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anno IX n. 1
gennaio 2000

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 ARTE

Roy Lichtenstein
Riflessi – Reflections
di FRANCESCA VANNUCCHI

Dopo il successo della mostra I love Pop, il Chiostro del Bramante ritorna sul tema dell’arte contemporanea con una vasta retrospettiva, dedicata ad uno degli artisti più importanti della seconda metà del Novecento, Roy Lichtenstein.
Intitolata Roy Lichtenstein. Riflessi – Reflections, la mostra è stata realizzata con la coproduzione fra il Chiostro del Bramante di Roma, il Padiglione di Arte Contemporanea di Milano e il Kunstmuseum di Wolfsburg, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma.
In un percorso di circa settanta opere, tra cui disegni e schizzi preparatori inediti, dipinti e sculture, video e fotografie, la mostra compie una retrospettiva del maestro della Pop Art, attraverso il tema dell’immagine riflessa che ha sempre affascinato Roy Lichtenstein durante tutta la sua carriera artistica. Si possono ammirare opere mai esposte in Italia provenienti da collezioni americane ed europee e da grandi musei tra i quali il Ludwig di Colonia, il Whitney Museum di New York e il Moma di San Francisco.
Negli anni Sessanta, Lichtenstein iniziò ad esplorare la definizione dello specchio e dei suoi riflessi: nel 1961, in lavori come Bathroom, l’artista ha usato il tema dello specchio come una metafora per le sue riflessioni sull’arte e l’identità dell’arte; in questi anni fu impegnato nel catturare l’effimero dell’immagine, o nel sovvertire la sua reale natura, usando materiali come smalto e la carta rowlux.
Durante gli anni Settanta, ad emulazione dello specchio, egli passò da un’immagine già esistente ad un forma astratta e, così facendo, forzò lo spettatore a ricreare nella propria mente la rappresentazione di uno specchio grazie ad una serie di colori astratti e forme.
Negli anni Ottanta, le “riflessioni” erano già frutto di un artista maturo che si confrontava col suo stesso passato.
Nella serie di Interiors degli anni Novanta, Lichtenstein riesaminò alcune delle sue problematiche originali. Usò immagini dai media, come un bagno, un letto, un salotto, che ancora tipicizzano la nostra cultura di consumatori, e li paragonò e mise in contrasto con la realtà dell’arte che egli dipinse sulle pareti del salotto: due differenti livelli dell’illusione. In alcuni dipinti, senza dipingere uno specchio, egli ne creò l’impressione dei riflessi.
La mostra, curata da Diane Waldman (già curatrice per il Guggenheim Museum di New York della più vasta e importante retrospettiva del 1993 sull’artista americano) con la direzione artistica di Gianni Mercurio, verrà presentata a Milano al Padiglione di Arte Contemporanea (aprile – luglio 2000), a Trieste al Museo Revoltella (luglio – settembre 2000) e i Germania al Kunstmuseum di Wolfsburg (ottobre 2000 –gennaio 2001).
Per informazioni: tel. 0668809098


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