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Sommario anno X numero 5 - maggio 2001

 VOLONTARIATO - pag. 09


Servizi e credito al non profit!

Una scommessa vinta: Fondo Etico Rotativo

a cura del CESV

Giovedì 3 maggio è stato inaugurato a Roma lo Sportello etico per enti non profit.
Qualcosa si avvia a cambiare, e l’attenzione che il Terzo Settore italiano merita e necessita di avere, da parte delle istituzioni, importantissimo interlocutore per queste realtà, comincia a strutturarsi; non a caso una delle iniziative pionieristiche in questa direzione, parte dalla città di Roma che rientra a pieno titolo fra le realtà più vitali e più significative dell’intero panorama nazionale.
Viene quindi dall’intuizione del Comune capitolino la concretizzazione di un primo utilissimo strumento messo a disposizione degli enti non profit per la realizzazione dei progetti da questi ideati: il Fondo Etico Rotativo.
Si tratta di una reale possibilità per tutti questi soggetti di ottenere il credito necessario per poter affrontare gli inevitabili oneri finanziari che servono per la reificazione di idee, progetti originali e soprattutto innovativi, tali da incidere nella realtà ed effettuare tangibili migliorie nella qualità della vita di tutti i cittadini, a partire dai più svantaggiati.
Questo strumento, in maniera organizzata e sinergica, fungerà da autentico supporto per la promozione, il consolidamento e la crescita dei soggetti del sociale, contribuirà inoltre all’individuazione di altri mezzi di questo tipo messi al servizio di un auspicabile ulteriore sviluppo del settore nonché di un miglioramento degli interventi. Parte,dunque: il concorso delle idee per l’impresa sociale… Per raggiungere gli obiettivi prefissi il fondo, alimentato sia dal pubblico che da erogazioni del privato sensibilizzato ai temi sociali, deve rispondere ad alcune esigenze:

-ogni iniziativa sostenuta non dovrà essere avulsa dal contesto economico generale in cui si inserirà, altrimenti si rischia di finanziare proposte sterili e destinate ad esaurirsi in breve tempo;

-permettere la valutazione delle competenze di mercato dell’impresa sociale non con una logica esclusivamente mercantile e industrialista ma prendendo in considerazione la capacità di perseguire l’obiettivo di incremento e distribuzione del benessere sociale;

-riservare grande attenzione alle reali possibilità di riuscita dei progetti utilizzando criteri di valutazione preventivi, per quanto riguarda l’efficacia e l’efficienza delle azioni che si intendono intraprendere;

-consentire alle idee migliori, secondo i canoni sopra accennati, di ottenere crediti anche dalle banche, estremamente riluttanti a considerare gli enti senza scopo di lucro come possibili clienti, fungendo da garante per conto dei vari soggetti richiedenti.

