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Sommario anno XI numero 6 - giugno 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 06
grottaferrata
Le Fortezze del medioevo (seconda parte)
(Massimo Medici) - Nell’articolo precedente si diceva come l’uomo, durante tutto l’arco della sua storia, si fosse dedicato alla costruzione delle fortezze per sfuggire ai suoi simili con i quali, molto spesso, era in guerra per i più disparati motivi. E si era anche osservato come, anche gli animali, ricorressero ad espedienti simili per sfuggire ai loro numerosi nemici.

Parve che ciò potesse portare ad una semplice equazione di eguaglianza fra le varie specie di animali; la nostra compresa e per prima. Accettato questo ragionamento propedeutico ed, invero, inoppugnabile, ora vogliamo cercare di conoscere, per sommi capi, le più importanti opere di fortificazione, per poi dedicarci a quella a noi più vicina: l’Abbazia di S. Nilo che è anch’essa una fortezza.
Così, dopo esserci guardati intorno, alla ricerca di qualcosa di molto alto che ci potesse permettere di gettare lo sguardo lontano, cominciamo a salire per l’erta del Tuscolo che è una montagna vicina, alta e piena di storia. Da lassù guadando a sinistra si vede il mare lontano… e da lì, fra la nebbia, vediamo con la fantasia un’isola che sorge dalle onde fatte piccole dalla distanza. Aguzziamo lo sguardo e scorgiamo le montagne e su queste, delle strane costruzioni rotonde di sassi: i nuraghi. Sono come una catena quasi senza interruzione lungo tutta la costa di quell’isola, ma specialmente dove si trovano approdi anche piccoli, torrenti e foci di fiumi: tutte vie di penetrazione all’interno di quella terra così bella e lontana. Anche le vallate dominate da montagne piuttosto alte, sono vigilate da quelle strane costruzioni.
Sono antichissimi i nuraghi e sono circa settemila, diffusi in tutta la Sardegna. Torri fortificate preistoriche a dimostrazione che l’idea della guerra non è nuova… anzi. Alcuni sono enormi e tutti costruiti con grandi blocchi di pietra posti l’uno sull’altro direttamente senza malta, che si stringono sempre più verso l’alto chiudendosi poi alla sommità a formare il tetto. I più grandi hanno camere sovrapposte a cui si accede attraverso scale ricavate all’interno delle mura perimetrali con un movimento a spirale. Alcuni hanno due piani, ma nessuno, fra loro, ne può vantare tre come il nuraghe Madrone di Silanus.
Alcuni studiosi ritengono che i nuraghi risalgano al II millennio a.C. sotto l’influenza micenea della quale architettura sembrano ricalcare le tombe. Questa ipotesi sembra avvalorata dai numerosi rilevamenti fatti con il radiocarbonio che ne ha fissato, appunto, l’età nel periodo micenéo.
All’interno si respira un’aria di solitudine e di silenzio. Le pareti sono alte e spoglie ed ogni tanto vi sono ricavati dei vani orizzontali che sembra fossero usati come nicchie per dormire. Generalmente hanno un grande ambiente centrale rotondo collegato, per mezzo di strette scale a chiocciola, ad altri ambienti, anch’essi a pianta circolare e collegati anch’essi, per mezzo di basse gallerie ad altre sale rotonde. In tal modo si otteneva un intricato sistema di fortificazioni nel quale i difensori si potevano muovere abbastanza agevolmente per raggiungere quei luoghi ove più necessitava la loro presenza. Il tutto è circondato da un muro, anch’esso a secco, che cinge l’intero complesso.
Uscendo da quel dedalo il visitatore può spaziare con lo sguardo all’intorno mentre il vento lambisce la terra facendo ondeggiare le erbe odorose che la coprono a tratti, in un silenzio irreale.
Se si va in Sardegna, visitare un nuraghe è un’esperienza da non perdere. Si avverte che quelle sono le radici di un popolo duro, tenace e solitario, avvezzo alla fatica di un’esistenza semplice e saldamente legata alla natura come pochi altri. Il visitatore si guarda intorno e, spesso, da quel silenzio sale un lontano belato di pecore che pascolano lentamente nella valle circostante, sempre vigilate da un pastore e da qualche cane fedele. Quello che colpisce il turista che raggiunge un nuraghe per la prima volta, è appunto, quel silenzio così strano, quasi irreale.
Gli scavi e le ricerche cui sono stati sottoposti i nuraghi hanno confermato come fossero opere a carattere militare, all’interno delle quali si è anche svolta la vita delle popolazioni che li costruirono e delle quali furono, spesso, l’estrema difesa. Scavando si sono rinvenuti i resti di focolari, di pasti consumati da quei primitivi, di ceramiche e di altri oggetti d’uso comune. Furono rinvenuti alcuni pozzi d’acqua scavati all’interno delle mura, botole nascoste per la conservazione del cibo, che unitamente alle feritoie praticate intorno alle mura ed alle garitte, confermavano che i nuraghi non fossero altro che fortezze ad uso del villaggio circostante. Si rinvennero a seguito di ricerche, ad opera del Lillu (uno dei più grandi archeologi che si interessarono allo studio di quei siti), proiettili per fionde, palle da lancio sagomate rozzamente a forma di sfere, armi di bronzo, che ci dettero l’idea di come vivessero e si difendessero quelle antichissime popolazioni. Purtroppo mancò alla civiltà nuragica quel grande mezzo di comunicazione che, in tanti altri casi, aveva permesso agli studiosi di scavare anche nel pensiero, oltre che nelle abitudini, di un popolo: la scrittura. (continua)

