Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

 

Sommario anno X numero 4 - aprile 2001

ARTE - pag. 20


L’arte del ‘900 italiano in mostra alla Farnesina

di Mario Bernardi

Sabato 17 e domenica 18 marzo, in occasione della IX edizione della Giornata di primavera in favore del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, il palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri, ha aperto le porte al pubblico per mostrare la propria collezione di arte italiana del XX secolo. Da poco più di un anno infatti il Ministero ha deciso di arredare con opere di arte contemporanea i propri spazi, visitati costantemente da delegazioni provenienti da ogni parte del mondo, offrendo così alle personalità in visita diplomatica la possibilità di avere un ampio panorama della produzione artistica italiana del ‘900 e al contempo favorendo la conoscenza dei nostri artisti, in particolare quelli meno noti e i giovani, al di fuori dell’ambito nazionale.
La collezione è costituita da 130 tra dipinti e sculture e abbraccia tutti i movimenti artistici italiani e gran parte dei suoi esponenti: la prima in ordine cronologico è il bassorilievo in gesso "Cavalli" di Duilio Cambellotti, del 1910, sono poi presenti i Futuristi Fortunato Depero e Giacomo Balla, la Pittura Metafisica di Giorgio De Chirico, poi Gino Severini , Massimo Campigli, Mario Sironi, i "sei di Torino" con Carlo Levi. La "Scuola romana" è presente con Mario Mafai e Fausto Pirandello, il Realismo sociale con Renato Guttuso e l’Astrattismo con Ennio Morlotti, Emilio Vedova e Afro, il gruppo "Forma" con Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, e ancora sono presenti l’arte ‘materica’ di Alberto Burri e lo spazialismo di Lucio Fontana. Dagli anni ’60 ad oggi sono esposte opere di Fabio Mauri, Schifano, Kounellis, Merz, Pistoletto, Paolini fino ai più recenti Ontani, Cucchi e Di Stasio.
Abbiamo citato meno di trenta artisti ma ne sono presenti oltre cento: la caratteristica della collezione della Farnesina infatti, che, come vedremo, non è proprio una collezione, è che si tratta di un allestimento totalmente privo di intenti critici o storiografici nei confronti dell’arte del secolo che si è appena concluso. L’installazione di opere all’interno del Ministero è stata voluta semplicemente per mostrare quello che negli ultimi cento anni è stato fatto dagli artisti italiani, lasciando al fruitore una eventuale valutazione delle opere. Ciò è stato possibile grazie alla formula adottata per l’allestimento, le opere sono infatti state richieste in comodato gratuito per due anni agli artisti o agli eredi e collocate nei corridoi e nei saloni del Ministero senza seguire nessun percorso storico o critico predeterminato. Il Palazzo della Farnesina si presenta poi particolarmente adatto a questo tipo di iniziativa, iniziato nel 1938 dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo per essere il Palazzo del Littorio, ovvero la sede del partito Fascista, ma terminato solo nel 1956, offre degli ampi spazi asettici e saloni con alti soffitti decorati con motivi moderni, di ispirazione astratta e geometrica. La ‘collezione’ si presenta inoltre come un work in progress aperto ai contributi degli artisti che vorranno offrire in prestito le loro opere favorendo al massimo la diversità e la pluralità degli stili e dei linguaggi, oltre al ‘ricambio’ e al ‘passaggio’ di un numero notevole di opere.
La giornata del FAI è stata la prima occasione che ha permesso al pubblico di visitare la collezione e allo stesso tempo il banco di prova di questa iniziativa, che intende ovviamente crescere e allargarsi: in due giorni sono stati registrati circa 5.300 visitatori, di età compresa tra i nove mesi di una bimba che si è arrampicata carponi per lo scalone su cui campeggiava un quadro di Depero, e i 100 anni di un reduce della Grande Guerra che aveva combattuto con Cadorna, che hanno atteso anche due ore e mezza per entrare. L’apertura è stata possibile grazie ai volontari del FAI, studenti, architetti, professori, appassionati d’arte, e al personale del Ministero, impiegati, funzionari, diplomatici, ministri, e perfino direttori generali, il tutto organizzato senza spendere una lira di denaro pubblico e questo è un dato che dovrebbe far riflettere in un paese come il nostro che spende miliardi per finanziare iniziative culturali che spesso vengono svolte solo sulla carta!
La risposta del pubblico a questa iniziativa non può che essere un segnale di spinta a proseguire su questa strada per cui dal Ministero ci fanno sapere che presto seguiranno iniziative affini e che è già in cantiere un catalogo su cd-rom della collezione, sempre in crescita e in evoluzione.


Sommario anno X numero 4 - aprile 2001