Agli albori dei tempi Dio aveva dato alluomo ed a
tutte le creature la notte, per riposarsi e per dormire, ma luomo inventò
lelettricità, i computers, gli elettrodomestici ed il motore a scoppio e tutte le
altre nuove tecnologie e la notte non fu più riposo e pace, ma lavoro e stress, ricerca
dinformazioni e sete di guadagno, corsa affannata verso la scuola o lufficio.
La notte si lavorava, si andava in banca o allufficio postale o in piscina. La notte
diventò quasi come il giorno, a causa del risparmio energetico, perché i dirigenti di
una grande azienda elettrica semi-statale avevano deciso che consumare energia elettrica
di notte e nei giorni festivi sarebbe costato meno, e costando meno perciò tutti la
consumavano di notte in grande quantità. Alle ore 02.00 di un giorno qualunque del 2002,
in un palazzo qualunque, in un quartiere qualunque, di una qualunque grande città
italiana si svolgeva così una febbrile e sconcertante attività. Per strada cera il
solito traffico, parecchie persone mettevano in moto lautomobile ed andavano a
lavorare in azienda per coprire il secondo turno notturno, prima inesistente. Alle ore
03.00 del mattino il web designerFabio si connetteva con il proprio computer ad Internet e
nella notte rimbombava il segnale di connessione di linea occupata, poiché altri
navigatori stavano già navigando in rete e le lineee erano già tutte intasate. Dopo
dieci tentativi andati a vuoto Fabio desisteva e si metteva a stampare i documenti da
portare lindomani in ufficio, per progettare il sito Internet. Nella medesima ora il
vicino di casa inseriva il suo cd preferito nel lettore cd del proprio personal computer
ed ascoltava a tutto volume la sua musica preferita, mentre tre piani più su alcuni
ragazzi giocavano una partita notturna con il proprio videogame preferito, producendo
esplosioni, spari ed urla agghiaccianti nel cuore della notte. Ora qualcuno stava
esultando, poiché la sua squadra del cuore aveva segnato un bel rigore, in televisione.
La città intera "chattava", inviava messaggi di posta elettronica ai quattro
capi del mondo, scaricava dai furgoni computers, telefonini, giornali e vaccini
antiallergici, o costruiva di notte siti aberranti ed orribili per pubblicizzarsi in
Internet. Persone per strada telefonavano con il proprio cellulare ai parenti lontani,
urlando nellapparecchio (erano sordi?) e svegliando i propri cari nel cuore della
notte, per il solo fatto che di notte le telefonate interurbane costavano meno. Era
luso errato da parte delluomo delle nuove tecnologie, che mutavano così anche
i naturali ritmi di veglia e di sonno ed impedivano alluomo di ricaricare
naturalmente le proprie batterie, poiché dormire di notte era ormai considerato alla
stregua di una perdita di tempo ed un lusso per ricchi.
Attraverso i muri sottili degli appartamenti si sentivano nella notte
persone che parlavano ad alta voce, gridavano al telefono, litigavano, lavavano piatti,
ridevano, si lavavano, facevano ginnastica o trascinavano letti o pacchi, con rumori
dacqua, di posate, di spostamenti di mobili o sedie e di chissà quali altri oggetti
che producevano mille innumerevoli rumori notturni.
Alle cinque del mattino un rappresentante suonava alla vostra porta di
casa volendo mostrarvi lultima enciclopedia informatica esistente,
ottocentomilacinquecentotré pagine su cd-rom multimediale contenenti tutto lo scibile
umano delle materia informatiche attualmente esistenti, rifiutavate e speravate infine di
poter dormire un po, ma la vostra speranza era vana, il giorno era ormai quasi già
iniziato e con esso una maggiore frenetica attività umana. Suonavano così le sirene
delle fabbriche che invitavano gli operai ad iniziare il turno delle cinque e un quarto
del mattino, lallarme di unautomobile presa dassalto dai ladri e
lantifurto di una grande banca, scattato per errore. Ora la gente approfittava di
quelle ore rubate al sonno per fare le cose che di giorno non riusciva mai a fare, come
studiare, leggere, imparare una lingua straniera, scrivere, dipingere, disegnare, fare
piccoli lavori di bricolage, tagliare la siepe del proprio giardino alla luce dei
lampioncini, scolpire il marmo di notte o suonare la chitarra elettrica o il sax.
