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Sommario anno X numero 10 - ottobre 2001

 STORIA - pag. 19

Il Sovrano Imperiale Ordine Militare della Corona di Ferro del Regno Italico

di Isidoro Palumbo

1. La Corona di Ferro
La Corona Ferrea è conservata nell’altare della cappella della Regina Teodolinda nel Duomo di Monza. È costituita da sei segmenti d’oro uniti a cerniera e decorati con 22 gemme, 24 diamanti e smalti vari.
Fu portata in Italia da Costantinopoli all’epoca in cui, dopo il matrimonio nel 589 col Re Autari, Teodolinda era Regina dei Longobardi. All’interno la corona racchiude un cerchio di ferro che secondo la tradizione fu ricavato da un chiodo che servì alla crocifissione di Cristo. Questo chiodo fu rinvenuto a Gerusalemme da S. Elena (IV secolo) che lo donò al figlio, l’Imperatore Costantino, perché lo inserisse in un diadema.
Con essa furono incoronati i re longobardi, da Agilulfo nel 590 a Desiderio nel 756, e poi gli imperatori del Sacro Romano Impero; da Carlo Magno nel 774 a Carlo V nel 1530. Venne incoronato Napoleone nel 1805 ed infine Ferdinando I d’Austria nel 1838.
In base a quest’ultima incoronazione l’Austria fece trasportare nel 1859 la corona a Vienna perché essa dava il nome anche ad un recente Ordine cavalleresco austriaco. Ma la pace di Zurigo la riportò in Italia, e il 4 novembre 1866 fu consegnata a Vittorio Emanuele II che la fece riportare a Monza lo stesso anno.
Oggi si trova ancora nel Duomo di Monza, nella cappella alla sinistra dell’altare maggiore, conservata in una teca di cristallo a prova di proiettile, ed è visitabile insieme al museo dell’oreficeria longobarda ospitato nel chiostro del Duomo. È senza dubbio un’opera che sia sotto il profilo estetico che sotto quello storico non può lasciare indifferente il visitatore.
2. Le ricompense militari
La Rivoluzione francese aveva, con le sue nuove idee di uguaglianza fra tutti gli uomini, abolito tutti i privilegi e le distinzioni dell’ancien régime. Fra questi anche gli Ordini Cavallereschi dei Re di Francia e le onorificenze al valore per i militari.
Volendo però in qualche modo ricompensare i soldati della nuova Repubblica, in casi di particolari atti di valore il governo attribuiva delle armi d’Onore: sciabole, pistole, baionette o fucili che fossero, con una placca esplicativa ed a maggior gloria di chi le portava.
Ciò non soddisfaceva però del tutto i soldati, tanto che già nel 1801 troviamo una lettera indirizzata a Napoleone Primo Console da Gioachino Murat, di questo tenore: "...devo sottomettervi una questione, mio Generale, che mi vien posta dai granatieri e generalmente da tutti coloro che hanno ottenuto un riconoscimento d’onore in battaglia. I fucili d’onore, le baionette, le sciabole, ecc. dicono, sono troppo pesanti per poterle sempre portare in tempo di pace, o quando saranno tornati alla vita civile e avranno deposto le uniformi: Mi hanno dunque domandato, questi valorosi, di permettergli di portare delle medaglie ove siano rappresentate le distinzioni onorifiche che avrete loro accordato.
Non ho potuto accogliere questa domanda, benché essa sia molto semplice e del tutto giusta; penso che non sia che in virtù di un vostro decreto, e che sia comune per tutto l’esercito, che questi militari possano portare queste medaglie. Voi comprenderete troppo la giustizia di questo reclamo perché io debba in qualche modo discuterne. Attenderò dunque, Generale, Vostri ordini, prima di permettere questa prerogativa.
Saluto, rispetto e attaccamento inviolabile".

Un anno dopo questa lettera, nel 1802, veniva secondo queste richieste, creato l’Ordine Cavalleresco della Legion d’Onore.
3. L’Ordine equestre
Tre anni dopo Napoleone Bonaparte, a ricordo e celebrazione della sua incoronazione a Re d’Italia del 26 maggio 1805 da parte dei Cardinal Caprara nel Duomo di Milano con la Corona Ferrea, istituì il 5 giugno dello stesso anno l’Ordine Equestre della Corona di Ferro del Regno d’Italia, suddiviso in tre classi: Dignitari, Commendatori e Cavalieri, per ricompensare il valore militare, il merito scientifico e tutti coloro che se ne fossero resi degni (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Archivio di Stato di Milano, III, 1805, n. 38, p. 140).
Ebbero la Grande Decorazione dell’Ordine, riservata ai membri della famiglia imperiale: S.A.I. il Principe Eugenio di Beauharnais, Viceré d’Italia; S.A.I. il Principe Giuseppe Bonaparte, Re di Spagna; S.A.I. il Principe Luigi Bonaparte, Re d’Olanda; il Principe Gioachino Murat, Re di Napoli, il Principe Camillo Borghese, Governatore dei Dipartimenti francesi in Italia, con decreto imperiale dato alle Tuileries il 20 febbraio 1806. All’atto della fondazione venne stabilito che l’Ordine non potesse contare più di 20 Gran Dignitari, 100 Commendatori e 500 Cavalieri, in tutto 620 decorati. A tutti fu assicurata una pensione annua da pagarsi sul Monte Napoleone di Milano.
Con decreto del 19 dicembre 1807 i ranghi dell’Ordine furono aumentati rispettivamente a 35 Dignitari, 150 Commendatori ed 800 Cavalieri. In tutto 985 insigniti. Ancor oggi il numero dei Cavalieri viventi (esclusi naturalmente i figli primogeniti degli insigniti, e loro successori, ed i discendenti degli antichi Cavalieri) pur essendo teoricamente illimitato, tende a non essere superiore a 985, come stabilito dall’Imperatore.
L’insegna per le prime due classi era d’oro, con il gran cordone e la placca per i Dignitari ed i Gran Dignitari, e d’argento per i Cavalieri. Dal 1810 Napoleone permise che i Dignitari portassero sul petto la medesima decorazione d’oro dei Commendatori.
Al termine dell’epopea napoleonica i Dignitari italiani furono 19, ed i Commendatori e Cavalieri decorati fra i militari del Regno Italico 505.
Ricordiamo a proposito dei Gran Dignitari che il Senato-Consulto dei 28 floriale anno XII (18 maggio 1804), istituente l’Impero Francese, fissa le piazze di titolare dei grandi uffici con annesso titolo di Gran Dignitario dell’Impero. Parte di queste furono puramente onorifiche, altre effettive. In tutto il periodo napoleonico i Gran Dignitari dell’Impero furono in numero di 71.
(Continua nel numero di novembre)


Sommario anno X numero 10 - ottobre 2001