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Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 06

Lettere al giornale

 colonna

Disquisizioni su un settembre… colonnese
di Marcello Marcelloni

Se mi è concesso vorrei disquisire sulle impressioni del “Settembre colonnese” riportate su queste colonne nell’edizione di novembre s.a.
Si fa sempre più fatica a capire l’ostinazione di taluni reporter che vorrebbero convincere i lettori colonnesi ad elogiare il complesso de I nomadi per l’esibizione del 30 settembre nella piazza di Colonna a conclusione della manifestazione del “Settembre Colonnese”.
Vorrei essere più preciso per non essere frainteso: che I Nomadi siano un grande complesso non v’è dubbio, ma che hanno ben distinto le vittime dell’assurdità bellica (leggi guerra in Afganistan) ignorando le vittime innocenti delle due torri di New York è stato ben palese.
Da osservare e considerare che le poche vittime dell’assurdità bellica, che non approviamo, sono la risposta conseguente alle migliaia uccise a tradimento dai terroristi nelle torri.
Vorrei poi precisare che le bandiere di Guevara detto Che, guerrigliero organizzatore di nuclei guerriglieri in diversi paesi del Sud America, sono tutt’altro che un segno pacifista e di non violenza. E i messaggi preconfezionati sono opera di fans al seguito del complesso. E si da il caso che nessun messaggio aveva contenuto di condanna del terrorismo.
Credo di essere nel giusto affermare che nessuno ama la guerra; ma sono altrettanto sicuro che non tutti sono contro il terrorismo.
I Nomadi potevano chiedere un minuto di raccoglimento, alla platea, per i morti ancora sotto le macerie, per dimostrare di condannare i terroristi. Non l’hanno fatto. Hanno invece chiuso i messaggi salutando con il pugno chiuso. Direi, egregio articolista, una performance non troppo brillante. I Nomadi sono stati scelti e pagati solo perché bravi a cantare e suonare.
Infine in merito alla magnifica riuscita della manifestazione del “Settembre Colonnese” è già stato testimoniato ampiamente dal sottoscritto anche su altra stampa.
Mi consenta un suggerimento: quando scrive per informare la cittadinanza bisogna essere obiettivi quanto più possibile.


monte compatri

Paese Mio

di L. Baldassarre

Sono trascorsi più di sei anni vissuti a Monte Compatri. Ormai mi sento parte integrante di esso.
Quando vi giunsi la prima volta ciò che mi colpì di questo paese fu la sua “naturale bellezza” antica ed austera, ma molto trascurata, abbandonata a se stessa (strade, palazzi, illuminazione pubblica, il verde, ecc. per non parlare di alcuni servizi: acqua, luce, nettezza urbana e così via...). In più, mi colpì il grande caos di automobili con soste selvagge in dispregio dei divieti, creando disagi a chiunque, con la non curanza di chi deve far rispettare la legge.
Oggi, a quel che vedo, sento e tocco, ben poco è cambiato e la “naturale bellezza” di Monte Compatri è la stessa di sei anni fa.
Non voglio, a tal motivo, parlare male di chicchessia, ma esternare con spassionata sincerità il sentimento, la voglia di vedere questo paese e i suoi cittadini sempre all’altezza di qualsiasi situazione.
Accade spesso che, specialmente nelle piccole comunità come Monte Compatri, i pettegolezzi, le maldicenze, le bugie, le furberie, i rancori personali prendono il sopravvento sulle discussioni serie e risolutive. Però, nel frattempo, mentre le altre si danno da fare per migliorare sempre più, Monte Compatri resta sempre la stessa, ancorata a vecchi discorsi, oramai superati da tempo, rifugiandosi, con sconcertante rassegnazione, nel ricordo dei bei tempi che furono....
Ebbene, tutto questo, secondo me,  non è più accettabile, in quanto si rischia di morire “dentro come società del terzo millennio.
Ho notato che alcune organizzazioni socio-culturali locali, ogni qualvolta tentano di fare qualcosa di buono, spesso vengono boicottate o messe in ombra dalle maldicenze, dalle rivalità politiche e personali, a discapito della intera collettività (esempio: vedi mancata sfida dei Borghi - agosto 2001); non si riesce, insomma, a separare la faziosità politica dei partiti dalla politica socio-culturale del paese, influenzando negativamente la gente che, in tal modo, si chiude sempre più in se stessa, nel proprio egoismo, nella sfiducia e nell’indifferenza totale.
La società civile si evolve e migliora nel raggiungimento dei propri obbiettivi con il confronto leale, senza interessi particolari, sforzandosi di creare la giusta sinergia tra le organizzazioni esistenti (Pro-loco, Beta 91, Borghi, Photo Club, Archeo Club ecc.) coinvolgendo soprattutto l’Amministrazione comunale. Ma, se invece si fa sabotaggio con l’indifferenza e con furbesche maldicenze, la società civile locale “va a farsi benedire”.
È ora che la comunità Monticiana faccia un salto di qualità a tutti i livelli (socio-politico-economico-culturale) e che tutti gli uomini di buona volontà partecipino fattivamente alla rinascita del proprio paese riscoprendo in ognuno di noi quell’orgoglio da troppo tempo assopito.


