nella loro vita, l’emozione del Natale. Il panorama artistico offre varie interpretazioni dell’Evento, non necessariamente sostenute dalla Fede Cristiana. È molto interessante notare e poter ascoltare come, dal 1600 ai nostri giorni, il filo sottile che unisce i musicisti nell’esprimere le loro emozioni sia la bellezza, la semplicità e allo stesso tempo la grandezza di questa Nascita. Si può così comprendere l’accostamento, nello stesso concerto, di autori di epoche, stili, concezioni e conoscenze musicali tanto diversi da sembrare incompatibili. E la somma è senz’altro unica: la Santità della Natività.
Il programma è stato eseguito sui brani di G. Croce (Cantate Domino), Bourzignac (Ave Maria), A. Ramirez (El Nacimiento), R. Thompson (Alleluia e The Best of Rooms), M. Macchi (Ave Maria), D. Bartolucci (Christus natus est), Haendel (Alleluia). Comprendeva anche componimenti di genere spiritual (Mary Had the Baby) e popolare americano (Jamaican Noel).
La Corale Tuscolana di Frascati è una formazione polifonica con un organico in media di 40 elementi, con solisti di rilievo, diretta dal maestro Giovanni Molinari. Fondata nel 1970 ha al suo attivo moltissimi concerti tenuti su tutto il territorio nazionale e internazionale.
Sergio Troìa

 

 CECCHINA

Il presepe dei ragazzi
Iniziativa della Pro Loco e delle scuole locali

In occasione del Natale, la Pro Loco di Cecchina, anche per quest’anno, ha allestito nella centrale piazza XXV Aprile, un suggestivo e raffinato Presepe in scala.
All’iniziativa, ormai divenuta un appuntamento fisso per la cittadinanza, hanno contribuito questa volta anche le scuole statali, materne, elementari e medie della frazione, i cui studenti hanno animato con variopinte creazioni e con genuino entusiasmo la giornata inaugurale del 19 dicembre.
I bambini della scuola elementare «Edmondo De Amicis», hanno realizzato, sotto la guida attenta dei loro insegnanti, un presepe originalissimo, riproducente le vie centrali di Cecchina e animato da personaggi del nostro tempo.
L’insegnante Laura Vieri, tra le promotrici dell’iniziativa, spiega il significato di questa Cecchina in miniatura, su cui docenti e alunni insieme, hanno voluto riflettere in occasione della fine del millennio: «Saremo capaci di far nascere in questo piccolo paese, in ogni casa, in ogni cuore, il messaggio di pace e di solidarietà verso gli altri?» È un invito ma anche una sfida che ci commuove tutti profondamente e ancora di più ci «costringe» a un concreto impegno personale. Anche i bambini della locale scuola materna, italiani ma anche svedesi, tunisini, eritrei e tedeschi, hanno dato il loro contributo al moderno presepe, realizzando, tra l’altro, un «mondo» in cartapesta abitato da persone di ogni nazionalità e promuovendo una raccolta di fondi in favore dell’orfanotrofio San Giuseppe e Santa Teresa di Rocca di Papa.
Nell’affollata serata di inaugurazione del «Presepe in Piazza», la scuola media statale «Trilussa» ha allestito un mercatino di oggettistica varia, dai ricami al modernariato, dalle composizioni natalizie ai piccoli oggetti di legno, e un banco gastronomico con prodotti di varie regioni d’Italia, i cui proventi saranno destinati al sostegno di progetti di adozione a distanza e all’acquisto di supporti didattici per la scuola stessa. Una collaborazione e un coordinamento tra la Pro Loco e le scuole locali che rappresenta una positiva novità per la frazione di Albano Laziale e che dimostra come la volontà di creare momenti di aggregazione, valorizzando l’apporto dato dai bambini e dai ragazzi delle scuole inferiori, possa contribuire alla diffusione di quel messaggio di solidarietà e di impegno per il prossimo che è poi, in ultimo, parte fondamentale del significato autentico del Natale. A lato della manifestazione inaugurale, allietata dai canti intonati da giovani studentesse improvvisatesi «majorette natalizie», piace ricordare l’attività degli operatori e dei volontari dell’Associazione Internazionale Ricerca e Trapianto (Assirt) «Marta Russo» di Cecchina, impegnati in un’opera di sensibilizzazione alla cultura della donazione degli organi.
Gianluca Polverari

 

 MARINO

Personale di Franco Crocco
«Omaggio a Giovanni Segantini»
Palazzo Colonna 16 - 30 gennaio 2000

