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Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 03

 

grottaferrata

Le Catacombe (di quelle “Ad Decimum” in particolare) (quarta ed ultima parte)

(Massimo e Marina Medici). Il gruppo di turisti si sparpaglia sul prato antistante l’entrata ed osserva curioso i numerosi reperti archeologici, ottimi come sfondo per belle foto collettive. Alcuni ragazzi si rincorrono, mentre qualche signore si riposa sulle panchine che incorniciano il piazzale.
La guida comincia a parlare delle catacombe, della loro storia millenaria, degli studiosi che, per primi, le esplorarono e, specialmente, del Bosio che, nato a Malta nel 1575, dedicò la sua vita allo studio degli antichi cristiani e ci lasciò un dottissimo libro che è il fondamento di tutta l’archeologia: “Roma sotterranea”.
È infine giunto il momento di scendere all’interno della catacomba.
Tratteniamo nel cuore un certo timore rendendoci conto che siamo in procinto di entrare in un luogo dove il sole non è mai penetrato e che, per secoli, è stato illuminato solo dalla fioca luce di piccole lucerne di terracotta e che fu (ma lo è ancora) il regno dei morti.
I gradini sono alti ed ogni passo in avanti ci porta anche più in basso verso il cuore di quella città silenziosa. Man mano che si scende cominciamo a scorgere delle piccole tombe aperte: sono le sepolture dei bambini che sono quelle più vicine all’entrata.
Le guide che precedono il gruppo di turisti notano sempre che mentre questi, al loro arrivo, sono spesso piuttosto ciarlieri e vivaci come si conviene a chi, in comitiva più o meno numerosa si rechi a fare un’escursione un po’ lontano dalla città, man mano che si scende all’interno della catacomba il comportamento si fa sempre più serio e pensoso.
Le voci si affievoliscono alquanto mentre ci si scambia l’un l’altro le prime impressioni. Le ombre e le luci si muovono tra le persone disegnando sulle pareti di terra strane figure in lento movimento. Da un lato e dall’altro si aprono dei cunicoli bassi a tratti illuminati da lampade che riflettono la loro luce sulle lapidi delle pareti. I turisti avanzano in fila indiana guardando a destra ed a sinistra in silenzio.

Rispetto? Timore?
La guida riprende la spiegazione che aveva cominciato quando si stava ancora fuori e comincia a descrivere i vari cunicoli e le loro ramificazioni soffermandosi ad illustrare il significato delle iscrizioni, delle frasi graffite, e soprattutto a parlare di quegli strani nomi che si leggono su molte di quelle lapidi: Modestina, Sperantio, Stercorio…
Per Modestina, ben si capisce il significato: si chiamava così perché la modestia è una virtù. Si voleva far piccola, forse, sperando che “post mortem” Qualcuno ne avrebbe tenuto ben conto e, per contrappasso... sarebbe assurta in alto. Quanto a Sperantio, beh anche quello era un nome che celava la legittima aspirazione di prender posto, un giorno, fra i Beati. E fin qui, nulla da obiettare. Ma che dire di ‘Stercorio”?
È fin troppo comprensibile l’etimologia: sterco! Certo si doveva trattare di un signore che, sommata la modestia alla speranza, per maggior sicurezza… condiva il tutto con...; proprio così!
Per quanto possa, oggi, sembrare strano a noi moderni (che viviamo per il denaro ed il successo, per non parlare, poi, di quelli che perseguono il potere con tutto se stessi), in quel tempo i cristiani cercavano di conquistarsi il Paradiso anche attraverso l’imposizione di nomi che reputavano idonei alla bisogna.
La visita continua lenta e silenziosa. Solo le parole della guida, di tanto in tanto interrompono quel silenzio, mentre le tombe allineate una dopo l’altra contenenti ancora le ossa di quei poveri uomini sembrano venirci incontro, mentre siamo forse noi che andiamo incontro a loro.
E la visita procede lenta tra le spiegazioni della guida e gli sguardi dei turisti. Infine si torna indietro e ripercorriamo la stessa strada che abbiamo percorso all’inizio: l’entrata si tramuta in uscita… ed usciamo con le nostre gambe!
Non so quello che, in quel momento, pensano i componenti del gruppo. Non gliel’ho mai chiesto. Ma a me, una visita come quella fa sempre molto bene. Sono andato, ho visto, ho pensato, ma sono uscito con le mie gambe! E questo è magnifico; certamente, malgrado tutto, malgrado le fatiche, malgrado non tutti i desideri si trasformino in realtà, la vita è degna di essere vissuta.