monte compatri

Relazione didattica naturalistica

(a cura di Evelina Pizzolato). Il progetto “Vivere Verde Scuola” si è svolto nel mese di ottobre 2001 ed ha coinvolto le classi della 1a Media (IA, IB, IC, IF) dell’Istituto Comprensivo di Montecompatri al fine di approfondire la conoscenza degli aspetti naturalistici del Parco pubblico “Calahorra”.
Il nostro obiettivo è stato quello di far esplorare con occhi più attenti, ovvero con l’utilizzo di tutte le attività sensoriali, un luogo conosciuto dai ragazzi e da loro frequentato nel  loro tempo libero per lo più per il gioco.
L’uso dei sensi a 360° ha permesso di migliorare la percezione individuale della complessità della rete ecologica alla quale si appartiene.
Infatti, un’attenta osservazione e conoscenza di tutti gli esseri viventi, che “animano” il Parco “Calahorra”, e delle loro relazioni sviluppa nei ragazzi una nuova sensibilità ambientale e rafforza il legame di appartenenza civica al territorio in cui sono nati o vivono. Il fine degli interventi è stato, pertanto, quello di aiutare i ragazzi ad imparare ad “appropriarsi” del loro territorio mediante la rilettura approfondita di luoghi già familiari ma non ancora “esplorati”.
Con ciascuna classe è stato intrapreso un percorso didattico di tre incontri:
1)         una lezione introduttiva in aula di 2 ore;
2)         un’uscita nel Parco Calahorra di 3 ore;
3)         una lezione conclusiva di verifica in aula di 2 ore.
Gli argomenti trattati con gli alunni hanno riguardato gli aspetti geomorfologici, vegetazionali e faunistici del territorio.
In particolare, nel primo incontro, si è discusso con i ragazzi della biodiversità dei Colli Albani: sono state illustrate le varie specie forestali presenti nel territorio ed è stato analizzato l’intervento da parte dell’uomo, che nel corso dei secoli ha radicalmente trasformato l’ambiente introducendo nuove piante e favorendo la diffusione di alcune essenze di maggior interesse economico-produttivo come il castagno.
Si è poi affrontata la conoscenza degli animali ospiti del Parco, avvalendosi anche dell’utilizzo di un documentario videoproiettato, in modo da accrescere nei ragazzi la capacità di riconoscimento delle principali specie di uccelli, che frequentano regolarmente i parchi e i giardini delle città, scoprendone le abitudini alimentari, il comportamento e il loro rapporto con l’uomo. L’importanza di questi piccoli ospiti è stata sottolineata attraverso la spiegazione delle diverse nicchie ecologiche che ricoprono i frugivori, e granivori e gli insettivori, consentendo la dispersione dei semi delle piante ed il controllo della popolazione di insetti dannosi per le piante, mantenendo pertanto l’integrità dell’ambiente naturale in cui vivono. Inoltre, toccando con mano vari reperti (tra cui penne, nidi ed ossa) gli alunni hanno iniziato a familiarizzare con le dimensioni, i colori e le forme dei loro concittadini pennuti selvatici.
Nel secondo incontro si è effettuata un’escursione nel Parco “Calahorra”. Durante la visita i ragazzi hanno avuto modo di dare un nome ad arbusti ed alberi più o meno noti e, grazie anche all’uso di guide da campo specifiche, hanno imparato a riconoscere i vari tipi di foglie, frutti e semi delle piante spontanee o impiantate dall’uomo. Gli alunni hanno poi raccolto dei campioni vegetali da essiccare per realizzare un erbario didattico.
Nei pressi della fontana, gli studenti hanno compilato la scheda sul grande patriarca arboreo del Parco, misurando la circonferenza e stimando così l’età delle due ceppaie di castagno più vetuste (risultata essere più di due secoli).
I ragazzi hanno imparato, inoltre, ad osservare ed ascoltare i canti degli uccelli presenti (5-8 specie di piccoli passeriformi) che durante la nostra visita erano intenti a ricercare il cibo, a difendere il territorio o solamente curiosi della nostra presenza. Infine, gli allievi hanno localizzato e marcato alcuni alberi, sui quali verranno apposti dei nidi artificiali in grado di offrire a questi piccoli uccelli dei siti idonei alla loro nidificazione e di favorire quindi la loro permanenza nell’area.
Al termine dell’escursione, tornati in classe, gli studenti hanno appreso come mettere ad essiccare nella pressa fornitagli i campioni delle piante raccolte.
Nel terzo incontro gli alunni hanno allestito i campioni vegetali essiccati in un erbario didattico su un cartoncino (100x70 cm); hanno così imparato a riconoscere le foglie e i rametti raccolti sul campo mediante l’uso di guide illustrate e a compilare le etichette identificative dei reperti comprensive del nome scientifico della specie di appartenenza; i ragazzi hanno inoltre effettuato una breve ricerca delle caratteristiche principali delle piante raccolte.
È stato proposto quindi ai ragazzi il gioco causa-effetto, riguardante la relazione tra alcuni protagonisti del bosco naturale e i risultati delle azioni che ivi compiono, come momento di verifica degli argomenti trattati durante gli incontri effettuati.
Infine sono stati mostrati agli studenti un nido artificiale e una mangiatoia; questi oggetti, infatti, permettono ai ragazzi non solo di aiutare gli uccelli, che condividono con loro l’ambiente urbano, ma anche di osservarli più da vicino e familiarizzare con loro. Inoltre, attraverso il rifornimento quotidiano delle mangiatoie durante i mesi invernali, i ragazzi potranno sviluppare il senso di responsabilità personale, imparando a prendersi cura in prima persona della “wilderness” presente sotto casa.
I ragazzi, supportati dai loro professori, hanno manifestato un interesse ed una partecipazione via via più entusiasta, imparando a dare un nome a ciò che li circonda e a rispettare la diversità naturale a loro prossima.
Nonostante la brevità del percorso didattico svolto insieme, sono stati forniti molti elementi e spunti agli insegnanti, in modo da consentire agli stessi di svilupparli durante l’anno scolastico in corso.


Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002