Sommario
anno X numero 6 - giugno 2001
I NOSTRI PAESI -
pag.13
castelgandolfo
La Metropolitana dei Castelli Romani
di di Valeria ScillieriValeria Scillieri
ha riscosso un notevole interesse il convegno
illustrativo La Metropolitana dei Castelli Romani, uno studio di fattibilità
per la soluzione dei problemi della mobilità nellambito dei Castelli Romani e tra i
Castelli, Roma ed il Litorale, organizzato dalla Casa delle Libertà.
Il convegno si è tenuto nel corso del tardo pomeriggio di giovedì 3 maggio, nei locali
del Ristorante La Panzanella, situato sul lungolago, nel Comune di
Castelgandolfo.
Ha
aperto il dibattito Lorenzo Toglia, già Dirigente del Servizio per lattuazione dei
programmi per Roma Capitale e Giubileo presso la Presidenza del Consiglio. In merito
allargomento della mobilità, nella zona, Lorenzo Toglia ha voluto sottolineare che tutta larea metropolitana romana soffre a
causa di problemi nel settore dei trasporti; ciò è provocato, anche, da una politica non
lungimirante.
Già introdotti nel pieno del dibattito, è seguito lintervento di Angelo Chiolle,
capogruppo di FI al Comune di Frascati, che ha sottolineato limportanza del
progetto, che punta, tra laltro, a dotare
i Castelli di infrastrutture moderne ed efficienti. In base a studi e resoconti,
è risultato che il sistema di trasporto predominante nella zona, al momento, è quello
privato su gomma, cioè in automobile; ciò perché il
parametro di riferimento in questi anni, nel settore dei
trasporti ha continuato Angelo Chiolle non si è mai basato su quelle che sono le reali
richieste dellutenza.
È stato poi introdotto lintervento di Antonio Tamburino, docente di strutture
ambientali presso lUniversità degli studi La Sapienza di Roma ed autore
del progetto, il quale ha sottolineato il fatto che nella moderna civiltà, quello della mobilità è un vero e proprio
bisogno. Dati alla mano, risulta che lo scorso anno il trasporto pubblico
raggiungeva solo il 30% della mobilità e il trasporto su rotaia solo il 10-15%; noi vogliamo arrivare al 40-50%
continua il relatore quindi, la strada da
fare, è molta. Il Professore ha mostrato, esponendo nei particolari, cartine e
progetti relativi alla linea metropolitana
dei Castelli.
È seguito lintervento di Fabrizio Manupelli, il quale ha voluto manifestare il suo
interesse per il progetto, finalizzato a risolvere
il problema dei trasporti, sia su rotaia che su strada.
È intervenuto, subito dopo, lon. Mario Masini che ha riconfermato il suo impegno ed
il pieno appoggio al progetto che sicuramente rilancerà queste zone ed il flusso turistico, con il
conseguente incremento industriale.
A concludere gli interventi, è stato lon. Francesco Aracri, Assessore ai LL.PP.
della Regione Lazio, che ha sottolineato come la non
chiusura dellanello ferroviario di Roma, nel 99, ha provocato oltre 1.300
miliardi di aggravi costi allimpresa.
Il primo tratto della linea, quello che, partendo da Ciampino, arriverà fino a Genzano,
sfrutterà, per lo più, il trattato ferroviario già esistente, limitando, così, i
tempi. Si tratterà di mezzi che viaggeranno ad orari certi, con una frequenza di circa 10
minuti, che scenderanno fino a 2 negli orari di punta.
Non sono pochi, né di rilievo marginale, gli effetti positivi che un simile progetto
potrebbe portare; tra questi spicca un
decongestionamento delle maggiori arterie stradali, principalmente quelle che collegano i
Castelli alla Capitale, nonché un risparmio economico, di tempo e di stress, per tutti i
cittadini che si trovano a percorrere spesso questa tratta; da evidenziare è, anche, la
conseguente riduzione dellinquinamento; lincremento di valore di proprietà ed
immobili, conseguente alla comodità, efficienza e rapidità offerti da un simile
servizio; un sensibile incremento delle strutture turistiche ed alberghiere, in grado,
finalmente, di essere competitive; una maggiore semplicità nel raggiungere ed usufruire
di percorsi turistici e culturali, collocati nei Castelli Romani.
zagarolo
Labbandono di Milingo
di Luca Marcantonio
I cancelli delle suore Figlie di Gesù Buon
Pastore domenica sono rimasti chiusi. Niente messa aperta al pubblico, solo un
grande vuoto e una tragica incertezza su cosa fare in futuro. Il fondatore, lormai
ex monsignore Emmanuel Milingo, ha deciso di uscire di scena in modo coerente con quella
che era sempre stata la sua maniera di vivere la vita e la religione, vale a dire
suscitando clamore e provocando dibattiti. Le poche sorelle che abitano la grande casa di
Zagarolo, immersa in uno stupendo parco, sono sconcertate quanto addolorate. Da più di
due settimane, la loro guida materiale e spirituale non si era fatta viva. Ogni giovedì,
da tutta Italia e persino dallestero, fiumi di fedeli affollavano i locali
dellIstituto in cui Milingo celebrava la messa e liberava dal maligno le anime di
coloro che ne avevano bisogno. Esorcismi in piena regola, tra urla e scene da brivido, col
prete buono al quale tutti si rivolgevano nella
speranza di ricevere non solo una parola di conforto ma anche la spinta decisiva e
necessaria per liberarsi dalla presenza di Satana. Le pratiche venivano a malapena
tollerate dal Vaticano, col quale Milingo ha sempre avuto un rapporto conflittuale in
quanto non si è mai sentito pienamente accettato, fino al punto di fargli confessare una
volta di sentirsi trattato come uno stregone africano. È nato in un villaggio poverissimo
nello Zambia, il 13 giugno del 1930, il monsignore destinato a spaccare in due
lopinione di prelati e gente comune. A trentanove anni era già arcivescovo di
Lusaka, dove si rese conto di avere il dono di scacciare il demonio praticando esorcismi,
cosa che gli costò le antipatie e lostracismo dei colleghi. Poi larrivo in
Italia, e subito a Roma i primi problemi nel dover fronteggiare le accuse di stregoneria.
