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Anno IX numero 12 - dicembre 2000

 SATIRA

La foto del sequestrato

di Francesco Barbone

Se conoscete Richard Avedon o Helmut Newton, potete tralasciare di leggere queste righe, altrimenti... Questo breve articoletto è dedicato con affetto a voi, cari, voi che fate con macchine giuste foto sbagliate. Le macchine sono giuste, come le automobili, Disegno di Roberto Proietti dalla Cinquecento alla Ferrari. Il rendimento è diverso, ma non basta acquistare una Ferrari per vincere il Gran Premio, come non basta comperare un piano a coda per suonare Liszt. Se quindi il vostro portafoglio vi consente di portarvi a casa un corredo Hasselblad, non per questo farete belle fotografie.
Fotografia: che vor dì? Vuol dire "scrittura con la luce" (dal greco). Dal tempo dei graffiti l’uomo ha avuto l’impulso di riprodurre la realtà circostante. I Pittori soprattutto, hanno avuto il pallino (da Paolo Ucello in poi, coltivato scientificamente) della prospettiva: riprodurre cioè su di un supporto a due dimensioni una realtà tridimensionale. Per questo in giro per la chiese trovate tante Madonne inquadrate in lunghi colonnati dipinti di scorcio. Tra parentesi, un pittore del primo novecento, tale Matisse, si chiese: ma se la tela è bidimensionale, perchè aggiungerle per forza un’altra dimensione? Dipingerò una realtà a due dimensioni. E dipinse quadri bellissimi, guardando i quali i critici suoi contemporanei lo chiamarono: Bestia (Fauve). Ora, se un artista vuole creare un mondo bimensionale e vi riesce - Matisse lo fa in modo naif (primitivo) e fiabesco - fa belle cose. Se un pittore o un fotografo vuole riprodurre un mondo tridimensionale e gli scappa fuori una cosa piatta, fa schifezze.
Se avete un lotto di terreno coltivato a prato e il vostro vicino ne ha uno identico ma con alberi, quest’ultimo vi sembrerà più grande del vostro, in quanto gli alberi scandiscono i vari piani dello spazio. Ecco perché il panorama di Napoli acquista profondità se in primo piano c’è il famoso Pino: è un’immagine di scuola, ma meglio scolastici che scorretti. Fotografando un panorama, se a lato dell’immagine avrete inquadrato un cespuglio, magari scuro, in contrasto con un panorama assolato, darete profondità e carattere all’immagine; potrete farla inquadrare da una T formata dai rami di un albero in primo piano. Se un panorama contiene per sua natura vari piani, avrà più profondità. Per questo Cèzanne amava dipingere in Bretagna. E il Romanticismo tedesco è nato a Olevano Romano! La sorprendente notizia appresa visitando una recente mostra in quel paese stupisce di meno se ci si mette nei panni di giovani artisti tedeschi giunti a Roma nel corso del "Grand Tour" da un vastissimo paese dotato di tre o al massimo quattro colline; essi si "avventurarono" - per un’alternativa alla "solita" Roma - nella "selvaggia" Ciociaria e restarono colpiti dal selvaggio panorama di Olevano, digradante verso la vallata. Per la serie "Fatevi da voi il vostro panorama", esemplare è la veduta dalla balaustrata di Villa Aldobrandini, col prato digradante tra ali di lecci, Piazza Marconi che pare un buchetto e il mare oltre la pianura.
Le macchine sono belle e sceme. Come... lasciamo perdere! Se ci addormentiamo al volante anche di una Ferrari, la macchina non penserà: "Guarda ‘sto fesso, me manda a sbatte contr’ar muro, famme scansà! Infrocierà senza esitare". Perciò la vostra fotocamera va guidata: artigliatela e tenetela fermissima se no la foto vi verrà "mossa". E tenetela in posizione ortogonale, se no il mare vi verrà...in discesa!
Per tornare agli studi sulla prospettiva, grande supporto tecnico fu per i pittori l’invenzione della camera oscura: attraverso un foro, la luce penetrata in una scatola di legno nera, proiettava, per un fenomeno ottico, immagini della realtà... capovolte. Anche il grande Canaletto si faceva aiutare per le sue splendide prospettive dal suddetto attrezzo, con l’inconveniente però di dipingere appeso per i piedi... (questa ve la potevo risparmiare, è proprio cretina!). Il signor Daguerre, mettendo una lente davanti al foro e spalmando una soluzione chimica su di una "lastra" posta nella scatola davanti alla lente, permise a tutti, anche ai non pittori, di "scrivere" immagini con la "luce". Ma non bisogna abusare di questo privilegio tecnico! Perchè se dipingete un quadro o scattate una foto divenite creatori di un’immagine che, per essere esteticamente valida, dovrà possedere determinati requisiti.
Un’istantanea sarà "bella" se avrete colto l’attimo fuggente del gesto del bimbo o del goal di testa. Il ritratto sarà "bello" se sarete riusciti a cogliere il "carattere" del soggetto (mamma, fidanzata, gatto). La "veduta" sarà "bella" se avrete sapientemente mescolato armonia, contrasto e profondità. Facile a dirsi!
E, per finire, evitate, vi prego, la foto ricordo "alla turistica"! Immagine schiacciata dal pieno sole, faccia della persona appiattita, tutta bianca (tranne il triangolino nero dell’ombra del naso), occhi strizzati tipo gatto illuminato di notte, Basilica di San Marco alle spalle. È triste come LA FOTO DEL SEQUESTRATO col giornale: non è una fotografia, è una prova. Che il sequestrato è vivo a quella data, che Federica, in un mezzogiorno d’estate, era effettivamente a Venezia. Ma l’immagine è un’altra cosa. Mi chiedo se qualcuno dei maestri fotografi abbia mai scattato una foto ricordo "alla turistica"...
Ma la foto che mi turba il sonno quando ho "cenato pesante" è quella del giapponese col sorriso idiota che protende il braccio a sorreggere la Torre di Pisa!