Sommario anno XI numero 2 - febbraio 2002
STORIA
-
pag. 14
I Colonna
(prima parte di due)
(Alberto Restivo) - Parlando della
nobiltà romana, con riferimento a tempi ormai remoti, siamo soliti usare
un termine che non può riguardare indifferentemente tutte le potenti
famiglie poiché è troppo generico, mentre dovremmo usare, come esigono
gli addetti ai lavori e specialmente gli storici dell’araldica, tre
diversi vocaboli quali aristocrazia, nobiltà e patriziato in quanto
riferentisi a tre differenti realtà storiche.
Seguendo la nomenclatura indicata dagli esperti, rileviamo che sono
considerate "aristocratiche" le famiglie di militari romani,
bizantini, longobardi oppure quelle fra i cui membri vi sono ecclesiastici
di gradi elevati. Sono invece considerate "nobili" (dopo il
Mille) le famiglie i cui componenti ebbero importanti cariche pubbliche e
che vantando illustri antenati, si fregiavano di un blasone oltre ad avere
notevoli possedimenti terrieri. "Patrizie", infine quelle
famiglie vissute nei Comuni durante il tardo medioevo, con membri
investiti di alti poteri cittadini, come giudici, consoli, capitani del
popolo e senatori.
Queste ultime famiglie entravano nel libro d’oro del Patriziato urbano
ed un sovrano o un Papa potevano anche concedere loro titoli nobiliari; il
che è avvenuto in età moderna, quando un pontefice assegnava titoli
nobiliari ai propri familiari, nobilitandoli. Saranno proprio queste
"famiglie papali" a stringere alleanze con altri potenti nelle
varie terre del Lazio, oltre ad attuare una propria politica interna ed
estera, d’intesa con sovrani di altre nazioni aventi interessi di
predominio in Italia.
Gli storici riportano che, fin dalla fine del IX secolo, l’aristocrazia
romana in genere e le famiglie papali in particolare, affrontavano lotte
cruente per crearsi ingenti proprietà fondiarie oltre che erigere torri e
strutture murarie di difesa, spesso ricavate da monumenti romani ancora
solidi anche se abbandonati, come fecero i Crescenzi che si fortificarono
nella Sabina oltre a possedere roccaforti in Roma, i Frangipane presso il
Colosseo, i Caetani nella Torre delle Milizie e nell’isola tiberina, e,
più tardi, i Colonna arroccati fra SS. Apostoli e l’Augusteo.
A proposito dei Colonna, ai quali abbiamo voluto avvicinarci per
scoprirne la storia, le opere e riviverne le vicende avventurose,
brillanti, drammatiche ed eroiche che li vedono protagonisti nell’arco
di 900 anni, dobbiamo dire della grande difficoltà a reperire materiale
originale esistente su di loro, proprio perché i Colonna fanno parte di
quella aristocrazia che non ha mai amato "apparire": niente vita
mondana, niente rotocalchi, niente foto, ma solo una
"riservatezza" che sembra coincidere con quella
"segretezza" dell’omonimo palazzo, costruito in Roma (P.zza
SS. Apostoli) da Martino V Oddone Colonna, durante il suo Pontificato
(1417-1431) e più volte restaurato fino al 1720.
La facciata meno "accattivante" di quanto non sia l’interno
dove i giardini, le terrazze, le architetture preannunciano l’eleganza e
la fastosità dei saloni che lasciano il visitatore senza fiato, i
soffitti da capogiro, le raccolte di quadri dove si rincorrono dipinti del
Guercino, del Vanvitelli nonché di Raffaello e Tintoretto.
Sul retro, il palazzo comunica mediante quattro archi che scavalcano Via
della Pilotta, con i giardini Colonna, alle pendici del Quirinale, ove
sono i resti di un tempio pagano, forse quello di Serapide.
Le origini e un po’ di storia.
Menzionati dagli storici come "famiglia principesca
italiana", i Colonna ebbero un ruolo importante nella storia di Roma
e della Chiesa, spesso in lotta con i Pontefici e con le altre famiglie
nobili romane come i Caetani e gli Orsini. Secondo una tradizione (poco
verosimile), il loro nome deriverebbe dalla colonna Traiana, presso la
quale inizialmente i Colonna avrebbero avuto la loro dimora. In realtà,
il loro nome deriva da un castello, loro possedimento, detto della
"Colonna", sui Colli Albani, che la famiglia deteneva dall’XI
secolo.
Incertezze esistono anche sulle loro origini che deriverebbero dai Conti
di Tuscolo e quindi da Alberico I, duca di Spoleto (Sec. X).
È sicuro comunque che alla metà del XIII secolo, la famiglia possedeva a
Roma il Mausoleo di Augusto e il monte Citorio, mentre fuori Roma
possedeva vari "Borghi" (secondo un termine del tempo):
Palestrina (che dette il nome al ramo principale dei Colonna), Zagarolo,
Capranica, Pietraporzia (Monteporzio).
Le fonti indicano Pietro, nominato come Petrus de Columna, come il primo
dei Colonna di cui si ha conoscenza storica, vissuto alla fine dell’XI
secolo, prima nemico e poi alleato di Papa Onorio II.
Da quest’epoca, la famiglia crebbe in potenza soprattutto perché alcuni
dei suoi membri divennero Cardinali: fra essi Giovanni, cardinale di Santa
Prisca nel 1193 e cardinale vescovo di Sabina nel 1205, protettore di San
Francesco d’Assisi.
Un altro Giovanni fu cardinale di S. Prassede dal 1212 e con quest’ultimo,
che favoriva i ghibellini, iniziarono le ostilità contro gli Orsini,
ferventi guelfi.
Le lotte continuarono con Ottone Colonna, senatore di Roma (1279-1280) e
con il figlio di quest’ultimo, Pietro, anch’egli cardinale nel 1288
per opera di Nicolò IV. Viene ricordato, in particolare, un terzo
Giovanni, nipote del cardinale omonimo di Santa Prassede, che studiò a
Parigi, fu domenicano, arcivescovo di Messina (1255) e vicario di Roma
(1262); accompagnò come legato l’esercito di Luigi IX in Egitto, ove,
catturato dai Saraceni, fu dagli stessi liberato, ammirati per il suo
coraggio; per sciogliere il voto questi fondò l’ospedale del Laterano.
(continua)
Sommario
anno XI numero 1 - gennaio 2002 |