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Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002

 CURIOSITA' STORICHE - pag. 14

Tra storia e leggenda

La chiesa di Santa Maria della Luce a Trastevere

(Luca Ceccarelli). Una delle traverse di Via della Lungaretta, a Trastevere, dalla parte dell’Isola Tiberina, è Via della Luce. La strada si chiamava un tempo Via delle Rimesse, per via delle stalle di sosta e di cambio dei cavalli, e poi Via dei Morticelli, a causa di un piccolo cimitero. Il nome è poi cambiato, nel Settecento, per il motivo che adesso diremo.
Imboccando Via della Luce dalla Lungaretta si incontra sulla destra la facciata settecentesca piuttosto disadorna della chiesa di Santa Maria della Luce. Roesler Franz - casa  in vicolo della Luce  La sua origine è antichissima. In alcune guide di Roma viene indicata anche col nome di San Salvatore de Coorte, o “della Corte”. Sebbene non si sia mai potuto verificare la circostanza con prove documentarie, sembra infatti che in questo luogo, nel IV secolo, sia stato costruito per iniziativa di Santa Bonosa (un tempo invocata dal popolo romano come protettrice dal vaiolo arabo) e del fratello Eutropio, un oratorio, nei pressi della curia tribunalizia (coorte) di Augusto. In alternativa, è stato sostenuto che la coorte in questione sarebbe stata una corte di vigili. In ogni caso, anche dopo la morte di Santa Bonosa l’oratorio continuò ad essere attivo, e venne anzi trasformato in chiesa, probabilmente la prima dedicata a Cristo Salvatore. Tra i titolari del tempio, che fino al 1595, quando divenne parrocchia, era sotto la giurisdizione della vicina basilica parrocchiale di San Crisogono, vi sarebbe stato il vescovo San Pigmenio (poi fatto gettare nel Tevere da Giuliano l’Apostata) le cui reliquie sono state traslate qui in epoca imprecisabile da un cimitero presso la via Portuense.
Nel XII secolo per iniziativa del papa Pasquale II la chiesa venne ristrutturata. Di quell’epoca è rimasta la cella campanaria a trifore, di stile romanico, simile ad altri campanili del rione, come quello della già citata basilica di San Crisogono, o di Santa Maria in Trastevere. Altri lavori di restauro vennero effettuati nel Seicento.
Narra la leggenda che sulla parete esterna di una casupola nelle vicinanze della chiesa, usata come deposito per materiale di riporto, era dipinta un’immagine della Madonna col Bambino e Santi, dipinto di Scuola Romana del Cinquecento. Un giorno del 1730 un cieco, trovatosi dentro la casa, sentì improvvisamente cadere dei calcinacci. Terrorizzato, si voltò per fuggire, e vide, sulla parete da cui era crollato l’intonaco, l’immagine della Madonna col Bambino circonfusa di luce. Allora uscì fuori gridando “Luce, luce!”. Altri ciechi e storpi, recandosi presso l’immagine a seguito del suo racconto riacquistarono la vista e furono guariti.
La cella campanaria a triforeMa secondo un’altra versione tutto cominciò quando un giovane parrocchiano disoccupato, avendo pregato intensamente presso l’immagine della Madonna col Bambino, dopo breve tempo trovò lavoro. E sembra che una donna dichiarasse di aver visto nel medesimo luogo “due angeli con torce accese che pregavano, e persone che scendevano e salivano”.
Sta di fatto che il luogo dov’era situata l’immagine venne ripulito, l’immagine divenne oggetto di grande devozione e cominciò a dispensare miracoli, e ben due fedeli in preghiera ebbero in visione la Vergine della Luce, così che da quest’ultima allora venne denominato il dipinto. I Padri Minimi di San Francesco di Paola (a Roma più noti come “paolotti”) a cui era stata affidata nel frattempo San Salvatore della Corte, si offrirono di ospitare la Madonna della Luce nella loro chiesa, il che venne loro concesso da Clemente XII l’8 agosto 1730.
Numerose furono allora le offerte dei fedeli per rendere il tempio più degno di ospitare la santa immagine, e consentirono ai Padri Minimi di ricostruire la chiesa e di riconsacrarla a Santa Maria della Luce (e di far intervenire un artista del calibro di Sebastiano Conca per dipingere L’Eterno Padre benedicente fra gli angeli).
Oggi che il convento è chiuso, Santa Maria della Luce è tornata sotto la giurisdizione di San Crisogono. Peraltro, è una delle chiese di Roma in cui tutte le domeniche alle 11 si celebra ancora la messa in latino secondo il rito romano antico.



Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002