A proposito degli Istituti di credito và esplicitato in questo contesto che proprio il fatto di non riuscire, praticamente mai, ad ottenere prestiti bancari per poter finanziare le iniziative elaborate, sia stata una delle spinte maggiori per la creazione di tale Fondo Etico.
Nel terzo millennio in Italia, più che in altri Paesi occidentali, le banche hanno ancora un’organizzazione che guarda con sospetto al non profit.
In uno dei paesi più avanzati del mondo qual è l’Italia, anche un piccolo imprenditore fa ancora fatica ad ottenere un prestito per la propria attività. Le statistiche sono, a riguardo, oltre modo illuminanti, un prestito a breve scadenza, in pratica uno scoperto di conto corrente, in Italia costa in media un interesse pari al 9,86% se la somma non supera i 250 milioni di lire. Questa media è fatta dall’8,5% della Lombardia, ma anche dal 12,30% del Molise. Se però l’ammontare del prestito varia da 1 a 5 miliardi di lire, il tasso d’interesse scende all’8,3%. Il dato più eclatante rimane il 4,50% medio quale interesse annuo per un credito oltre i 50 miliardi di lire. Più sei ricco meno paghi!
Se la realtà è dunque difficile per tutti, o quasi, c’è da constatare che per le imprese non profit, non ci sono possibilità di accesso al credito tali da far ben sperare, o meglio non c’erano!
È infatti già "partita" l’esperienza del Fondo Etico Rotativo che essendo svincolato dai parametri dei normali istituti di credito e offrendo una sostanziale autonomia dai canali tradizionali seguiti fin’ora con le istituzioni, rappresenta un significativo elemento per un tangibile sviluppo del terzo settore. Il Comune di Roma ha già predisposto, per esempio, un meccanismo di finanziamento utilizzabile e che sostiene azioni ed interventi nell’area del mattatoio destinata a villaggio delle culture in zona "Testaccio".
Tutte le informazioni sul Fondo Etico, e non solo, si possono reperire in via dei Serpenti, 35 presso lo Sportello Etico, a Roma.
Si tratta di un luogo dove ottenere consulenza tecnica, legislativa e finanziaria, ad hoc per gli enti non profit; dove poter usufruire di corsi e percorsi di formazione per la professionalizzazione degli attori del benessere sociale, oggi più di ieri impegnati in un doveroso lavoro su se stessi, di perfezionamento delle proprie conoscenze e di pari passo, della necessaria acquisizione delle diverse competenze da utilizzare sul campo. Inoltre lo sportello permetterà di stringere e favorire i rapporti fra le varie organizzazioni impegnate nel sociale, sul territorio capitolino.
Ciò sarà possibile anche grazie alla realizzazione di uno spazio virtuale che sarà copia fedele di quello "fisico" in mattoni di via dei Serpenti, e che ha come indirizzo internet: www.sportelloetico.it.
La strada verso un Terzo Settore informato, finanziato anche autonomamente e sempre più professionale è stata intrapresa, ora tocca agli operatori, dirigenti, lavoratori volontari del benessere sociale, saper sfruttare queste prime iniziative verso un sostegno autentico e ben meditato di questa realtà economica alternativa ; non resta quindi altro da fare se non assalire tempestivamente i nostri SPORTELLI ETICI!
Da tempo ormai le realtà presenti sul territorio nazionale che operano senza scopo di lucro, il cosiddetto privato sociale, sentivano la forte esigenza di poter disporre di strumenti (…i servizi reali…) che agevolassero il loro intervento nel sociale.
Lo sviluppo dell’economia sociale, la diffusione dei servizi alla persona, la sperimentazione di nuove e moderne forme di welfare locali e comunitarie, la promozione della cultura, del tempo libero vissuto in modo "valoriale" (il soddisfacimento dei propri bisogni in relazione con quelli degli altri) sono effettivi e verificabili successi ottenuti da questo vivace e vivificante tessuto creato da una miriade di organizzazioni che hanno eletto a proprio ambito di intervento uno spazio trascurato o poco coltivato dal mondo dell’economia tradizionale e da quello istituzionale.
La notevole dimensione e diffusione raggiunta, ha consentito a questo settore di rappresentare, senza dubbio, un vero e proprio sistema economico che, dopo aver sostenuto negli ultimi anni una crescita prepotente e in alcuni casi a dir poco esplosiva, è ormai una realtà matura a tutti gli effetti!
Per non incorrere in equivoci di sorta, è chiaro che si sta parlando di associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni non bancarie, comitati spontanei …, una fitta rete di piccoli e grandi soggetti nei cui confronti il sistema economico finanziario del nostro paese ha fin’ora dimostrato disinteresse se non un vero e proprio ostracismo.
Gli stessi enti locali da un lato scelgono sempre di più questi soggetti per affidare loro il delicato compito di erogare e gestire servizi alla persona, si pensi all’ utilissimo intervento, in questo senso, attuato dalle nostre cooperative sociali (più di 5.500 in Italia, con un numero di lavoratori che supera ormai largamente le 110.000 unità!), ma dall’altro non hanno fino ad adesso saputo cogliere appieno l’enorme valore di questi soggetti come potenziali elementi trainanti per la crescita economica e sociale dei territori e per una tangibile consapevolezza da parte dei cittadini del ruolo fondamentale, che naturalmente ricoprono, per lo sviluppo della società.
CESV - CEntro Servizi per il Volontariato


Sommario anno X numero 5 - maggio 2001