ciampino

“Ricerca”, un diario dell’anima di Natale Sciara

(Eliana Rossi). “Ricerca” è il titolo dell’ultima fatica letteraria del poeta Natale Sciara, presentata il 19 novembre scorso, presso la Sala Conferenze di Ciampino. L’opera è edita dall’Associazione Pro Loco e, al Presidente Giuseppe Tedeschi, si deve la promozione di numerose iniziative culturali, tra cui la “rassegna del martedì”, curata da Natale Sciara.
“In Ricerca – chiosa il relatore, Franco Campegiani, poeta e critico d’arte – si evidenziano subito, fin dalle prime battute, gli stilemi tipici di Natale Sciara, che potremo definire correttamente post-ermetici, per la loro forma concisa, scarna e essenziale. È una poetica, quella dell’autore, delle piccole e grandi cose, che torna alle radici crepuscolari dell’ermetismo, scoprendone potenzialità rimaste inespresse, dove l’immergersi dentro se stessi non è sinonimo di fuga dal mondo, o paura del mondo, né possiede quelle connotazioni di sconfitta o di angoscia registrabili nella poetica gozzaniana o pascoliana. La poesia di Natale Sciara, rappresenta un’immersione dell’uomo dentro se stesso, non per piangersi addosso, ma per conoscersi, prendere coraggio e affrontare con fiducia la vita, la società. La poesia di Natale Sciara si configura come un diario dell’anima che scopre o rivaluta la dimensione spirituale del vivere insieme: la solidarietà, la fratellanza, il rispetto, la cordialità”. L’autore ha tenuto a precisare che “si tratta di una raccolta di poesie, una produzione di quindici anni, pubblicate su vari giornali e riviste e poi rivedute. Il titolo è stato preso da una poesia della silloge, “Ricerca”, appunto, e vuole essere un’analisi di carattere filosofico, esistenziale e sociale, in rapporto all’interiorità dell’essere umano. È stata una festa della poesia e della rassegna letteraria che conduco ormai da sei anni. È proprio grazie all’atmosfera creatasi in questi lunghi anni, che questa mia opera ha potuto essere pubblicata”.
Erano presenti alla serata, il sindaco Walter Perandini, il vicesindaco Sergio Pede e l’assessore alla cultura Claudio Morgia, nonché un numeroso pubblico che ha seguito la manifestazione con caloroso interesse.


frascati

Salva le foreste con Greenpeace

(Gabriele Salari e Sergio Baffoni). L’8 dicembre, in Piazza Roma a Frascati e  a Milano, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Bologna, Cagliari, Perugia, Trento, Pavia, Castelli Romani, Ravenna, Urbania., Greenpeace ha invitato i cittadini dei Castelli Romani a firmare la petizione internazionale per la protezione delle sette grandi aree forestali del pianeta. Analoghe iniziative sono state organizzate anche in Olanda, Francia, Germania, Gran Bretagna, Cile, Cina, USA, Canada, Brasile e Svizzera.
Greenpeace ha chiesto a tutti i governi di assumere misure concrete per fermare l’importazione di legno illegale o proveniente dalla distruzione delle foreste primarie, e di spingere le imprese a rifornirsi di legno proveniente da fonti legali e compatibili con l’ambiente. Le rimanenti foreste del pianeta sono minacciate. Se i governi del mondo non agiscono immediatamente, questi importantissimi ecosistemi rischiano di scomparire entro poche decine di anni, e con essi tutte le piante, gli animali e le comunità umane che ospitano.
Malgrado l’urgenza di questa crisi, le più importanti misure suggerite da scienziati ed esperti sono state fin’ora ignorate. È ora di agire. Chiediamo ai rappresentanti dei governi del pianeta di accordarsi su misure concrete in grado di fermare la distruzione delle foreste”.
Nel 1992, i governi del pianeta hanno adottato la Convenzione sulla Biodiversità, un accordo vincolante per proteggere la vita sulla terra. Ma da allora si è fatto poco per riempire tale accordo di contenuti e di misure efficaci. La maggior parte delle forme di vita del pianeta dipendono dalle foreste per la loro sopravvivenza. Secondo la FAO oltre 15 milioni di ettari di foresta primaria sono stati distrutti negli anni ’90. Jeffrey McNeely, coordinatore scientifico del World Conservation Union (IUCN) ha recentemente affermato che “se continua la distruzione delle foreste allo stesso tasso dagli anni ’90, le foreste perderanno molte delle loro specie entro la metà del 21° secolo”.
Greenpeace chiede ai governi del pianeta di:
· Fermare il loro coinvolgimento nella distruzione delle foreste, fermando ogni nuova attività di taglio industriale nelle grandi aree di foreste primarie, fino a quando non siano stati sviluppati e implementati piani per un utilizzo ecologicamente responsabile e per la conservazione.
· Combattere il traffico di legno illegale, assicurando che il legno prodotto e commerciato provenga da fonti legali, gestite in forma ecologicamente responsabile.
· Stabilire un fondo di almeno 15 miliardi di dollari, per sostenere le misure di conservazione e lo sviluppo di tecnologie compatibili.


frascati

Storia e tradizioni

(Manuela Russo). Per coloro che amano la storia e le tradizioni del proprio territorio, l’Associazione Tuscolana “Amici di Frascati” ha realizzato una doppia strenna natalizia per i suoi concittadini. Il Calendario Tuscolano 2002 propone belle e inconsuete immagini della Frascati del passato in una veste grafica molto curata e piacevole; il volume Le Ville del Tuscolano, realizzato da G. Bernardi, F. Mengucci, G. Reali, M. Ruggeri e G. Senzacqua è un’opera fotografica (a colori) e descrittiva al tempo stesso sulle dodici maggiori ville tuscolane, una peculiaretà del territorio frascatano, e costituisce un volume di gran pregio.


Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002