Chi lavorava di giorno coltivava i suoi passtempi di notte, e
viceversa, senza mai un attimo di tregua per fermarsi, riflettere o meditare. La notte era
diventata così produttiva quasi come il giorno, un po meno frenetica ma assai
diversa dal quieto vivere e dal bel silenzio che laveva caratterizzata in passato.
Ora le casalinghe, in piena notte, infornavano torte e cannelloni,
azionavano lavatrici ed aspirapolvere, stiravano o stendevano panni in terrazza, vestivano
bambini recalcitranti ed urlanti, lavavano i pavimenti di notte ed andavano a fare la
spesa nei supermercati notturni. Ovunque da dietro le porte si udiva un brusio notturno di
attività a volte frenetiche ed alienanti, e soprattutto, rumori mai sentiti prima
dora, in quella fascia oraria: gente che litigava in strada per una mancata
precedenza seguita da un tamponamento; portalettere che vi venivano a consegnare pacchi e
raccomandate di notte; operai che venivano a leggere i contatori ad orari incredibili;
persone che adoperavano lascensore alle cinque del mattino per scendere ai box per
controllare il livello dellolio del proprio autoveicolo; infine le martellate di un
idraulico che veniva ad aggiustare un tubo che perdeva, nel vicino palazzo, alle quattro e
trenta del mattino.
La maggior parte degli italiani, svegliati senza pietà da vari rumori
produttivi ed industriali, con uno spiccato senso dellimitazione si poneva poi la
seguente domanda: "se lui aggiusta il tubo che perde a questora della notte
perché io non posso sverniciare ora il balcone con il frullino?".
Ed ecco allora che unItalia operosa ed insonne si metteva
allopera, rimboccandosi le maniche, e suonando una sinfonia di frullini e di trapani
che foravano, seghe circolari che tagliavano, martelli che battevano, luci di fiamme
ossidriche che illuminavano a giorno la notte, muratori che muravano, imbianchini che
imbiancavano, programmatori che battevano tasti di tastiere di computers, giornalisti che
scrivevano, attori che recitavano ad alta voce la parte da imparare a memoria dal copione,
ballerini che danzavano di notte e ricadevano pesantemente a terra con strepito e tonfi
inauditi. La notte, si sa, amplificava sempre ogni minimo rumore. Così i cani si
svegliavano ed abbaiavano, si udivano le urla di protesta di coloro che tentavano di
dormire, erano sempre più frequenti le liti di condominio e le cause civili ad esse
connesse, era cioè il solito caos notturno.
Fuori, con tutto il traffico che cera ora in strada, avevano
dovuto mettere dei vigili notturni che sorvegliassero il traffico e dessero multe a più
non posso a chi parcheggiava in doppia o in terza fila, impedendo luscita alle altre
auto del mattino. Inoltre di notte i camion trasportavano le merci per i supermercati, di
notte i magazzini allingrosso di generi alimentari scaricavano le merci in arrivo e
le posizionavano al loro posto sugli scaffali, di notte gli impiegati preparavano le
fatture per le partenze del giorno dopo e controllavano il corretto funzionamento di
terminali, computers e stampanti.
Di notte, con le nuove tecnologie, luomo lavorava e produceva
sempre di più, imparava, studiava, comunicava, realizzava cose fino allora impossibili
nella breve storia dellumanità.
Di notte, però, per meri motivi di puro guadagno, luomo aveva
perso le uniche cose che più importavano veramente per il proprio spirito e per la
propria salute: la propria pace, il proprio tempo libero, la propria umanità.