Giovedì 3 maggio è stato inaugurato a Roma lo Sportello
etico per enti non profit.
Qualcosa si avvia a cambiare, e lattenzione che il Terzo Settore italiano merita e
necessita di avere, da parte delle istituzioni, importantissimo interlocutore per queste
realtà, comincia a strutturarsi; non a caso una delle iniziative pionieristiche in questa
direzione, parte dalla città di Roma che rientra a pieno titolo fra le realtà più
vitali e più significative dellintero panorama nazionale.
Viene quindi dallintuizione del Comune capitolino la concretizzazione di un primo
utilissimo strumento messo a disposizione degli enti non profit per la realizzazione dei
progetti da questi ideati: il Fondo Etico Rotativo.
Si tratta di una reale possibilità per tutti questi soggetti di ottenere il credito
necessario per poter affrontare gli inevitabili oneri finanziari che servono per la
reificazione di idee, progetti originali e soprattutto innovativi, tali da incidere nella
realtà ed effettuare tangibili migliorie nella qualità della vita di tutti i cittadini,
a partire dai più svantaggiati.
Questo strumento, in maniera organizzata e sinergica, fungerà da autentico supporto per
la promozione, il consolidamento e la crescita dei soggetti del sociale, contribuirà
inoltre allindividuazione di altri mezzi di questo tipo messi al servizio di un
auspicabile ulteriore sviluppo del settore nonché di un miglioramento degli interventi.
Parte,dunque: il concorso delle idee per limpresa sociale
Per
raggiungere gli obiettivi prefissi il fondo, alimentato sia dal pubblico che da erogazioni
del privato sensibilizzato ai temi sociali, deve rispondere ad alcune esigenze:
-ogni iniziativa sostenuta non dovrà essere avulsa dal contesto
economico generale in cui si inserirà, altrimenti si rischia di finanziare proposte
sterili e destinate ad esaurirsi in breve tempo;
-permettere la valutazione delle competenze di mercato
dellimpresa sociale non con una logica esclusivamente mercantile e industrialista ma
prendendo in considerazione la capacità di perseguire lobiettivo di incremento e
distribuzione del benessere sociale;
-riservare grande attenzione alle reali possibilità di riuscita dei
progetti utilizzando criteri di valutazione preventivi, per quanto riguarda
lefficacia e lefficienza delle azioni che si intendono intraprendere;
-consentire alle idee migliori, secondo i canoni sopra accennati, di
ottenere crediti anche dalle banche, estremamente riluttanti a considerare gli enti senza
scopo di lucro come possibili clienti, fungendo da garante per conto dei vari soggetti
richiedenti.
A proposito degli Istituti di credito và esplicitato in questo
contesto che proprio il fatto di non riuscire, praticamente mai, ad ottenere prestiti
bancari per poter finanziare le iniziative elaborate, sia stata una delle spinte maggiori
per la creazione di tale Fondo Etico.
Nel terzo millennio in Italia, più che in altri Paesi occidentali, le banche hanno ancora
unorganizzazione che guarda con sospetto al non profit.
In uno dei paesi più avanzati del mondo qual è lItalia, anche un piccolo
imprenditore fa ancora fatica ad ottenere un prestito per la propria attività. Le
statistiche sono, a riguardo, oltre modo illuminanti, un prestito a breve scadenza, in
pratica uno scoperto di conto corrente, in Italia costa in media un interesse pari al
9,86% se la somma non supera i 250 milioni di lire. Questa media è fatta dall8,5%
della Lombardia, ma anche dal 12,30% del Molise. Se però lammontare del prestito
varia da 1 a 5 miliardi di lire, il tasso dinteresse scende all8,3%. Il dato
più eclatante rimane il 4,50% medio quale interesse annuo per un credito oltre i 50
miliardi di lire. Più sei ricco meno paghi!
Se la realtà è dunque difficile per tutti, o quasi, cè da constatare che per le
imprese non profit, non ci sono possibilità di accesso al credito tali da far ben
sperare, o meglio non cerano!
