Anno
IX numero 10 - ottobre 2000
VISTO DA...
Questa lettera è
giunta alla redazione Namir alle ore 11,30 del giorno della tragedia di Soverato e
denuncia la disattenzione, anche nella tragedia, verso il problema della disabilità
Cara redazione Namir - per
fortuna esisti (spero). Spero perché mi va che si pubblichi questa lettera, visto
linformazione distribuita su questa tragedia che, si dice, ci vede coinvolti. Dico
coinvolti perché anche io sono un disabile, una persona cioè che vive tutti i
drammi quotidiani, sia personali che collettivi. Solo per questo, quindi, disabile mi
suona bene. Della tragedia in questione, tutti ne parlano, ed ho visto attentamente i
telegiornali di questa sera, anche perché spesso sono in contatto con i miei amici disabili,
e spesso insieme ci ritroviamo a fare del sano sport; ci incontriamo, per questo, in
diverse gare che si svolgono nellarco dellanno a livello nazionale... quindi
desideravo vedere i volti - fotografie del documento - di quanti, in questa vacanza, che
sempre per noi rappresenta uno dei pochi momenti diversi che possiamo viverci, ci
hanno lasciato tragicamente la vita. Volevo capire e sapere se tutti gli amici che conosco
non sono rimasti coinvolti in questa tragedia, se sono salvi, cosa si può fare. Insomma
desideravo sapere, e questo un organo di informazione dovrebbe farlo e farlo bene.
Mi sono concesso solo il film I Miserabili - tratto dal libro di Victor Hugo - che
purtroppo, non si sa per quale scelta, viene mandato a puntate, tramortito per non far
pensare, spezzettato così come vuole la società contemporanea, che desidera vivere tutto
senza approfondire nulla -pillole del caos-. Alla fine della serie verrà fuori, dalla
memoria, che è stato un bel film e che gli attori erano bravi, i dialoghi saranno con
questo metodo dimenticati ed invece sono il perno centrale di tutto il libro e del film.
Comunque attendo e alle 10,40 - lora non è precisissima - comincia Canale5 ad
inviare immagini in diretta dalla tragedia. Sul posto regna la calma più tragica, nel
senso che si cercano le persone con un fare calmo, come se si fossero perse delle chiavi
della macchina e si sa che ne abbiamo un duplicato a casa. Alle domande del giornalista,
lunico ad agitarsi per far - drammatica - la ripresa, tutti rispondono, si fermano,
si lasciano andare allintervista e dicono "Stiamo cercando, ci sono delle
macchine con la luce accesa ora andiamo a vedere se qualcuno ha tentato la via di fuga, ma
sono sotto il fango". Non corrono, non si vedono pale, braccia, mani che scavano,
solo un trattore si muove lentamente e, con la sua bocca bassa, sembra più fare una
strada che tentare di innalzare qualcosa, trovare soluzioni - il mostro è fermo -
e i bimbi seguono questa aria, senza comprendere perché. Guardate, cari della redazione
Namir, che gli intervistati a Canale5 erano tutti volontari e vigili del fuoco. Poi ad un
certo punto si forma un gruppetto che discute; immediatamente si avvicina il telecronista
e domanda cosa succede - risposta: "Abbiamo deciso di sospendere le operazioni,
domani mattina riprenderemo, cè troppo fango" - e poca luce, aggiungo io,
tutta la zona infatti non è illuminata come si dovrebbe fare in questi casi per poter
esercitare le proprie azioni al meglio. E il telecronista domanda di nuovo: "Ma i
cani, non potete fare qualcosa con i cani?". Risposta: "no, neanche i
cani possono fare nulla, la superficie è troppo umida, troppo fango, non riescono ad
annusare". E aggiungo io: ma in tutta la sequenza delle immagini non si è visto
un cane, un tentativo di condurli ad annusare, a tentare la speranza; il fango non è come
le macerie, dove qualcuno riesce, per una questione di sassi e mattoni che si incastrano
e, nella loro caduta violenta, lasciano passare sempre laria; il fango invece ti
copre, ti stringe, non fa penetrare nulla e per questo se devi intervenire lo devi fare
subito, altrimenti le speranze di soccorrere qualcuno, sono nulle... forse lo sanno. Ma
nulla, nulla si muove. Cambio immediatamente canale e mi collego con la Rai. Anche in
questo caso, Rai3 apre una diretta. Vedo, sperando che la buona sinistra che ha regnato in
questo canale sia libera ancora di fare delle denunce. Un bel gruppo con un politico, di
cui non ricordo il nome, annuncia che domani ci sarà immediatamente una riunione della
Camera per discutere solo di questo caso, e di come portare un aiuto alla Calabria.
