Sommario
anno X numero 3 - marzo 2001
LETTERATURA - pag. -
20 -21
Morte di un poeta Beat
Gregory Corso è morto nel gennaio scorso
di Nicola DUgo
Gregory Corso
Aveva settantanni Gregory Corso, il poeta più europeista della
Beat Generation, il movimento che dagli anni Cinquanta aveva aperto la via alla
contestazione giovanile in America. Si è spento a gennaio allospedale di North
Memorial Medical Center di Robbinsdale, nel Minnesota, dove a settembre si era trasferito
a casa della figlia Sheri Langerman, uninfermiera, per un tumore alla prostata.
Poeta autodidatta (lesse il russo Dostoevskij, il francese Stendhal e linglese Percy
Shelley in carcere), il suo linguaggio è considerato tuttoggi il più onirico della
Beat Generation, addirittura il più ingenuo e naïf. Nellintento di portare
la poesia a un linguaggio colloquiale, di strada, tipico dei poeti newyorchesi degli anni
Cinquanta e Sessanta, seppe raccontare in modo diretto, come una cronaca vocale
estemporanea, gli eventi e lo stato di salute degli americani. Anzitutto evitando la
retorica di massa, dei proclami giovanili che, nella misura in cui volevano essere
rivoluzionari, finivano per essere nuovamente dettati da schematismi, abitudini e vincoli
formali che contrastavano con lidea di uomo libero cui Corso aspirava. Con la sua
ironia ha scritto pagine provocatorie anti-Beat, nella misura in cui, al tempo, essere
Beat significava essere alla moda.
Neppure allinterno della Beat Generation fu sempre compreso. Jack Keroack e Allen
Ginsberg lo indicavano come il migliore poeta dAmerica, mentre un altro grande
scrittore del movimento Beat, leditore di City Lights Lawrence Ferlinghetti, gli negò una pubblicazione,
ritenendola fascista: solo anni dopo comprese di essersi sbagliato, che Corso non amava i
proclami e le ideologie canonizzate da un gruppo.
Gregory Corso con Allen Ginsberg
Anche la poesia più celebre di Corso, "Bomb"
(Bomba, 1958), fu oggetto di fraintendimento. Scritta a forma di fungo nucleare, è
unelegia satirica, ricca di ironia e ritmo. Dopo aver assistito alla dimostrazione
di un esperimento nucleare in Inghilterra e allaccanimento dei pacifisti contro la
bomba, il poeta newyorkese se la prese con lespressione violenta del pacifismo
stesso, componendo una "lettera damore" alla bomba atomica, contro la
stupidità umana che genera violenza: per Corso la bomba era un prodotto della storia, di
una mentalità di fondo sbagliata che stava coinvolgendo tutti, militaristi e pacifisti
allo stesso modo, che vedeva ora contrastarsi su un terreno della violenza, quale
espressione socialmente indotta nellindividuo e condivisa da entrambe le fazioni. Il
celebre film di Stanley Kubrick Il
dottor Stranamore, ovvero come amai a non preoccuparmi e ad amare la bomba uscì
otto anni dopo, e assunse un linguaggio molto meno ambiguo della poesia di Gregory Corso.
Del resto, questo modo ironico di scrivere unelegia distruttiva contro il genere
umano era già stato impiegato alla fine negli anni Dieci dal più grande poeta della
guerra e della pietà: Wilfred Owen (Poesie di guerra, Einaudi, Torino 1985). Così,
in "The American Way" (La Via Americana), gli strali del poeta
italo-americano contro lAmerican dream prendono la piega di un discorso
colloquiale, in cui addita, in linea con Walt Whitman, il male dellAmerica negli
americani stessi e non nei loro governanti, che non sono consapevoli (e quindi
responsabili) delle contraddizioni americane. La poesia di Corso, lo si nota nel
parallelismo con la celebre poesia "America" di Allen Ginsberg, si colloca
allinterno del processo storico, non solo nel proprio tempo e nellattuale
scenario politico.
Lawrence Ferlinghetti
Scrittore dal linguaggio ardito, senzaltro
inconsueto, a volte bizzarro (come quando il mare gli dice che ciò che mangia è la madre
adottiva e non un pesce), ma anche e specialmente da una lettura della vita fatta, prima
che sui libri, per le strade, Gregory Corso era nato il 26 marzo 1930 a Greenwich Village,
il quartiere bohémien di New York, dove sarebbero passati, oltre a Keroack e Ginsberg,
personaggi leggendari come Dylan Thomas e Henry Miller e, quando divenne ricco, Bob Dylan.
