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Sommario anno X numero 9 - settembre 2001

 L'ANGOLO DELLA POESIA - pag. 15


Assassini, non superiori

Anime pervase
da uno strano,
folle
e antico spirito
tribale,
danzano nude
in una notte
calda e silenziosa;
si muovono lente,
con passi precisi
e studiati,
quasi a sottolineare
la libertà artificiale
che ci illudiamo
di aver conquistato.
A volte, pensiamo
di essere i padroni
della terra,
la razza umana,
superiore e unica!
Falsa illusione
megalomane.
Siamo solo strumenti
di morte,
che costruiscono,
senza sosta,
armi e inganni
e architettano
omicidi e stragi.
Cosa siamo
di fronte
agli altri animali?
Assassini, non superiori.
Questo è,
sentimenti repressi,
dimenticati,
schiacciati,
uccisi
dal mostro della cupidigia
e del potere.
Daniele Primavera


Su commissione
- una poesia per te -

Alle tue onde
schiarite dal sole
dove si riflettono
gli occhi fissi.
Ai tuoi gesti
mossi da un uragano
dove si genuflettono
le bocche amare.
Si può solo guardare.
A chi mai questa pietra
smeraldo può apparire smorta?
Su commissione creerò
giganti per proteggerti
quando i nostri visi chissà
non si parleranno più.
Una poesia per te
quante volte l’hai immaginata?
Per quanto si possa
conoscere le tue mani
non si saprà mai
leggerle nelle rientranze.
Di certo non badi alla velocità
apprezzi la tua macchina
e i suoi rumori.
Allora delle tue paure
non rimangono che rari incubi
sparsi qua e là
da un vecchio contadino.
Così sicura prendi per mano
la vita che non aspetta ma
puntuale, fa partire i suoi treni.
Rachele Donati


Gioioso giorno di festa
Gioioso giorno di festa
Principio di una creazione
Atteso incontro
Palmo di vita
che ti sei donato
Cinzia Tomassini


Sogni
Chissà se nel fondale marino
sognerò ancora,
chissà se fantasticherò,
se vagamente correrò, salterò, giocherò.
Chiudendo gli occhi salirò nel cielo,
galoppando su cavalli alati,
su draghi di nuvole,
che dalla loro bocca,
faranno uscire fiamme dorate,
fumo argentato dalla voce.
Durante la notte,
dormirò su stelle,
su nastri d’argento, dormirò su lune,
che dondolando,
mi faranno scivolare giù,
tuffandomi nel mare delicatamente,
mi poserò sul fondale,
i coralli mi avvolgeranno,
facendomi diventare un sogno.
Elisa Tisbi


Lasciatemi solo
Lasciatemi solo...
Andate di là
nelle stanze vicine,
a giocare un po’ con la mamma.
Lasciatemi solo,
ho da fare.
Quando mi piglia
la poesia,
li mando via.
E quando nessuno mi vede
scendo pian piano... a raspare
giù nei giardini
dei miei bambini.
Non voglio che sappiano mai
quanto ci mette il mio verso
a fiorire...
di quanta imperizia mi tremi la mano
qui fra le aiuole
delle parole.
È già una umiltà
e un pudore,
far piangere il cuore.
Almeno non sappiano mai quanto ci mette
papà,
per ritornare un poco
alla loro età
Francesco Renieri
(dalla raccolta "Poesie") Francesco Renieri
(dalla raccolta "Poesie")


Lucifero
Il male dell’Umanità
si insinua nell’intimo di ognuno,
l’egoismo impèra.
Quando prende il sopravvento
circuisce l’anima
e la conquista.
La malizia
individua i lati deboli
dell’ingenuità
e li distrugge,
ad uno ad uno.
Il mondo ha un unico padrone,
il demonio.
Gabriella Dorato


La magia
Deve venire la magia;
la stiamo aspettando in questo giardino,
nella sera d’Estate,
guardando la bella stagione
che circonda l’anima riposata.

Non sappiamo nécome, néquando avverrà,
ma ne siamo certi, infatti, quando sarà qui
ci dirà se al mondo qualcosa è cambiato.