Promossa dal Comune di Marino, si inaugura domenica 16 gennaio alle ore 18.30 la mostra personale di Franco Crocco dal titolo «1899-1999. Omaggio a Giovanni Segantini», dedicata al grande pittore divisionista trentino.
Appena trascorso il 100° anniversario della morte, e proseguendo tuttora le mostre a lui dedicate (come «La vita, la natura, la morte», al Palazzo delle Albere di Trento), Franco Crocco, 36 anni, romano, attivo da oltre vent’anni nel settore delle arti figurative e grande appassionato delle opere del maestro, rende omaggio alla sua complessa personalità artistica esponendo 60 opere tra disegni, incisioni e oli che per tecnica e tematiche si rifanno al pittore di Arco, ma che sono inedite come concezione e rappresentazione. I soggetti proposti, molti dei quali eseguiti con la tecnica divisionista, sono quelli prediletti dall’artista: scene di vita contadina, grandi paesaggi montani, figure sospese tra simbolismo e realtà. La mostra si terrà nelle sale espositive di Palazzo Colonna dal 16 al 30 gennaio e godrà del patrocinio della Regione Lazio e del Museo Segantini di St. Mortitz. È presente anche uno spazio dedicato alla vita e alle opere dell’artista, con l’esposizione di alcune copie eseguite dagli allievi del liceo artistico L. R. «San Giuseppe» di Grottaferrata, oltre a un video dal titolo Viaggio nei luoghi di Giovanni Segantini. Il catalogo è a cura del Comune di Marino, con presentazione di Franco Crocco e testi di Franco Campeggiani, Sabrina Spinazzé e Silvia Surace.
La mostra è visitabile su internet al sito:
http://utenti.tripod.it/francocrocco

 

 ROCCA DI PAPA

Achtermann
Presentato il libro di Franca Peluso

Sabato 2 ottobre è stato presentato in Duomo il libro di Franca Peluso W. T. Achtermann: uno scultore nazareno a Rocca di Papa, edito da «La Spiga». L’iniziativa, patrocinata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dall’ambasciata della Repubblica Federale Tedesca presso la Santa Sede, dal Goethe Institut e dalla parrocchia di Rocca di Papa, è stata resa possibile dai contributi della Banca di Credito Cooperativo di Castel Gandolfo e dell’Assartigiani di Roma. Ospiti d’eccezione della manifestazione sono stati il vescovo tuscolano Giuseppe Matarrese, Jurgen Oesterhelt, ambasciatore della Rft presso la Santa Sede, accompagnato dalla sua gentile consorte, mons. Martin Hulskamp, rappresentante capitolare della diocesi di Muenster (Westfalia), il consigliere spirituale dell’ambasciata mons. Max-Eugen Kemper e Vincenzo Bilardello, docente di Storia comparata dell’arte dei Paesi europei presso La Sapienza di Roma nonché relatore della tesi di laurea di Franca Peluso, dalla quale ha avuto origine il libro. Numerose –oltre a diversi esponenti della cultura castellana– anche le personalità militari e civili intervenute, tra cui ricordiamo almeno il maresciallo Atripaldi, comandante dei Carabinieri di Rocca di Papa, il comandante dei Vigili Urbani Lolli e il consigliere Enzo De Angelis in rappresentanza del Municipio. Graditissima, inoltre, è stata la presenza della banda musicale di Landsberg am Lech che ha concluso la serata con una toccante esecuzione dell’inno nazionale tedesco e con apprezzatissimi brani del suo vasto repertorio. Il volume presentato, che rappresenta la quinta esperienza editoriale del Centro «La Spiga», oltre a un’esauriente biografia dello scultore tedesco, offre un’analisi critica completa delle sue opere e le inquadra magistralmente nel periodo storico di riferimento. Si tratta, cioè, di uno studio scientificamente ineccepibile, ma anche di un piacevole strumento di conoscenza della nostra storia locale, incredibilmente ricca di figure e di eventi degni di approfondimento e di divulgazione. Come hanno sottolineato i relatori nei loro interventi, la statura umana e artistica dell’Achtermann meritava ampiamente la rivalutazione e l’omaggio costituiti dall’opera di Franca Peluso e, molto probabilmente, il rinnovato interesse per questo grande artista troverà nuova linfa tanto in un’edizione tedesca del libro quanto nell’apposizione del bassorilievo bronzeo di Giuseppe Mascìa che lo raffigura (offerto dal Centro «La Spiga») nell’ambito della Cattedrale di Muenster, città natale dell’Achtermann.. Anche a nome del presidente de «La Spiga», Massimo Saba, vogliamo ringraziare di cuore tutti coloro –e sono stati veramente tanti– che con la loro presenza alla manifestazione hanno voluto onorare la memoria dell’Achtermann, un artista profondamente cristiano che rappresenta nel migliore dei modi il profondo e antico legame di Rocca di Papa con il popolo e la cultura della Germania.
Carlo M. Guarinoni

