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Sommario anno X numero 6 - giugno 2001

ARTE - pag.20


Velazquez a Roma

Si è aperta a Roma nella galleria di Palazzo Ruspoli, in via del Corso, a Roma, la mostra dedicata a Diego Velazquez.

di Luca Ceccarelli

20vela-ilcristocrocifis.jpg (18012 byte)Velazquez è certamente il più grande pittore spagnolo del Seicento. Nato nel 1599, allievo della bottega di Francisco Pacheco, operò per un certo tempo a Siviglia, per poi passare a Madrid e divenire pittore di corte di Filippo IV di Spagna. La rassegna romana, che propone solo una limitata selezione dei dipinti del grande spagnolo, dedica una sala a quello che viene definito "periodo sivigliano". Tale periodo si presenta all’insegna di quello che nella pittura spagnola, come recita il pannello esplicativo esposto nella sala, si definisce "tenebrismo". In effetti, in questo periodo Velazquez pratica un’imitazione della natura non dissimile da quella dei caravaggeschi d’Italia e d’Europa, sia nei quadri di soggetto sacro (Le lacrime di San Pietro, San Paolo) che di soggetto profano (due Cene che si ispirano, con tutta probabilità, alla Cena di Emmaus di Caravaggio). Una sala è dedicata al periodo madrileno: spicca, in essa, un imponente ritratto del Conte duca di Olivares di manzoniana memoria, monumentale ed insieme realistico (del medesimo Olivares si conserva, al Prado, un ritratto equestre). Qui si vede che il luminismo ed il tratteggio si sono ormai allontanati dall’originario caravaggismo, accogliendo suggestioni tipiche di Tiziano, e di Rubens.
20velaz-innocenzox2.jpg (21372 byte)Siccome il pittore ha compiuto anche due viaggi a Roma, una sala è dedicata ad un Ares romano riprodotto in gesso su commissione, e ad un Marte del 1640, oggi al Museo del Prado. Un Marte che ha deposto ai suoi piedi lo scudo e la lancia. Con un corpo forte ed atletico, in contrasto con il volto stanco e quasi spaurito, come nascosto e riparato dai lunghi e folti baffi e dallo splendido ma pesante elmo smaltato d’oro, dalla mano che gli puntella il mento. A mio modesto avviso, si tratta della tela più interessante della mostra, anche per la potenza evocativa e simbolica in essa contenuta.
Le sale conclusive sono quella, molto grande, con i ritratti di corte, (i più celebri di Velazquez: ricordiamo quello dell’Infanta Margherita, a cui il pittore dedicò anche l’ultimo suo dipinto, del 1660, prima di morire) e quella finale degli autoritratti.
L’importanza dei ritratti di corte sta anche nel fatto che essi ricordano quelli del grande successore di Velazquez, Francisco Goya.
20vela-LasHilanderas.jpg (35120 byte)La mostra prosegue fino al 30 giugno. Naturalmente per avere un contatto diretto con l’opera dell’artista Velazquez in maniera completa occorrerebbe una visita alla ricca collezione del Museo del Prado di Madrid (dov’è anche la collezione del suo successore settecentesco, a cui molte affinità tematiche lo assimilano). Tuttavia, anche questa rassegna romana costituisce una premessa interessante e organizzata in modo tematicamente piuttosto convincente per un’opera altrimenti sparsa in gran parte per il mondo, spesso in collezioni private.

 


La pittura verità di Gaetano Pallozzi
di Carlo Marcantonio

Una performance pittorica quella di Gaetano Pallozzi che trova sempre più conferma in quelle visioni crude dell’immagine che focalizza durante i suoi viaggi nelle varie regioni italiane, dal Lazio all’Abruzzo, alla Lombardia. Pallozzi è un lettore attento delle scene, a volte struggenti, laddove giovani s’ignorano per mancanza di comunicabilità, o in altre dove narra l’abbandono al gioco sfrenato del lasciarsi andare all’estemporaneità della condizione psicologica durante un ballo in discoteca. Egli riporta pagine colme di emozioni estetiche ed evoca, sostenuto dalla preziosità degli impasti, momenti di vita reale, che ai più sfugge, conferendo armoniose orchestrazioni di disegno e di cromìa alla scena che ritrae. Tutta l’operazione pittorica di questo artista, tra i più validi nella sfera dei figurativi nazionali, si svolge all’insegna di quelle situazioni legate alla dimensione esistenziale.


Sommario anno X numero 6 - giugno 2001