È infatti già "partita" lesperienza del Fondo Etico Rotativo che essendo
svincolato dai parametri dei normali istituti di credito e offrendo una sostanziale
autonomia dai canali tradizionali seguiti finora con le istituzioni, rappresenta un
significativo elemento per un tangibile sviluppo del terzo settore. Il Comune di Roma ha
già predisposto, per esempio, un meccanismo di finanziamento utilizzabile e che sostiene
azioni ed interventi nellarea del mattatoio destinata a villaggio delle culture in
zona "Testaccio".
Tutte le informazioni sul Fondo Etico, e non solo, si possono reperire in via dei
Serpenti, 35 presso lo Sportello Etico, a Roma.
Si tratta di un luogo dove ottenere consulenza tecnica, legislativa e finanziaria, ad hoc
per gli enti non profit; dove poter usufruire di corsi e percorsi di formazione per
la professionalizzazione degli attori del benessere sociale, oggi più di ieri impegnati
in un doveroso lavoro su se stessi, di perfezionamento delle proprie conoscenze e di pari
passo, della necessaria acquisizione delle diverse competenze da utilizzare sul campo.
Inoltre lo sportello permetterà di stringere e favorire i rapporti fra le varie
organizzazioni impegnate nel sociale, sul territorio capitolino.
Ciò sarà possibile anche grazie alla realizzazione di uno spazio virtuale che
sarà copia fedele di quello "fisico" in mattoni di via dei Serpenti, e che ha
come indirizzo internet: www.sportelloetico.it.
La strada verso un Terzo Settore informato, finanziato anche autonomamente e sempre più
professionale è stata intrapresa, ora tocca agli operatori, dirigenti, lavoratori
volontari del benessere sociale, saper sfruttare queste prime iniziative verso un sostegno
autentico e ben meditato di questa realtà economica alternativa ; non resta quindi altro
da fare se non assalire tempestivamente i nostri SPORTELLI ETICI!
Da tempo ormai le realtà presenti sul territorio nazionale che operano senza scopo di
lucro, il cosiddetto privato sociale, sentivano la forte esigenza di poter disporre di
strumenti (
i servizi reali
) che agevolassero il loro intervento nel sociale.
Lo sviluppo delleconomia sociale, la diffusione dei servizi alla persona, la
sperimentazione di nuove e moderne forme di welfare locali e comunitarie, la promozione
della cultura, del tempo libero vissuto in modo "valoriale" (il soddisfacimento
dei propri bisogni in relazione con quelli degli altri) sono effettivi e verificabili
successi ottenuti da questo vivace e vivificante tessuto creato da una miriade di
organizzazioni che hanno eletto a proprio ambito di intervento uno spazio trascurato o
poco coltivato dal mondo delleconomia tradizionale e da quello istituzionale.
La notevole dimensione e diffusione raggiunta, ha consentito a questo settore di
rappresentare, senza dubbio, un vero e proprio sistema economico che, dopo aver sostenuto
negli ultimi anni una crescita prepotente e in alcuni casi a dir poco esplosiva, è ormai
una realtà matura a tutti gli effetti!
Per non incorrere in equivoci di sorta, è chiaro che si sta parlando di associazioni
di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni non
bancarie, comitati spontanei
, una fitta rete di piccoli e grandi soggetti nei
cui confronti il sistema economico finanziario del nostro paese ha finora dimostrato
disinteresse se non un vero e proprio ostracismo.
Gli stessi enti locali da un lato scelgono sempre di più questi soggetti per affidare
loro il delicato compito di erogare e gestire servizi alla persona, si pensi all
utilissimo intervento, in questo senso, attuato dalle nostre cooperative sociali (più di
5.500 in Italia, con un numero di lavoratori che supera ormai largamente le 110.000
unità!), ma dallaltro non hanno fino ad adesso saputo cogliere appieno
lenorme valore di questi soggetti come potenziali elementi trainanti per la crescita
economica e sociale dei territori e per una tangibile consapevolezza da parte dei
cittadini del ruolo fondamentale, che naturalmente ricoprono, per lo sviluppo della
società.
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