grottaferrata
Le Fortezze del medioevo (seconda
parte)
(Massimo Medici) - Nell’articolo precedente si diceva come
l’uomo, durante tutto l’arco della sua storia, si fosse dedicato alla
costruzione delle fortezze per sfuggire ai suoi simili con i quali, molto
spesso, era in guerra per i più disparati motivi. E si era anche
osservato come, anche gli animali, ricorressero ad espedienti simili per
sfuggire ai loro numerosi nemici.
Parve che ciò potesse portare ad una
semplice equazione di eguaglianza fra le varie specie di animali; la
nostra compresa e per prima. Accettato questo ragionamento propedeutico
ed, invero, inoppugnabile, ora vogliamo cercare di conoscere, per sommi
capi, le più importanti opere di fortificazione, per poi dedicarci a
quella a noi più vicina: l’Abbazia di S. Nilo che è anch’essa una
fortezza.
Così, dopo esserci guardati intorno,
alla ricerca di qualcosa di molto alto che ci potesse permettere di
gettare lo sguardo lontano, cominciamo a salire per l’erta del Tuscolo
che è una montagna vicina, alta e piena di storia. Da lassù guadando a
sinistra si vede il mare lontano… e da lì, fra la nebbia, vediamo con
la fantasia un’isola che sorge dalle onde fatte piccole dalla distanza.
Aguzziamo lo sguardo e scorgiamo le montagne e su queste, delle strane
costruzioni rotonde di sassi: i nuraghi. Sono come una catena quasi senza
interruzione lungo tutta la costa di quell’isola, ma specialmente dove
si trovano approdi anche piccoli, torrenti e foci di fiumi: tutte vie di
penetrazione all’interno di quella terra così bella e lontana. Anche le
vallate dominate da montagne piuttosto alte, sono vigilate da quelle
strane costruzioni.
Sono antichissimi i nuraghi e sono
circa settemila, diffusi in tutta la Sardegna. Torri fortificate
preistoriche a dimostrazione che l’idea della guerra non è nuova…
anzi. Alcuni sono enormi e tutti costruiti con grandi blocchi di pietra
posti l’uno sull’altro direttamente senza malta, che si stringono
sempre più verso l’alto chiudendosi poi alla sommità a formare il
tetto. I più grandi hanno camere sovrapposte a cui si accede attraverso
scale ricavate all’interno delle mura perimetrali con un movimento a
spirale. Alcuni hanno due piani, ma nessuno, fra loro, ne può vantare tre
come il nuraghe Madrone di Silanus.
Alcuni studiosi ritengono che i nuraghi
risalgano al II millennio a.C. sotto l’influenza micenea della quale
architettura sembrano ricalcare le tombe. Questa ipotesi sembra avvalorata
dai numerosi rilevamenti fatti con il radiocarbonio che ne ha fissato,
appunto, l’età nel periodo micenéo.
All’interno si respira un’aria di
solitudine e di silenzio. Le pareti sono alte e spoglie ed ogni tanto vi
sono ricavati dei vani orizzontali che sembra fossero usati come nicchie
per dormire. Generalmente hanno un grande ambiente centrale rotondo
collegato, per mezzo di strette scale a chiocciola, ad altri ambienti,
anch’essi a pianta circolare e collegati anch’essi, per mezzo di basse
gallerie ad altre sale rotonde. In tal modo si otteneva un intricato
sistema di fortificazioni nel quale i difensori si potevano muovere
abbastanza agevolmente per raggiungere quei luoghi ove più necessitava la
loro presenza. Il tutto è circondato da un muro, anch’esso a secco, che
cinge l’intero complesso.
Uscendo da quel dedalo il visitatore
può spaziare con lo sguardo all’intorno mentre il vento lambisce la
terra facendo ondeggiare le erbe odorose che la coprono a tratti, in un
silenzio irreale.
Se si va in Sardegna, visitare un
nuraghe è un’esperienza da non perdere. Si avverte che quelle sono le
radici di un popolo duro, tenace e solitario, avvezzo alla fatica di un’esistenza
semplice e saldamente legata alla natura come pochi altri. Il visitatore
si guarda intorno e, spesso, da quel silenzio sale un lontano belato di
pecore che pascolano lentamente nella valle circostante, sempre vigilate
da un pastore e da qualche cane fedele. Quello che colpisce il turista che
raggiunge un nuraghe per la prima volta, è appunto, quel silenzio così
strano, quasi irreale.
