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Sommario anno X numero 12 - dicembre 2001

L'ANGOLO DELLA POESIA - pag. 31

Cronaca di un momento

di Laura Velotto Romano

Un velo,
dietro il quale intravedo forme e suoni distanti.
Un velo,
dietro il quale c’è tutto il mondo.
La mia mano scorre lenta sulla sua superficie vellutata.
I miei occhi la seguono,
ed è come una danza dolcissima e ipnotica.
Riesco a sentire quei suoni lontani,
riesco a percepire quelle forme,
ma sento di esservi esclusa,
come completamente avvolta da quel velo.
Un giorno, però,
anche io avrò la forza di creare una breccia in quel muro,
che seppur fatto di stoffa mi separa dalla mia vita.


Eterni respiri dell’anima

di Ardengo

Eterni respiri dell’anima,
destatasi dall’immota chiusa solitudine.
Risorge l’Io
al sentire del Maestro suo!
E spera ancora… ed è!
Vivo è il Suo dire!
E vivo il Suo pensare!
Entra in me come folgore
e illumina e incenerisce,
morte annunciando
del mio essere nulla.


Un pupo di pezza

di Gelsino Martini

Vivere
il passare del giorno, aspettando la sera.
Guardare
due cani rincorrersi e cercare se stessi.
Camminare nella polvere della strada,
cercando un filo d’erba per calpestare un prato.
Ed il tempo scandisce il ritmo della vita,
vivendo la necessità di ogni giorno che avanza.
Fermo l’interesse del superfluo vivere,
intenso il respiro della vita che scorre.
L’apparire e non essere la madre terra,
con un forte vento
giocoliere di polvere e fantasia.
Il deserto del pensiero
tira i fili del corpo,
ed un pupo di pezza
intona il canto
del declino dell’uomo.


Scoglio

Vorrei essere uno scoglio,
per ricevere onde d’affetto.


Un suono...

Ovunque vado c’è una chitarra,
pensieri...e basta
Suoni lontani e vicini,
odori sempre uguali,
inconfondibili e dolci
ovunque c’è una chitarra.


La luce dell’amore

di Silvia Buffi (10 anni)

Mi sono accorta del buio,
buio denso
buio infinito;
ma ad un certo punto
la luce
luce nel mio cuore
ciò significa che io amo
qualcuno,
profondamente
e veramente
forse
per sempre.



Le suorine

di Francesco Renieri

Poverine,
chi le manda le suorine,
tutte avvolte nei mantelli;
chi le manda tanto in giro
a suonare i campanelli?
               Chi le manda?
               Che domanda!
               Non si vede dalla veste,
               non si vede dal mantello,
               che l'ospizio è poverello?
               Dalla sacca di tessuto
               non si vede
               che le manda l'Istituto
               dei bambini innocentini?
Scala terza, interno tre.
"Su, sorella, tocca a te
questa volta a domandare".
Fanno a turno, poverine,
fanno a turno le suorine;
tanto pesa disturbare
una siesta o un desinare...
Scala terza, interno tre.
Ma son buone le bambine,
ma i bambini sono belli...
ed allora le suorine,
poverine,
vanno in giro
a suonare i campanelli.
               "Quante volte, eh, sorella,
               vien la voglia
               di restarsene in cappella
               a pregare
               ed aspettare
               che la manna
               caschi un poco anche dal cielo,
               con la legna dei fornelli,
               senza andare tanto in giro
               a suonare i campanelli?".
“Sì; ma allora
e proprio il tempo
di rimettersi in cammino
e di andare ad arrossire
per le case della gente,
e di andare a riempire,
bene o male.
quella sacca di tessuto
dai signori degli interni,
dai padroni delle scale.
Qualcheduno ha da scontare,
umilmente,
i peccati della gente!".
               Ih, ma allora chi le manda?
               Che domanda!
               Chi li manda i bei pensieri
               che ci vengono alla mente?
               Vengon tanto di lontano
               che nessuno mai lo sa
               donde vengano a cert'ore
               i pensieri belli al cuore.
               Con la sacca di tessuto
               le suorine,
               poverine,
               che non vengano da Dio
               a suonare il campanello
               tuo e mio?
Chi le manda?
Che domanda!
Vanno a prendere
o a portare...?
Questo è bello indovinare.