 

 CIAMPINO

Articoli e saggi che leggono un paese
Vivere altrove di Sciara a favore all’associazione «Il Chicco»

Natale Sciara è un poeta ciampinese che si è reso attivo in questi anni con una serie di iniziative locali che hanno per oggetto la letteratura. Attraverso la Pro Loco ciampinese ha convogliato insegnanti, scrittori, editori, giornalisti e politici a raccontare gli autori degli ultimi duecento anni, italiani e stranieri, e alcune riflessioni sugli scritti filosofici di autori non strettamente letterari. Vivere altrove (frammenti di un discorso comunitario) è una raccolta di articoli pubblicati da Sciara a partire dalla fine degli anni Ottanta su varie testate, fra cui quella storica ciampinese, Anni Nuovi. La scrittura di Sciara rispetta il suo modo di incontrare gli eventi di una comunità tanto frammentata quanto i «frammenti» del sottotitolo, con i suoi cittadini venuti dalle più diverse regioni d’Italia prima e del mondo poi, che appena si sfiorano quotidianamente fra un treno e l’altro caratteristici del pendolarismo locale. Fa da sfondo il desiderio di comunicare la passione di un uomo che prova a dare una ragione degli scenari che gli si presentano davanti nell’arco degli anni, e quell’amore per l’arte e per la poesia che è difficile comunicare, a una comunità inesistente, che non comunica in altro modo che nei compartimenti stagno dei palazzi, dei muretti, delle strade, dei bar, dei campi di calcio e delle scuole.
Vivere altrove assume allora un carattere diaristico, ripulito di quanto di diaristico non sa contenere un articolo di giornale, il cui intento non è quello di appuntare i propri pensieri quotidiani, ma di comunicarli ad altri, attraverso una levigatura linguistica che socializzi l’espressione e la renda adatta agli scenari del lettore. Ne emerge una filosofia personale della vita, un modo di pensare del ciampinese che non ha nulla di letterariamente compiuto, ma che testimonia le mutazioni di una scena locale attraverso gli ultimi due decenni, richiamando alla memoria le motivazioni della propria immigrazione, simile a quella di molti altri concittadini, e la volontà di rendere un luogo comune di incontro, in accordo con le tante iniziative in cui Sciara si prodiga. Da questo punto di vista, Vivere altrove rappresenta un documento interessante, di scorrevole lettura. Il volume è stato pubblicato per cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ciampino. Il ricavato della vendita del libro è devoluto all’associazione «Il Chicco».
Nicola D’Ugo

 

 CASTELLI ROMANI

Solidarietà a Natale e non solo
Iniziative della rete di associazioni dei Castelli

Anche quest’anno il Natale dei Castelli Romani si è tinto dei colori della collaborazione e della solidarietà tra le associazioni e le Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus) della zona; anche quest’anno le manifestazioni del dicembre scorso hanno dato testimonianza della volontà di dare vita ad un coordinamento stabile che diffonda una cultura della solidarietà, del rispetto dei diritti dell’uomo e dell’ambiente. Dal 7 al 17 dicembre, il Coordinamento Immigrazione dei Castelli Romani (Cicar), i gruppi locali del Wwf e di Amnesty International, le Comunità protestanti di Albano, Ariccia e Fontana di Papa, l’Agesci, le cooperative Spazio Lavoro e Reseda, il Volontariato Vincenziano, la Bottega del Mondo – Commercio Equo e Solidale, l’Unione Italiana Ciechi, le associazioni Famiglie Genzano, Sostegno Donna, Acros, Avis, Genzano Domani, Melardo, Oltreconfine, Italia Nostra, Diritti & Rovesci e Physis si sono prodigati per animare i dibattiti, le mostre ed i mercatini nell’area dei Colli Albani. Momenti centrali sono stati, nel fitto calendario degli appuntamenti, gli incontri del 7 e del 17 dicembre scorsi con i bambini del Kosovo ospiti del Centro Evangelico Battista di Rocca di Papa, incontri organizzati dall’Associazione Diritti & Rovesci. In clima prenatalizio, successo di pubblico hanno riscosso i mercatini del commercio equo e solidale, organizzato a Nemi l’11 dicembre, e quello della solidarietà promosso l’11 ed il 12 dello stesso mese ad Albano presso la Comunità Evangelica Ecumenica. Filo conduttore dell’impegno solidale delle diverse organizzazioni, è stato in questa edizione un progetto di raccolta fondi e di adozione a distanza per il martoriato Corno d’Africa; un piccolo contributo nella speranza che Eritrea ed Etiopia ritrovino congiuntamente la via della negoziazione e della pace.
Un impegno di collaborazione tra le diverse anime del volontariato e delle realtà associative locali che continua e che, ormai alla seconda edizione, si prepara a concretizzarsi in un prossimo futuro in una struttura polifunzionale capace di offrire ai singoli operatori, mezzi e capacità d’azione più efficaci nel tessuto dei Castelli. Un 2000 che nasce quindi perché le speranze non vengano deluse e perché, anche a livello locale, possano essere gettati i semi di nuove sensibilità sociali ed ecologiche, in grado di preservare l’umanità ed il pianeta dai disastri di cui il Novecento è stato in larga parte testimone.
Per informazioni sul progetto Eritrea-Etiopia è possibile contattare l’Associazione Famiglie di Genzano al numero 06 9362846.
Gianluca Polverari

