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Sommario anno X numero 10 - ottobre 2001

 I NOSTRI PAESI - pag. 04

nemi

Divini accoppiamenti

di Luca Ceccarelli

Di Numa Pompilio, leggendario secondo re di Roma, istitutore del calendario religioso e delle principali istituzioni religiose romane, ho fatto menzione in un altro articolo quale amante di Egeria, ninfa delle acque fluviali, venerata come Diana e Giunone Lucina dalle donne incinte perché si pensava che potesse concedere un parto fortunato. Come Diana era associata ai boschi in genere, Egeria era invece considerata la protettrice delle querce e dei querceti, in particolare di quello del bosco sacro di Nemi. La quercia, per la sua imponenza, ha goduto sempre di una certa venerazione, e il legame con questo albero conferisce alla ninfa Egeria particolare autorevolezza. Scena dello sposalizio tra il re e la ninfa non è una casa, ma lo stesso bosco sacro di Nemi. Scendendo dal piano della leggenda a quello della realtà storica, è molto probabile che dietro il racconto di tali accoppiamenti ad opera degli scrittori antichi (Tito Livio nella sua storia di Roma, Plutarco nelle Vite parallele, dove lo accosta al legislatore spartano Licurgo) si debba pensare a degli accoppiamenti rituali da parte del sovrano e di una donna mortale, probabilmente di una concubina, nei panni della ninfa Egeria, nel bosco di Nemi, come spiega Frazer ne Il ramo d’oro (meno convincenti sembrano le alternative che egli offre: a fare le veci della ninfa poteva esserci un simulacro, oppure la sposa del re. Ma Numa rimase vedovo molto presto …). Quello che bisogna tenere presente, in casi come questo, è che una simile drammatizzazione non veniva considerata dalla popolazione come una messinscena, come potrebbe avvenire a noi: i romani del tempo credevano veramente in ciò che si compiva nel "bosco sacro": credevano che in quell’accoppiamento propiziatorio in Numa e nella sua sposa o amante entrasse in pieno lo spirito divino, di Egeria e di Giove.
Già, perché a questo punto occorre sottolineare che il re era considerato un essere divino, ben più di quanto non lo sarebbe stato l’imperatore, che in quanto divus è semplicemente divinizzato dalla carica e dall’unzione. Numa, in quanto Re di Roma, era considerato e si considerava Giove in terra. La sua unione con Egeria, pertanto, era da considerarsi come una congiunzione del cielo e della terra, del sole e della natura, del maschile e del femminile al più alto livello. Se l’unione fosse stata felice, ne sarebbe derivata altrettanta felicità anche per Roma.


frascati

"Concorso di Poesia Alfredo Michetti"

Lettera della vincitrice Francesca Pacini
Carissimi lettori, sono qui a raccontare l’esperienza avuta quest’oggi con il gruppo dell’ENEA. Tanto per iniziare vorrei ringraziare tutte le persone con le quali ho trascorso questa bellissima e diversa giornata estiva. Tra essi vi sono: il gentilissimo signor Guidoni lo stravagante Antonio Botticelli, la graziosa Consuelo e la simpaticissima Emanuela. Siamo arrivati all’Ente alle ore 10.00 di stamane ad aspettarci insieme alla nostra quida vi erano anche due mie bravissime insegnanti: prof. Lucia Corsi prof. Maria Cristina Pucci.
Inizialmente Guidoni ci ha illustrato come à nato questo grande centro di ricerche, composto da migliaia di persone. Abbiamo continuato il nostro viaggio osservando alcuni macchinari, che aiutano a migliorare la vita umana. Tra questi uno in particolare permette di creare dei piccoli filamenti di acciaio zigrinati utilizzabili per interventi al cuore umano. Il solo pensiero che questi piccoli oggetti permettano alle persone di continuare a vivere mi fa star bene.
Nel pomeriggio ho fatto una bellissima chiacchierata con Emanuela, una ragazza che soffre di cecità da circa undici anni, ma che nonostante ciò lotta quotidianamente contro la sua malattia. In lei mi ha colpito soprattutto il suo senso dell’umorismo e la sua continua voglia di sperare, una cosa davvero bella e rara, visto che la maggior parte di queste persone rifiuta di indossare il VISIO, un macchinario che permette loro di vedere le ombre delle persone e delle cose che li circondano. Alle 15.00 abbiamo assistito ad una interessantissima riunione tenuta dal signor Antonio. È stata per me una vera e propria lezione di scienze anche se non molto semplice da seguire.
Voglio però ricordare che sono stata molto contenta anche quando ho vinto il concorso sulla poesia della fantascienza. Addirittura quando stavano per annunciarmi stavo chiacchierando con la mia amica perché avevo perso ogni speranza. All’improvviso, invece, quando una voce in lontananza ha detto" La poesia vincitrice è intitolata Verso l’infinito" la gioia mi ha assalito tanto che durante la premiazione non sapevo cosa dire. Le mie insegnanti erano molto contente. Anche il preside della mia scuola, si è complimentato della poesia. I miei amici hanno condiviso con me questo bellissimo momento. È stata un’esperienza indimenticabile e ringrazio davvero con tutto il cuore il comitato che ha fondato questo concorso in onore di un grande poeta: Alfredo Michetti.


Sommario anno X numero 10 - ottobre 2001