Domani, domani, forse domani

di Nunzio Gambuti

Anche le stelle, stasera,
si nascondono,
e questa quiete, intorno,
mi fa paura.
E tu,
cuore selvaggio e tenero,
che mi cammini a fianco
e non so chi sei,
che tieni prigioniero
di questo laeziade navigante
senza mare, l’ultimo sogno,
sai dirmi perché
le cose che più amiamo
sono sempre le più lontane,
se ragione e amore
non vanno insieme?
Come voce che cerca voce
è il vento
tra fili d’erba e grilli,
ma il fuoco diventato cenere
non da calore.
Anche un airone stanco
chiude le sue ali,
ma se dentro una rosa
c’è ancora amore,
sarà domani il vento, il vento,
a riportarmi il sole.
Domani, domani ….. forse domani.


Ciao, sorella umiltà

di Paolo Cappai

Ciao, sorella umiltà
che bussi semplice e discreta
al portone di questo antico
e buio castello,
eremo opprimente
costruito giorno dopo giorno
nella mente,
entro il quale
mi ero lentamente intrappolato
e che credevo inaccessibile;
grazie sorella umiltà,
che sei venuta a trovanni
vestita di stracci,
viva e bella,
affidabile compagna
che non tradisce,
a te e per me,
spalanco questo pesante portone
che si apre
verso distese di praterie sterminate,
brulicanti di vite ancora sconosciute;
con te camminerò
lungo i sentieri del mondo
con il passo sicuro
dell'uomo semplice,
finalmente libero e concreto,
finché morte non verrà.


Abbracciare lo spazio

di Cinzia Tomassini

Abbracciare lo spazio
intorno a te
Raccogliere i tuoi sospiri
Cantare il sussurro dei minuti
Tu sole
di un inverno addormentato
Con occhi socchiusi
vegli
il mattino di una primavera
che stenta a fiorire


La donna ideale

by Stefano


Per anni l’hai cercata intensamente,
poi, d’improvviso, eccola che appare.
Un viso molto bello e sorridente,
di quelli che non puoi dimenticare.
               S’intrecciano gli sguardi, tu sospiri...
               quegli occhi ti rapiscono la mente,
               ti perdi mentre guardi quei zaffiri!
               Per incantarti, basta un solo istante.
Poi, finalmente, un giorno la conosci,
è il clone della dea della bellezza,
...un vortice dal quale non ne esci...
ma quel che più colpisce, è la dolcezza.
               Quando ti parla, perdi la ragione,
               noti di lei una certa timidezza,
               ogni sua frase è detta a perfezione,
               ogni parola, è come una carezza.
Carattere tranquillo e riservato,
ma anche molto bello e divertente,
e tutto ciò non resta inosservato,
ad uno come me, molto esigente.
               C’è altro ancora, di molto attraente,
               una gran classe, e poi tanta umiltà.
               E questo, chi di donne se ne intende,
               sa bene che è una vera rarità.
Le piace andare al cinema e al teatro,
di tanto in tanto se ne va a ballare.
“Lo giuro! E su quel ch’ho di più sacro!
Io me la porterei pure all’altare”.
               Così ti fermi un po’ a fantasticare,
               pensando a tutto quello che non sei,
               poiché nessun ti vieta di sognare,
               quel che vorresti essere per lei.
“Se fosse Biancaneve in mezzo al bosco,
del Principe vorrei prendere il posto,
se fosse poi la Bella Addormentata,
vorrei esser colui che l’ha svegliata”.
               “Se fosse Cenerentola del ballo,
               vorrei trovar la scarpa di cristallo,
               se fosse Belle, rinchiusa nel castello,
               la Bestia! Vorrei essere anche quello!”.
“Se fosse Lilli poi per un secondo,
io sarei Biagio, detto il Vagabondo,
e se fosse Duchessa, la micetta,
io diventar Romeo vorrei di fretta”.       
               “Infine vorrei esser Bianconiglio,
               quello che Alice insegue al nascondiglio,
               poiché nel posto dove son diretti,
               sognar si può, senz’esser contraddetti”.
Ma poi, come ti accade molto spesso,
qualcuno ti richiama alla ragione.
“Che fai incantato! Aho! Che t’è successo!”
“No... niente... ero un po’ in meditazione”.
               Così torni nel mondo del reale,
               sai ben che lei una vita ce l’ha già!
               Quindi, per non sentirti troppo male,
               pensi che qualcun’altra arriverà.
Puoi dire, per sentirti sollevato,
che la ricerca non è stata vana,
e infin, della ragazza che hai trovato:
“Così vicina, eppur così lontana!”


Sommario anno X numero 12 - dicembre 2001