Calabria? - mi dico - caspiterina, linondazione ad un campeggio porta aiuti a tutta
la Calabria; economia, soldi che piovono come il fango e senza fare vittime se non quelle
dei poveri? Va bene, il Sud ha bisogno di finanziamenti e progetti, ma se ne deve
discutere ora? Niente e nessuno parla delle vittime, dicono solo numeri: 10 in tutto i
cadaveri fino ad ora.
Poi, mi fermo e vedo che gli stessi a parlare erano gli stessi che prima aveva
intervistato Canale5, gli stessi che ciondolavano le scarpe nel fango, ora sono pronti
pimpanti e allegri a parlare dalla televisione di Stato (ancora per poco) per raccontare
la tragedia. E dicono: "certo ci sono stati dei ritardi nei soccorsi ma ora stiamo
cercando..." Non è vero! Dico io urlando, poco fa questi, inquadrati
dalle telecamere di Canale5, ciondolavano; non ci sono i cani, ed ho visto solo un
trattore e una ruspa che hanno spento. Immediatamente per risposta vengono date le
interviste di chi si è salvato, o di chi ha perso il propio bambino, che seppur disabile
fa sempre piangere una madre, lunica che ti ama normalmente smisuratamente, più di
ogni cosa, proprio come fanno i bambini. Ascolto le interviste una ad una, non per la
stupidità di osservare drammi in diretta, il pianto che fa auditel, e tutte queste cose
sceme da arrivismo TV americano ma per comprendere la dinamica di quanto è
accaduto, ebbene in tutte le inquadrature, non ho visto un disabile
intervistato, ed ancora mi chiedo se è stato voluto o se nessuno di loro si è salvato.
Sento con il cuore e con le tempie che battono forte la domanda del telecronista "Lei
come si è salvato, cosa è successo?" "Ad un certo punto è arrivata
lacqua che ci ha coperto tutti, siamo stati sbalzati fuori dalla macchina ed ho
visto un povero ragazzo disabile che stava per annegare....volevo salvarlo ma non
ci sono riuscito".
Grazie a tutti, per il tentativo di salvarci, grazie a tutti per la vostra
comprensione, grazie per averci portato in vacanza a Settembre sulle rive di un fiume strozzato,
grazie per averci costruito le tende su quel fiume nascosto, grazie per non aver ascoltato
i comunicati mandati dalla procura a tutti i Carabinieri, con i quali si avvertiva
larrivo del cattivo tempo, grazie per essere arrivati in ritardo di 3 ore per
aiutarci, di non cercarci con i cani, di avere una sola ruspa quasi immobile, di trovarci
nel buio pesto, di essere in pochi a scrutare. Grazie per le vostre scale, per quanto ci
fate nella nostra vita e nel nostro vivere, per la vostra pietà economica, visto anche la
miseria che ci date per farci sostenere, grazie per lisolamento sistematico che
attuate nei nostri confronti, grazie per le vostre attenzioni, per il rinchiuderci in
campi di colonie, in lager per handicappati, per lasciarci negli ospedali ad arricchire
tutte le associazioni che ci girano intorno, quelle caritatevoli che si beccano tutto il
nostro accompagno. Ma grazie ancora anche per linformazione che siete riusciti a
darci, e santo Dio la Calabria è in Italia non in Messico. Ma grazie soprattutto
per lamore e lattenzione che ci rivolgete quotidianamente e ancora di più
quando accadono questi drammi. I disabili, mai visti, forse non erano neanche al
campeggio, volavano in alto, come le stelle, oltre la pioggia, lo fanno tutti i giorni, è
con la fantasia che sopportano le piaghe sulle chiappe date dalla bellissima carrozzina
che la USL non ci passa e che ci possiamo permettere solo senza i sedili adatti.
Grazie! I Miserabili - ho scoperto - non è un film a tre puntate... si può vedere
sempre. È un moviolone lento e pachidermico, al quale puoi sintonizzarti tutti i giorni,
girando la maniglia della finestra - ci si impicca ancora per essere stati beccati con una
ragazza che fa il suo mestiere - ci si scuote poco per la pena capitale - si corre tutti a
veder volare gli aerei che partono per la guerra, gli strumenti omicidi per i
collezionisti che certo non pensano alla famiglia che verrà gettata nel dramma con le
bombe lanciate, ma solo al fatto che anche loro lo hanno costruito - 350 pezzi di plastica
incollati perfettamente - ma che freddo fa... vengo anche io? No tu No! Grazie redazione
Namir. Le mie saranno solo impressioni? Batti comunque il tuo colpo se ci credi, io sono
un tamburo, lascia rimbalzare il suono... chiunque lo è faccia girare questa email -
facciamo tam tam - fatemi sentire che esistono amici, anche solo virtuali, ma che esistono
per dirmi grazie e senza fango.
Redazione Namir-stringiamo forte
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