Gli scavi e le ricerche cui sono stati
sottoposti i nuraghi hanno confermato come fossero opere a carattere
militare, all’interno delle quali si è anche svolta la vita delle
popolazioni che li costruirono e delle quali furono, spesso, l’estrema
difesa. Scavando si sono rinvenuti i resti di focolari, di pasti consumati
da quei primitivi, di ceramiche e di altri oggetti d’uso comune. Furono
rinvenuti alcuni pozzi d’acqua scavati all’interno delle mura, botole
nascoste per la conservazione del cibo, che unitamente alle feritoie
praticate intorno alle mura ed alle garitte, confermavano che i nuraghi
non fossero altro che fortezze ad uso del villaggio circostante. Si
rinvennero a seguito di ricerche, ad opera del Lillu (uno dei più grandi
archeologi che si interessarono allo studio di quei siti), proiettili per
fionde, palle da lancio sagomate rozzamente a forma di sfere, armi di
bronzo, che ci dettero l’idea di come vivessero e si difendessero quelle
antichissime popolazioni. Purtroppo mancò alla civiltà nuragica quel
grande mezzo di comunicazione che, in tanti altri casi, aveva permesso
agli studiosi di scavare anche nel pensiero, oltre che nelle abitudini, di
un popolo: la scrittura. (continua)
cocciano
Un Quartiere in festa
(C.T.)
- Giovedì 13, venerdì 14, sabato 15, domenica 16 giugno. In un
crescendo di iniziative culturali e ricreative, il Comitato di Quartiere
di Cocciano a Frascati, offre a cittadini e visitatori quattro giorni di
grande festa!
Esposizioni d’Arte e di Fotografia,
di Antiquariato, di Artigianato, spazi dedicati all’Enogastronomia, una
ricca Lotteria, gare Podistiche e di Calcio, animazione per ragazzi,
Musica dal vivo, Spettacoli, Giochi e tanto altro per tutti. Vivaci
momenti di aggregazione che contribuiranno a far conoscere le realtà del
Quartiere Cocciano, divenuto ormai importante polo sociale e culturale
della Città di Frascati. La nuova chiesa di San Giuseppe Lavoratore, lo
Stadio di Rugby, il 2° Piano di Zona, il Centro Direzionale, il Parco
Archeologico, per citare soltanto alcune delle opere realizzate e in fase
di realizzazione, che daranno a Cocciano nuova vitalità. L’attenzione
dell’Amministrazione Comunale, l’efficiente dinamicità del Comitato
di Quartiere, la fattiva collaborazione di numerose Attività Commerciali
e le sinergie con l’A.R.Ca., hanno permesso di avviare un rilevante
processo di qualificazione e riqualificazione, ambientale e sociale, di
questo storico Quartiere.
Dulcis in fundo, "Un Quartiere In
Festa" vedrà inaugurata la nuova sede della Delegazione Comunale in
piazza F. Nobiliore. Dunque appuntamento da non perdere, dal 13 al 16
giugno, con "Cocciano - Un Quartiere In Festa".
ariccia
Festa della Madonna
di Galloro - Fiera di Pentecoste
(Silvia
Cutuli) - Il Comune di Ariccia in collaborazione con la
Confraternita Madonna di Galloro ha organizzato la festa della Madonna di
Galloro. Il Santuario di Galloro, restaurato dal Bernini attorno al 1661,
è legato ad un evento miracoloso ricordato da un grosso masso di peperino
con dipinta un’immagine della Madonna che, con molta probabilità, è da
datarsi intorno al X secolo.
Domenica diciannove maggio, la Statua
della Madonna è stata portata in processione dalla Parrocchia Santuario
di Galloro fino alla Piazza di Corte dove, nella Chiesa SS. Maria Assunta
è stata celebrata la Santa Messa, con canti eseguiti dal coro polifonico
"Canticorum Jubilum" diretto dal Maestro Fabio Avolio. La
processione è poi proseguita sino all’abitazione di un cittadino di
Ariccia che terrà in casa la statua, come vuole la tradizione.
In occasione della festività religiosa
e della Pentecoste, è stata allestita "La Fiera della
Pentecoste" con l’intento di rinnovare l’antica fiera nata nel
1662 ad Ariccia, dedicata ai prodotti del territorio ed al bestiame. Gli
stands sono stati inaugurati da parte delle Autorità comunali nel
pomeriggio di sabato diciotto maggio. Il Palio che veniva organizzato nel
passato, è stato sostituito in questa edizione, da momenti di spettacolo
con la partecipazione dell’Associazione "Sbandieratori Rioni di
Cori": domenica pomeriggio gli sbandieratori hanno sfilato nel tratto
della Via Appia dal Piazzale di Galloro a Piazza Dante, esibendosi per i
visitatori della fiera.
A conclusione della serata si è svolto
uno spettacolo musicale dell’Orchestra dei fiati "Città di Ariccia"
e del Coro Polifonico "Canticorum Jubilum" nel cortile di
Palazzo Chigi; uno spettacolo pirotecnico ha chiuso la festa.
monte
compatri
I cento anni di
Italia Clara Missori
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(La redazione) -
Italia Clara Missori nasce a Monte Compatri il 24 Maggio 1902.
Già da giovane esercita la
professione di sarta conquistandosi una grande stima con il suo
serio lavoro. Si dedica, da fervente cattolica, alle opere
caritative fino a quando per ragioni di salute deve lasciare.
È ospite in casa della nipote
Valeria, che tutt’ora le dedica tutto il suo affetto e l’assiste
con ammirevole sacrificio. A Italia, limpido esempio della
longevità dei monticiani, gli auguri dei parenti, della redazione
e di tutti i paesani!
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