 

 MONTE COMPATRI

Un eroe della Seconda Guerra Mondiale

«Al fante dell’88° Reggimento fanteria Mari Mario fu Raimondo. Radiotelegrafista di compagnia, colpita e resa inutilizzabile la radio, con alto spirito combattivo toglie l’arma automatica ad un caduto e si affianca ai fanti combattendo la loro dura battaglia con slancio e valore fino al conseguimento dell’obbiettivo» (Abbazia Torrente Senio, 10 aprile 1945).
Con questa motivazione il nostro concittadino Mario Mari nel 1945 venne decorato di C.G.V.M.. Ma ecco come il Mari ci racconta la sua triste storia: «Gastone Giacomini è il comandante della 5a Compagnia di cui faccio parte come radiotelegrafista. Il capitano, valoroso ufficiale decorato al valore militare, aveva fatto del suo reparto, con opera instancabile ed entusiasmo, una salda compagine di volontà, dando coraggio ai suoi soldati con tanto amore, mai autorità: questa la sua personalità. Spunta l’alba del 10 aprile 1945, scoccano le ore 5.30, il fronte si agita: si muove il II Battaglione dell’88° per l’attacco a Riolo, Cuffiano e Abbazia, il nemico resiste e aumenta la pressione. Giunto l’ordine del passaggio del fiume Senio e avuta la comunicazione dei compiti affidati alla 5° Compagnia, il capitano Giacomini, consapevole dei gravi sacrifici che comportava non perdere la sicurezza, prepara i suoi uomini con serena attesa e vede nei volti dei suoi soldati la certezza nei risultati della battaglia. Siamo martellati dal fuoco di armi automatiche e granate di mortai, la mia radio viene colpita e resa inutilizzabile, sono al fianco del capitano, non abbiamo più mezzi di comunicazione. Sotto la violenta azione di fuoco nemica, che fa le prime vittime, il capitano, non curante di se, dispone i reparti, infine quando ritiene giunto il momento, balza in piedi e per primo da il via all’attacco, con l’esempio ottiene dai suoi uomini obbedienza e devozione assoluta. La reazione nemica diviene sempre più intensa, la compagnia trascinata dall’esempio del suo comandante si porta vicino al caseggiato di Abbazia. Dopo una breve sosta il capitano Giacomini scatta per primo in piedi e lancia il grido ASSALTO SAVOIA. Ma una raffica di moschetto automatico colpendo in pino petto il capitano Giacomini ne stronca l’eroico slancio. Io sono al suo fianco, accorro per assisterlo, lo sollevo, cerco di tamponare le ferite mentre ascolto le sue ultime parole (avanti) e cade tra le mie braccia. Mi approprio della sua arma automatica e obbedisco al suo ordine di andare avanti. Questo è il ricordo che porto sempre con me del valoroso mio comandante capitano Gastone Giacomini decorato di M.O.V.M.».
Sono trascorsi 55 anni, la redazione di Notizie in… Controluce si complimenta con Mario; vorremmo anche noi dargli una medaglia, ma per un’altra motivazione: «Incurante del pericolo soccorreva un compagno mortalmente ferito cercando di salvarne la vita.» Bravo Mario!

