di Antonio Pisicchio
Prologo
Innanzitutto, mi sia consentito di salutare tutti i lettori che avranno la pazienza di
intraprendere questo lungo viaggio, volto a chiarire le idee sul mondo di
"Internet". Si tratteranno i concetti base del nuovo sistema di comunicazione
che sta rivoluzionando la vita sociale, economica, politica di questi ultimi anni. Scopo
di questa rubrica quindi è quello di tentare un disegno di massima del mondo Web:
complesso, articolato, di ancora non facile comprensione. Tentare perché di questo si
tratta, visto che il settore è in forte espansione, cambiamento e non del tutto
afferrabile per chi non ha un minimo di conoscenza informatica. La rubrica seguirà un
percorso cronologico: dapprima un po di storia passata, poi gli eventi odierni e per
finire le prospettive future. In tutto questo, sarà necessario aprire
finestre-vocabolario per spiegare termini spesso sconosciuti, a volte di etimologia
inglese. Inoltre, si proporrà un filo diretto con i lettori seguendo la filosofia base di
Internet: "scambio immediato di informazioni". In questottica, il
lettore potrà chiedere spiegazioni e dubbi attraverso posta elettronica al seguente
indirizzo: antonio.pisicchio@antoniosmail.com. In tal modo, nei numeri
successivi, in unapposita sezione della rubrica si tenterà di dare una risposta
esaustiva alle domande.
"E in principio fu la Luce"
Luce? In un certo qual modo, la prima piccola rete locale progenitrice di Internet
seppur vicino nel tempo- fu proprio linterruttore che diede vita a un fenomeno a
cui, inizialmente, non si attribuì il giusto peso. Siamo negli anni Sessanta quando
ancora i computer erano definiti calcolatori, quando le loro dimensioni erano decisamente
improponibili per lutilizzo home-work (lavori di casa e ufficio). In
quellepoca, alcuni studiosi iniziarono a teorizzare la possibilità di creare uno
scambio di informazioni tra macchine collegate in rete attraverso linee telefoniche. Il
procedimento proposto però non era soddisfacente secondo i dirigenti di grandi aziende,
tanto che la stessa Ibm fu la prima a tirarsi fuori dal progetto. Non era possibile,
secondo alcuni, poter creare uno scambio seguendo le metodologie proposte (a cui si
accennerà più avanti). Daltronde i costi stessi dei mainframe (i calcolatori)
erano improponibili, quindi investimenti cospicui non avrebbero ottenuto un immediato
ritorno economico. In secondo luogo, ancora si pensava che lintero mondo occidentale
potesse utilizzare non più di dieci computer (seguendo teorie degli anni Quaranta). Non
era pertanto incentivante spendere denaro per un cerchia ristretta di utenti! Una risposta
esauriente venne dal Dipartimento della Difesa Statunitense: la rete era possibile! In
realtà lo scopo era tuttaltro che benefico. In piena Guerra Fredda, a ridosso dallo
scontro alla Baia dei Porci che portò il mondo sullorlo del collasso di una guerra
nucleare, gli Stati Uniti pensarono di creare una rete di computer (situati nelle basi
logistiche sparse per il territorio nazionale) utile alla difesa in caso di attacco. In
sostanza, anche durante un bombardamento nucleare le singole basi dovevano essere in grado
di dialogare tra loro, con scambi di informazioni veloci e sicure. Ogni base era un nodo
ed ogni nodo era a sé stante. Questo voleva dire che anche la distruzione delle singole
sedi militari non metteva a repentaglio la comunicazione tra i punti logistici rimanenti.
La rete doveva essere in grado di resistere fino al minimo scambio tra due nodi, trovando
sempre un percorso alternativo a quello utilizzato un momento prima dellattacco.