cocciano
Un Quartiere in festa
(C.T.) - Giovedì 13, venerdì 14, sabato 15, domenica 16 giugno. In un crescendo di iniziative culturali e ricreative, il Comitato di Quartiere di Cocciano a Frascati, offre a cittadini e visitatori quattro giorni di grande festa!

Esposizioni d’Arte e di Fotografia, di Antiquariato, di Artigianato, spazi dedicati all’Enogastronomia, una ricca Lotteria, gare Podistiche e di Calcio, animazione per ragazzi, Musica dal vivo, Spettacoli, Giochi e tanto altro per tutti. Vivaci momenti di aggregazione che contribuiranno a far conoscere le realtà del Quartiere Cocciano, divenuto ormai importante polo sociale e culturale della Città di Frascati. La nuova chiesa di San Giuseppe Lavoratore, lo Stadio di Rugby, il 2° Piano di Zona, il Centro Direzionale, il Parco Archeologico, per citare soltanto alcune delle opere realizzate e in fase di realizzazione, che daranno a Cocciano nuova vitalità. L’attenzione dell’Amministrazione Comunale, l’efficiente dinamicità del Comitato di Quartiere, la fattiva collaborazione di numerose Attività Commerciali e le sinergie con l’A.R.Ca., hanno permesso di avviare un rilevante processo di qualificazione e riqualificazione, ambientale e sociale, di questo storico Quartiere.
Dulcis in fundo, "Un Quartiere In Festa" vedrà inaugurata la nuova sede della Delegazione Comunale in piazza F. Nobiliore. Dunque appuntamento da non perdere, dal 13 al 16 giugno, con "Cocciano - Un Quartiere In Festa".


ariccia
Festa della Madonna di Galloro - Fiera di Pentecoste
(Silvia Cutuli) - Il Comune di Ariccia in collaborazione con la Confraternita Madonna di Galloro ha organizzato la festa della Madonna di Galloro. Il Santuario di Galloro, restaurato dal Bernini attorno al 1661, è legato ad un evento miracoloso ricordato da un grosso masso di peperino con dipinta un’immagine della Madonna che, con molta probabilità, è da datarsi intorno al X secolo.
Domenica diciannove maggio, la Statua della Madonna è stata portata in processione dalla Parrocchia Santuario di Galloro fino alla Piazza di Corte dove, nella Chiesa SS. Maria Assunta è stata celebrata la Santa Messa, con canti eseguiti dal coro polifonico "Canticorum Jubilum" diretto dal Maestro Fabio Avolio. La processione è poi proseguita sino all’abitazione di un cittadino di Ariccia che terrà in casa la statua, come vuole la tradizione.
In occasione della festività religiosa e della Pentecoste, è stata allestita "La Fiera della Pentecoste" con l’intento di rinnovare l’antica fiera nata nel 1662 ad Ariccia, dedicata ai prodotti del territorio ed al bestiame. Gli stands sono stati inaugurati da parte delle Autorità comunali nel pomeriggio di sabato diciotto maggio. Il Palio che veniva organizzato nel passato, è stato sostituito in questa edizione, da momenti di spettacolo con la partecipazione dell’Associazione "Sbandieratori Rioni di Cori": domenica pomeriggio gli sbandieratori hanno sfilato nel tratto della Via Appia dal Piazzale di Galloro a Piazza Dante, esibendosi per i visitatori della fiera.
A conclusione della serata si è svolto uno spettacolo musicale dell’Orchestra dei fiati "Città di Ariccia" e del Coro Polifonico "Canticorum Jubilum" nel cortile di Palazzo Chigi; uno spettacolo pirotecnico ha chiuso la festa.


monte compatri
I cento anni di Italia Clara Missori

(La redazione) - Italia Clara Missori nasce a Monte Compatri il 24 Maggio 1902.
Già da giovane esercita la professione di sarta conquistandosi una grande stima con il suo serio lavoro. Si dedica, da fervente cattolica, alle opere caritative fino a quando per ragioni di salute deve lasciare.
È ospite in casa della nipote Valeria, che tutt’ora le dedica tutto il suo affetto e l’assiste con ammirevole sacrificio. A Italia, limpido esempio della longevità dei monticiani, gli auguri dei parenti, della redazione e di tutti i paesani!

 I NOSTRI PAESI - pag. 06

Sommario anno XI numero 6 - giugno 2002