 

 GENZANO

Vini novelli
Una tradizione che guarda al futuro

Il Comune di Genzano di Roma, l’assessorato all’agricoltura, commercio e artigianato ed il consorzio Colli Lanuvini hanno promosso un «invito alla degustazione» del vino novello il 13 e 14 Novembre a Genzano nell’inaspettata cornice del Palazzo Sforza Cesarini aperto per l’occasione. Alla realizzazione dell’evento hanno partecipato l’associazione Commercianti eno-gastronomici, l’associazione ristoratori di Genzano e l’ormai celeberrimo Consorzio Pane Casereccio di Genzano. Una così vasta sponsorizzazione la dice molto lunga sulla qualità del vino novello italiano ed in particolare delle vigne castellane. A tutt’oggi molto vini laziali doc provengono da queste celebri zone vitivinicole. Ed il pubblico non è rimasto affatto insensibile al richiamo di Bacco, tra sommelier che versavano vini novelli provenienti dalla provincia di Roma, dal Consorzio del Bardolino e dai migliori vigneti italiani, e degustazioni di pane, pizza e dolci locali! Le presenze sono state costanti e numerose nonostante il clima non invogliasse ad uscire. La pigrizia e l’uggiosità meteorologica sono state sconfitte senza problemi dalle inebrianti degustazioni, che hanno assaporato coloro che hanno fatto visita al Palazzo Sforza Cesarini. L’occasione ha dato anche l’opportunità a molti genzanesi e turisti, di rientrare nel Palazzo, anche attraverso visite guidate. Al momento nell’interno stanno continuando i lavori di ristrutturazione e manutenzione, promossi dal Comune di Genzano, che lo porteranno ai suoi vecchi fasti.
La manifestazione è stata arricchita dalla presentazione di un libro, realizzato dagli alunni del liceo Ugo Foscolo, dal titolo Nunc est bibemdum. Il libro, nato da una ricerca sulla natura legata alla vite e al vino, fa ben sperare nel mantenimento dell’interesse verso una tradizione locale fondamentale per la nostra cultura e la nostra economia. Abbiamo potuto partecipare anche a una presentazione di «Abiti Scultura» della scuola di moda degli stilisti Filippo La Fontana e Ida Ferri, e alla presentazione di poesie da parte di Getulio Baldazzi, uno tra i più accesi sostenitori della cultura locale. Insomma una due giorni all’insegna del cultura… da tutti i punti di vista!
Silvia Del Prete

 

 MONTE PORZIO CATONE

Jorge Luis Borges
Omaggio nel centenario della nascita del grande scrittore argentino

La Biblioteca Comunale di Monte Porzio Catone ha organizzato sabato 15 gennaio una conferenza stampa intitolata «Omaggio a Jorge Luis Borges», in occasione del centenario della nascita del grande scrittore argentino.
Autore di poesie, saggi e racconti, Borges ha comunicato attraverso la parola scritta la sua visione cosmica, le sue perplessità, le sue ossessioni, come oggettivazioni diverse di uno stesso spirito che, nella ricerca dei suoi canali espressivi, raggiunge un linguaggio apparentemente semplice, ma complesso, della sapiente costruzione allusiva, del sottile gioco ironico, dell’equilibrio perfetto.
Borges dona forme a quelle fantasie ora poetiche ora allucinate che hanno rinnovato la letteratura di lingua spagnola. Affascinato dalle teorie che tentano di interpretare il senso del mondo, Borges le usa per creare un insieme spettrale, teso a smuovere le certezze e la fede del lettore in un’esistenza concreta.
A questo scopo attacca i concetti basilari che danno sicurezza al vivere: l’universo, rappresentato ora come caos insensato, ora come cosmo di cui però non possediamo la chiave di interpretazione; la personalità, che si scioglie in una visione panteistica; il tempo, disintegrato in giochi che, ingannevoli, alludono a una possibile eternità; l’infinito, che schiaccia con la sua costante presenza; infine, la materia, che si disfa in riflessi, sogni e simulacri.
«Omaggio a Jorge Luis Borges» si inserisce nel contesto di altre iniziative organizzate in Italia e in particolare a Roma dagli assessorati alla cultura e dagli istituti latino-americani.
All’incontro, svoltosi presso l’Hotel dei Giovannella, sono intervenuti il poeta e critico Sangiuliano del Centro Internazionale di Cultura Florida di Aprilia, Norbert Von Prellwitz dell’Università della Sapienza di Roma e Nicola Bottiglieri dell’Università di Cassino.
Francesca Vannucchi


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