Lesempio
riportato a lato è abbastanza esauriente. I pallini bianchi rappresentano le basi
militari (B), le frecce nere uno dei percorsi possibili di comunicazione, in realtà
esistono B combinazioni con ripetizione. Nel caso in cui B venisse distrutto, il
dialogo tra gli altri nodi sarebbe stato possibile seguendo percorsi alternativi (linee
tratteggiate).
Ecco allora che nel 1966 va in porto lAdvanced Research Projects
Agency (ARPA). Lidea è di Bob Taylor, direttore
dellARPA successivamente diventata DARPA (Defense Advanced
Research Projects Agency).
Assieme a Bob partecipò alla creazione di una piccola rete dimostrativa che
allepoca costò un milione di dollari- Larry Roberts, ricercatore presso il Lincoln
Laboratory del Massachussets Institute of Technology. Il progetto consisteva in
una rete con quattro nodi distanti tra loro: tre università californiane e una dello
Utah. Il sistema utilizzato fino a quel momento bistrattato fu quello della
commutazione a pacchetto o anche Pachet Switching. La differenza rispetto al metodo
Circuit Switching, verificato precedentemente, è tutta insita nella gestione della
trasmissione dati. Nella nuova tecnica non è necessaria una linea dedicata, in quanto
linformazione viene assemblata in pacchetti spediti su cavi telefonici. Il 2
settembre 1969 il circuito si accese e tra lo stupore degli scettici e la gioia degli
inventori avvenne il primo scambio di informazioni in rete. Nacque ARPANET che
dietro la connessione di 256 macchine e server nascondeva lobiettivo reale
del Dipartimento della Difesa americano di verificare la funzionalità di un simile
sistema di comunicazione. Una struttura del genere avrebbe permesso scambi di ingenti
informazioni in pochissimi secondi. In questottica ogni Rete costruita
indipendentemente dalle distanze- avrebbe connesso persone, strutture, Enti che
ancora utilizzavano i classici sistemi (basta ricordare che il Fax ancora non era stato
messo a punto).
Era necessario a quel punto creare uno standard di "dialogo" tra le macchine. Si
cominciò quindi a migliorare la tecnologia usata per Arpanet. Venne creato lInternet
Protocol (IP), un software che trasferisce pacchetti (composti circa da 1500
caratteri) di informazioni da un punto allaltro. Ogni carattere può avere
unorigine diversa ma un unico luogo di destinazione. Allarrivo del pacchetto
si rese necessario creare un software che potesse aprire e ricomporre linformazione
mostrandola completa allutente. Si rese necessario pertanto un software adatto alla
ricomposizione del messaggio, nacque così il Transmission Control Protocol (TCP).
Linsieme dei due software TCP/IP rappresentano ancor oggi lo standard di
trasmissione della rete.
Questo fu solo linizio di un lento processo di modernizzazione dello scambio di
informazioni che dura tuttoggi. Bisogna attendere la fine degli anni Settanta e i
primi anni Ottanta per poter parlare di una rete più estesa. In realtà si trattava di
Enti Statali, Istituti di Ricerca prettamente americani, che dimostravano comunque come
lallargamento della rete ad infiniti utenti non fosse un sogno proibito.
Il passo importante è accaduto nel 1986 quando la Rete è stata collegata a sei grandi
calcolatori, sotto il controllo della National Science Foundation. Nasce così la NSFNET
che avrebbe sostituito, allinizio dellultimo decennio di secolo, la povera
Arpanet ormai definitivamente in pensione!
A questo punto si ha linizio di aggregazioni sempre crescenti grazie anche alla
convergenza di determinati fattori tecnologici che hanno facilitato la diffusione, anche
nelle case, del personal computer e della Rete anche.
In pochi anni molti Stati (dallOccidente, sino ai Paesi in via di sviluppo) si
collegheranno a NSFNET, sviluppando una ragnatela sullintero pianeta. In questo
modo, ogni rete si connetterà ad una già esistente accrescendo in modo esponenziale il
numero degli utenti, nasce Internet.