Tuttaltro che poetici i natali: i genitori non erano due bohémien, ma due
adolescenti dorigine italiana di diciassette e sedici anni, che si lasciarono sei
mesi dopo la nascita del poeta, e la madre ritornò in Italia. Da allora la vita del
bambino fu un susseguirsi impressionante di ricoveri in orfanotrofi, affidamenti a
famiglie e fughe da casa del padre, che lo aveva ripreso con sé alletà di 11 anni.
A dodici finisce in riformatorio, a diciassette sconta tre anni in carcere per il furto di
una radio. È lì che apprende le difficoltà dei carcerati e la loro umanità, e comincia
a scrivere poesie. Uscito dal carcere, incontra in un bar di Greenwich Village frequentato
da lesbiche il più noto poeta Beat, Allen Ginsberg, che lo introduce alla scrittura
davanguardia, e di lì a poco alla fama fra gli scrittori newyorkesi. Ma non è una
vita facile. A trentanni passa da un lavoro allaltro, si imbarca per il
Sudamerica e il Sudafrica, e approda infine in Europa. Nellintroduzione alla
raccolta più celebre di Corso, Gasoline (Benzina), Allen Ginsberg segnala al
lettore che Corso è forse il più grande poeta americano, ma di fatto fa la fame in
Europa.
Erano anni in cui la Beat Generation subiva attacchi non solo dai circoli letterari
tradizionali, ma dalle corti di giustizia, e in cui era facile essere additati come
comunisti. Durante gli anni del terrore macarthista in America, Corso preferì abbandonare
linsegnamento della poesia di Shelley alluniversità piuttosto di
sottoscrivere la dichiarazione di non essere un comunista. Più che al comunismo,
lattenzione di Corso era rivolta allaffrancamento dalle regole, attraverso la
cultura classica e il buddismo, senza tralasciare il cristianesimo. Secondo Ann Douglas,
professoressa di studi americani alla Columbia University, la poesia "Marriage"
(Matrimonio) costituì un motivo di stimolo per lemancipazione femminile: "Le
donne guardavano Corso e gli altri poeti Beat, e si chiedevano, Se questi uomini
stessi possono essere liberi dai ruoli prestabiliti del genere sposarsi, lavorare
per una corporazione e via dicendo perché noi no?" E ne seguivano
lesempio. Corso, che è stato sposato tre volte, terminava il componimento con:
"Ah, eppure so bene che se una donna fosse possibile come io sono possibile allora il
matrimonio sarebbe possibile."
Sregolato, tossicodipendente e alcolista nella vita, anche negli ultimi tempi, da
ammalato, non aveva perso lattaccamento alla libertà di cui era noto in gioventù.
La figlia Sheri Langerman racconta che lo scorso settembre lo aveva trovato in condizioni
disperate, abbandonato a se stesso dentro casa, rifiutando laiuto degli amici:
"Pensavo di dovergli già preparare il funerale, ma poi si era ripreso: abbastanza da
bere, bestemmiare e organizzare di nuovo delle partite a poker." Lo aveva portato con
sé da New York in Minnesota, dove Corso, dopo un iniziale "shock culturale", si
era messo a giocare con i nipoti e a uscire di casa. E non aveva perso neppure la vena
umoristica: "Una volta lo abbiamo portato al casinò in sedia a rotelle, tutto
avvolto in coperte a fiorellini, che pareva la madre di Whistler. Si è portato via 1.200
dollari dal tavolo del blackjack. Quando laddetto del casinò lo ha chiamato
Signora, lui ha commentato: Lo prendo per un complimento. Vuol dire che
ho una bella pelle."
Corso ha continuato a lavorare fine allultimo. "La Poesia è il mio
Paradiso," diceva da ragazzo. La settimana prima di morire aveva registrato un CD di
musica e poesia con Marianne Faithfull a casa della figlia Sheri. Ha lasciato cinque
figli, sette nipoti e un pronipote. Prima di morire aveva espresso il desiderio che, dopo
i funerali nella chiesa di Our Lady of Pompeii (Nostra Signora di Pompei) a Greenwich
Village, le sue ceneri venissero seppellite in Italia, nel cimitero acattolico di Roma,
accanto alla tomba del poeta romantico inglese Percey Shelley.
Leggere oggi la sua poesia aiuta a comprendere le atmosfere e le riflessioni di un uomo
che ha vissuto e raccontato uno dei periodi più significativi e controversi del
dopoguerra, nel quale, accanto al boom economico e alla guerra fredda, si manifestavano
nuove esigenze di libertà individuale e repressione ideologica nel paese della democrazia
più famosa.
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