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Anno IX numero 11 - novembre 2000

 SATIRA E COSTUME 

Termosifoni termosifoni

di Francesco Barbone

Se disponete di una casa "fuori", dove vi recate saltuariamente, nei mesi freddi incapperete fatalmente nel problema del relativo riscaldamento. La casa, non abitata di continuo, vi riserverà un’accoglienza gelida; essa impiegherà a riscaldarsi giusto il tempo del week-end, che vi trascorrerete dal freddo al quasi freddo. Quando sarà bella e riscaldata, dovrete abbandonarla per tornare in città. Così fan tutti: Che sciocchi! Il rimedio per l’inconveniente è conosciuto perfettamente da quelli che non hanno la casa fuori, e vi viene fornito con l’aria furba della tardona televisiva che dice: «Ma 'ndo vivi, oggi c’è Ace gentile» (a proposito: ma prima c’era Ace cafone?). «È sufficiente collegare il termosifone con il telefono e accendere la caldaia con una telefonata tre giorni prima!» Tanto, il riscalcamento non lo pagano loro, e se l’impianto si sfascia nella casa incustodita e la medesima va a fuoco, non è cosa che li riguardi.
Al contrario, se andate a far visita ad amici residenti in villa, o anche in appartamento col termosifone autonomo, vi converrà vestirvi da esploratori polari. Dopo che vi sarete accomodati in salotto (attenti a non rompere stalattiti e stalagmiti!) se, malgrado la vostra massima buona creanza, non sarete riusciti a trattenere un battito di denti, puntualmente i padroni di casa se ne usciranno con la frase fatidica: «Avete freddo? Mah veramente c’è il termostato...». E quindi, per la serie "cornuted and mazziated", dovrete trattenervi nella strozza la vostra opinione al riguardo, pressappoco questa: «Ma fijetto/a bello/a, er termostato der termosifone ce l’avrai pure, ma l’hai tarato su quello der frigorifero!»


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