Perché solo questo
potrebbe farci tristi
in questo giardino
questa magica sera.
Angelo Gabrielli


Sospesa: In perfetta sintonia con lo spirito artistico
Sono sospesa tra le nuvole e pace, tranquilla nella mia anima rifugio la paura della mia esistenza.
Enormi palloni gonfiati mi crollano sul cervello, tubetti enormi spruzzano colore.
Scende lento per il corpo il desiderio atroce di dipingermi il cielo.
Il sole spezza la calma col suo calore, la voce del vento entra fra le mani, fremiti e brividi esaltano la passione ardente di tenermi sospesa nella realtà.
Per quanto tempo dovrò tacere prima di assaporare il silenzio?
E ancora il colore scende dai tubetti, mi tocca i piedi, sale veloce per le gambe fredde colorandole dolcemente di calde sfumature.
Pian piano mi riempie di gioia; sono anch’io un colore.
Sono capace di dipingere il mondo; volo tra le nuvole cariche di pace.
Le mie dita iniziano a muoversi freneticamente, trattengo il respiro per un po’, poi velocemente e quasi ossessionata da questa apnea sentimentale riinizio a respirare; il cuore si aggrappa alla pura libertà che scorre tra brividi maligni, batte più forte del solito, sento forte il tremolio delle gambe.
Dopo aver planato su ceneri e fiamme ardenti, su monti e mari, mi fermerò; e scenderò dall’enorme nuvola bianca.
Se la mia anima non fosse stata debole, difendendosi avrebbe potuto impedirmi di ucciderla di abbandonare la pace che c’era sulla nuvola.
In questa condizione di saggia costrizione mi sento ancora una volta sospesa ed è così che penso all’infinito con pensieri finiti, ed è così che il vortice della passione mi riprende, mi porta più su di prima, non ho paura di nulla.
Brillante pioggia di brividi assilla il mio cuore ormai freddo ed incapace di amare.
Sospiro tremante di felicità, non riesco a sciogliere i colori induriti dal freddo abisso dell’essere.
Innamorata della vita sciolgo l’azzurro e lo bevo in calice d’argento.
Divento trasparente, scendo lentamente.
Stanca ed offesa sono cosciente che solo di là si potrà vedere albeggiare una nuova essenza vitale; l’ho immaginata, ma non ho saputo né comprenderla né viverla.
Scorgo un corteo di anime bianche che vagano inconsce; non mi riescono a vedere.
Temo di morire, sono morta; è solo morta in me la paura di morire.
Come quasi travolta da una scossa esistenziale mi immedesimo in quell’attimo di passione che scorre lento per le vene al posto del sangue.
Le parole per descrivere il mio stato sono vane, inutili; i pensieri si trasformano profondamente in veloci e violenti pennellate.
Quell’istante manifesta la mia sensazione genialmente evocata con trilli ardenti come grovigli di sentimenti trasformati linearmente.
La passione avrebbe spiegato il tremito delle mani; le lacrime avrebbero incorniciato i pensieri.
In questo stato di fobia sento di potermi aggrappare al folle e feroce pennello dimenticato sulla inesistente ma sopportabile nuvola.
Non ci riesco, non posso più tornare indietro.
Intorpidita di malinconia evoco quelle magiche emozioni titubanti di tenera ebbrezza come alienata da grandi funi vibranti.
Il tenace suono assaporo con le possenti membra stanche di essenza contrastante.
Scende dalla tela un raggio che colpendomi mi rende pura e cosciente di morire in questo cosmo prospettato in poche dissimili dimensioni.
Entro in un sogno ormai ravvivato dall’anima che spruzza energiche manie ed il corpo cade lentamente su orme raggrinzite da un non so che di magico.
Chiusa nella mia calma cerco di scovare e di frugare pensieri ancora caldi per essere mostrati, per essere definitivamente ghiacciati da un contrario ripugnante battito.
Corro velocemente lungo la strada dell’anima, raccolgo pietre fredde per scagliarle contro il misterioso mio essere.
Ma tutto ciò è soave pensiero ravvivato forse da una vitale emozione istintiva e musicale.
Maledetta agonia che rapisce gli uomini e li rende colmi di paura!
Vuota è la loro mente alla speranza unica pace interiore dell’uomo.
E se quindi siamo perfettamente dipinti in questo mondo ancora poco colorato, che ne sarà delle manie del candido nostro cuore?
Resta ormai poco per pensare poter credere di soffrire all’infinito, senza respirare per poter veramente vivere....
Tutto ciò sentivo, dipingendo col feroce pennello il mio essere santificato dalla voglia di vivere e di aiutare chi non assapora i veri gusti vitali che rimangono affissi al freddo insormontabile muro dell’anima pittrice.
"Anna+Artica"


Sommario anno X numero 9 - settembre 2001