Sommario
anno X numero 3 - marzo 2001
ARTE - pag. - 14c
Arte e natura in Italia
di Alberto Restivo
È noto a tutti, o per lo meno a coloro che riescono ad interrompere il
frenetico corso della vita, che la nostra Italia, oltre a possedere un
notevolissimo patrimonio naturale costituito da monti, laghi, coste, mari incantevoli,
anche se spesso lasciati in balia di inquinamento, costruzioni selvagge e trascuratezza,
sia dotata anche di un ricchissimo patrimonio artistico.
Questa ricchezza le deriva dalla particolarità delle sue tappe storiche. Ognuna di esse
è infatti caratterizzata da una notevole raccolta di opere darte: facilmente
ricordiamo la grande fioritura artistica ed architettonica sviluppatasi durante la
dominazione dellImpero romano di cui lItalia ed in special modo Roma, è
stata il centro che ci ha lasciato anfiteatri, fori, circhi, ville, affreschi, mosaici
ecc.; pensiamo allunicità della civiltà etrusca e longobarda, allItalia
religiosa e papale, con le sue catacombe e mirabili opere di scultura.
Ma il periodo storico sicuramente più felice per lItalia, dal punto di vista
artistico, corrisponde alla nascita ed allo sviluppo delle Città, che hanno avuto
caratteristiche particolari ed uniche in Italia con un conseguente sforzo artistico
inimitabile nel corso dei secoli.
Nella Città si combattono le lotte per il potere, per la magnificenza e la
spettacolarità, e lartista è sempre il benvenuto alla corte dei Signori e dei
ricchi protettori nei vari Comuni e Signorie. La dialettica sociale, le lotte
campanilistiche contro i centri limitrofi che porteranno alla creazione degli stati
regionali, realizzando così la politica della massima espansione sono tutte cause ed
effetti che favorirono lo sviluppo artistico delle Città.
Così in Firenze, Venezia, Milano, Roma troviamo palazzi, ville, chiese e
lespressione dei migliori artisti: Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano,
Caravaggio
Nonostante la Città sia il serbatoio privilegiato delle
opere darte, non si può dimenticare il contributo, spesso accantonato, della
tradizione artistica popolare, che ha lasciato, nei paesi di provincia ed in campagna,
opere suggestive e di inconsueta espressione, che spesso vengono ad inserirsi in
tradizioni culturali, religiose, espressive, in netta antitesi con il predominio
stilistico cittadino.
LItalia quindi è dotata di un patrimonio artistico ricchissimo ed è naturale che
si tenti di farne una fonte di ricchezza e di entrate economiche per il Paese.
Ma non poche sono le difficoltà a cui si va incontro attuando una simile politica
artistica e culturale: va sottolineato il totale abbandono e la noncuranza rispetto ad
opere di notevole valore artistico a causa della loro lontananza dalle centrali turistiche
nonché a causa degli elevati costi di restauro.
Si parla in questi casi soprattutto delle opere artistiche popolari che si rinvengono in
provincia o in campagne sperdute.
Altra difficoltà consiste nello sviluppo contorto e disordinato delle città che spesso
soffocano i centri storici, quando non li eliminano totalmente per far posto a nuovi
quartieri e ciò per ragioni di carattere utilitaristico o igienico o politico.
Inquinamento ed eccessivi rumori apportano degradi spesso irrecuperabili alle opere
artistiche, da cui i numerosi restauri che privano il turista per parecchi mesi
lanno, se non per anni interi, della visione completa delle opere darte.
Spesso nelle località artistiche mancano le strutture necessarie per uno sviluppo
turistico-culturale, come ad esempio strade, indicazioni, alberghi, servizi di trasporto.
E che dire di quei musei perennemente chiusi per carenza di personale e di
finanziamenti
? Perciò, prima di avanzare ipotesi futuriste sullo sviluppo artistico
in Italia è necessario rendersi ben conto di quali sono le difficoltà e le reali forze
in gioco e di quanta sia la volontà di agire nel senso di una totale rivalutazione del
nostro patrimonio artistico. Se la Storia ha favorito lItalia nella creazione delle
opere darte, unaltra storia ha contribuito a distruggere il patrimonio
artistico, tranciando con stradoni degni dei più veloci automezzi centri storici di
valore incalcolabile, lasciando allabbandono e allincuria opere uniche. Sono
sicuramente problemi importanti, ma che una volta risolti possono dare a questa terra di
frane, di terremoti, di inquinamenti e disordini, un nuovo volto. Ma cè anche chi
considera leconomia turistica una economia dei poveri, e che perciò è
meglio favorire la realizzazione di grandi industrie, di grandi progetti tecnologici,
piuttosto che tutelare un patrimonio artistico unico.Certo è che se non è possibile
trasformare lItalia in un paese che vive solo di turismo culturale, non si
può comunque dimenticare un così vasto patrimonio che deve essere tutelato e conservato.
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