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Sommario anno X numero 4 - aprile 2001

CURIOSITÀ STORICHE - pag. 18


L’antro della Ninfa Egeria

Era venerata dalle partorienti come propria protettrice

di Luca Ceccarelli

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L’antro in una stampa del Piranesi del XVIII secolo L’antro in una stampa del Piranesi del XVIII secolo

 

Scriveva Goethe nel suo diario italiano del 1786, poi pubblicato come Viaggio in Italia, "Oggi ho fatto visita alla Ninfa Egeria", e di seguito, nella stessa giornata, ad altri ruderi romani, per finire a sera con il Colosseo. Si riferiva all’antro della Ninfa Egeria, che era stato già immortalato da una delle vedute di Roma di Giovan Battista Piranesi, che lo propone come "Veduta della fonte e delle Spelonche di Egeria fuor della porta Capena or di San Sebastiano".
L’antro di Egeria è situato effettivamente fuori della Porta di San Sebastiano, e precisamente sulla Via Appia Pignatelli, e costituiva il ninfeo della villa romana di Erode Attico, del II secolo d. C.. Le acque della fonte, che un tempo rendevano umido e fresco l’antro, avevano proprietà salutari, e la Ninfa (che aveva, lo ricordiamo, un altro luogo di culto insieme a Diana nel bosco nemorense) era venerata dalle partorienti come propria protettrice. Secondo una tradizione ricordata nella Storia di Roma di Tito Livio, Numa Pompilio, il leggendario secondo Re di Roma, sovrano pacifico legiferatore e sacerdote, di Egeria era amante, sicché questa sarebbe stata la sua divina ispiratrice quando le andava a far visita nella spelonca fuori città.
Da ciò si spiega, forse, l’espressione usata da Goethe: il poeta e scrittore tedesco tende ad identificarsi con il sovrano romano, cercando dalla Ninfa non tanto, come Numa, la congiunzione amorosa, ma i consigli e l’ispirazione (ricordiamo che Goethe era anche un robusto pensatore, ed ebbe sempre molto profondo il senso della magia e del divino nella natura e nel mondo).
In realtà al tempo di Piranesi e di Goethe, il Ninfeo di Egeria era adibito a lavatoio (dopo che per ben due secoli era stato addirittura un’osteria), e tale è rimasto fino al Novecento. Ma questi artisti sapevano di dover passare sopra a tali miserie. Goethe non le nomina affatto; nella stampa di Piranesi invece si vedono i panni a lavare, ma c’è un tale slancio delle proporzioni, e un tale gioco di chiaroscuri, che alla fine i panni, e le lavandaie passano del tutto in secondo piano.
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L’antro come è oggi

 

Oggi, scomparsi i re-sacerdoti e i gli artisti che facevano il loro settecentesco grand tour (oltre a Goethe ricordiamo, tra gli altri, Stendhal e Sade), dal 1948 la società "Acqua Minerale Egeria", oltre ad imbottigliare l’acqua omonima, gestisce la fonte della celebre ninfa. Passando lungo via dell’Almone (dal fiume omonimo), poco prima dell’Appia Pignatelli, si incontra il cartello con la scritta in rosso Acqua Minerale Egeria. L’Acqua Santa di Roma. Entrando, oltre il parcheggio si assiste ad una processione di gente che, a volte carica di decine bottiglie di plastica, scende a munirsi dell’acqua curativa dell’apparato digerente. Non è certo l’acqua di Lourdes, ma è pur sempre Acqua Santa.

 


Sommario anno X numero 4 - aprile 2001