Milingo viene sottoposto ad una serie di indagini da parte degli organi ecclesiastici
preposti, esce senza macchia perfino dalle perizie psichiatriche con buona pace di tutti i
detrattori, ma è in ogni caso un personaggio scomodo, che scotta, e che non
si sa come sistemare senza che faccia parlare troppo di sé. Milingo incontrò Giovanni
Paolo II nel 1983 e nel 1989, poi non più, cosa di cui si lamentò, avendo diritto in
quanto vescovo ad una udienza privata col Santo Padre almeno una volta ogni lustro. Di
questo continuo sentirsi malvisto, giudicato, rifiutato (lo stesso Papa ordinò che gli
venisse affidata una chiesa a Roma, ma non la ottenne mai), Milingo ne risentì e non ne
fece mai mistero. Fu costretto a celebrare messa ed esorcismi dove capitava, anche a casa
propria, perenne vittima dellequivoco che le persone che a lui si rivolgevano per
essere liberate dalla possessione diabolica avessero problemi innanzitutto psicologici e
fossero schiave di un fanatismo religioso ben lontano dalla vera natura della fede.
Lapprodo a Zagarolo in unoasi di pace segnò una nuova fase. La villa di tre
piani con ampio parco gli fu messa a disposizione da un padre riconoscente per quanto
aveva fatto nei confronti del figlio. Milingo, che finalmente poteva giocare in casa,
fondò lOrdine delle Figlie di Gesù Buon Pastore, e iniziò a tenere le
famose messe del giovedì. Ma da più di quindici giorni, prima del clamoroso matrimonio
negli States, il monsignore non aveva più dato notizia di sé. La notizia è arrivata
tremenda e inaspettata portando lo scompiglio nellIstituto. Le suore hanno appreso
dellaccaduto nel modo peggiore e più dirompente, dalla televisione, quando ormai
era troppo tardi e lunione dello scandalo già decisa. Nessun avviso, nessuna
comunicazione, solo il buio per il futuro dellOrdine e del proprio destino sia
civile sia religioso. Milingo ha abbracciato le idee della setta di Moon, il miliardario
fondatore del culto che prevede matrimoni di massa con persone mai conosciutesi prima. Le
suore ora sono smarrite, e vogliono evitare nel modo più assoluto di essere da oggi
considerate come complici di una ribellione che mai avrebbero non solo approvato ma
nemmeno lontanamente immaginato. Mai, infatti, il comportamento di Milingo aveva fatto
pensare che allorizzonte ci fosse la clamorosa decisione di porsi fuori dalla
Chiesa Cattolica, come ha comunicato il portavoce della Santa Sede Navarro Valls.
Nemmeno un viaggio in America da parte di alcune suore è servito a qualcosa: i
potentissimi membri della setta, che dispone di fondi miliardari coi quali può
permettersi di vivere blindata, sono inavvicinabili. Ma secondo le suore,
Milingo non è più lui, non è lo stesso che conoscevano, non ha più la sua testa, come
se un lavaggio del cervello avesse cancellato ogni cosa passata.
san cesareo
Bontà e democrazia in Lanfranca
di di Carlo MarcantonioCarlo Marcantonio
I famosi valori, tanto decantati, specialmente dai politici,
rimangono espressioni retoriche; la bontà, lamore per il prossimo. In questo mondo
fatto di egoismi e di sopraffazioni non si può ignorare un atto di bontà, di umiltà e
di puro senso di democrazia. A volte un atto del genere rappresenta una luce nel buio.
Lazione che denunciamo è semplice ma di grande interesse umano. Vito Lanfranca,
artigiano del legno di peculiari qualità, ogni anno, puntualmente, nel giorno dedicato ai
falegnami, offre la cena ai suoi dipendenti; lo fa con sincero affetto per i suoi giovani
collaboratori, come lui li definisce, con vero spirito democratico. Certamente è una nota
umana che colpisce, oggi.
istituto
comprensivo di monte compatri
1° Memorial Silvio Gara
Il
30 aprile e 1° maggio scorsi, sono stati per gli alunni delle scuole di Monte Compatri,
due giorni allinsegna dello sport e del divertimento. Da uniniziativa
organizzata dallI.C. di Monte Compatri, dal G.S. Monte Compatri, patrocinata dal
Comune per festeggiare il 1° Memorial Silvio Gara, si sono organizzati, presso gli
impianti sportivi di via Campo Gillaro, incontri di pallavolo, calcio a 5 o 6 e gare di
agilità, in cui i bambini hanno messo tutta la loro grinta e la loro allegria. Massiccia
è stata la presenza dei genitori che hanno partecipato dagli spalti con il loro tifo. A
conclusione della manifestazione i partecipanti hanno ricevuto una maglietta e una
medaglia a ricordo di queste giornate.
Fiera di San Giuseppe
Anche questanno la scuola media G. Felici di Monte Compatri, ha partecipato con uno
stand alla Fiera di San Giuseppe nei giorni 28-29-30 aprile e 1° maggio dove sono stati
messi in vendita gli oggetti realizzati dai ragazzi della scuola. Il ricavato da tali
vendite verrà utilizzato, come negli anni passati, per lacquisto di materiali utili
alle attività didattiche degli alunni.
Il Vice Preside del Consiglio dIstituto Stefania
Cetorelli
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