nemi
De le fragole er profumo solo a Nemi
poi sentì...
(Bruna Macioci) - Torna a Nemi l’evento clou dell’anno:
la Sagra delle Fragole, realizzata con il contributo della Giunta
Regionale del Lazio, sempre attenta e premurosa verso le manifestazioni
tradizionali, che rappresentano un patrimonio culturale da preservare e
sono care al popolo e ai turisti.
La Sagra delle Fragole è una delle
più blasonate, più rinomate e più antiche feste di paese non collegate
a culto religioso, anche se non si sa di preciso quando sia stata
istituita. Le prime notizie documentate negli archivi comunali di Nemi
datano dal 1922, anno in cui si trova traccia di una delibera dell’Amministrazione
per i festeggiamenti e la distribuzione di fragole; e non ci sono
spiegazioni ulteriori per le ragioni dell’iniziativa. Questo permette
facilmente di arguire che la festa sia preesistente a questa data, e anche
ben consolidata nella tradizione cittadina. Esiste un’incisione di
Bartolomeo Pinelli fatta esattamente un secolo prima, nel 1822, in cui è
raffigurato Il trionfo delle fragole alla Rotonda (cioè al
Pantheon) e che testimonia l’esistenza di una festa delle fragole che da
secoli si teneva a Roma il 13 di giugno. Anche nella festa romana c’erano
le fragolare e una distribuzione pubblica di frutti. E, dato che all’epoca
la frutta per il mercato di Roma veniva tutta dai Castelli Romani, non
sembra azzardato pensare che le fragole fossero fornite dai coltivatori di
Nemi. Questa festa deve essere stata soppressa a Roma quando il Papa, per
l’arrivo dei Savoia nel 1870, si rinchiuse in Vaticano e Roma entrò,
per così dire, in lutto; e deve essere stata ‘spostata’ a Nemi, cioè
nel luogo di produzione delle fragole. E poi negli Atti dell’Inchiesta
Parlamentare sullo stato dell’agricoltura del neonato Regno d’Italia
(1877-1884) si parla espressamente di coltivazioni di fragole e di fiori a
Nemi.
Perché proprio a Nemi si coltivano le
fragole? Come ognun sa, la fragola è un frutto di bosco, e nasce
spontanea. Si può, con pazienza e bravura, trapiantarla e coltivarla: ma
non prospera ovunque. Nella valle del lago di Nemi c’è un microclima
particolare che consente invece di avere ottimi risultati con questa
coltura, senza fare uso di prodotti fitofarmaceutici. È comunque un
prodotto ‘faticoso’: bisogna passare fra i filari almeno una volta la
settimana ad estirpare a mano le erbacce infestanti; proteggere i frutti
in via di maturazione da uccelli e insetti, e infine coglierli, sempre
naturalmente a mano, e a schiena curva. Per ogni chilo di fragole
raccolte, sono ore di lavoro. Lavoro duro, perseverante e delicato, che da
sempre è stato affidato alle mani delle donne: ecco perché le
protagoniste della Sagra sono ‘le fragolare’, che sfilano in corteo
per il paese abbigliate con l’antico costume tradizionale: gonna rossa,
bustino nero, camicetta bianca e mandrucella in testa.
Durante la Sagra del 2000 Nemi ha
conseguito il Guinness dei primati per la coppa di fragole più
grande del mondo (fu distribuita più d’una tonnellata di fragole). Per
ricordare l’avvenimento, da allora le fragole - che prima venivano
regalate ai visitatori in cestinetti di vimini - vengono attinte dalla
coppa del Guinness, già condite con un vino rosé locale e pronte da
degustare. Il giorno della Sagra, dunque, Nemi è in festa e celebra i
suoi rinomati frutti con spettacoli di piazza e fuochi d’artificio. Ma
da qualche tempo nel territorio di Nemi alle fragole si è aggiunta un’altra
coltivazione: i fiori. Per ricordare quest’altra produzione locale la
Sagra delle Fragole è diventata anche Mostra dei Fiori. I fioristi - di
Nemi e di fuori (e quest’anno anche i ragazzi della Scuola Media faranno
la loro parte, con un allestimento sul tema del bosco) - entrano in gara
ad addobbare il paese e a fare composizioni ornamentali: il più bravo
vince il trofeo La fragola d’oro, cioè un gioiello artigianale
ideato e creato espressamente dal maestro orafo di Nemi Luigi Middei, e
che consiste in una vera piantina di fragole ricoperta d’argento, da cui
pende una fragola vera ricoperta d’oro con la tecnica dell’elettrolisi
o bagno galvanico. La bellezza del gioiello viene accresciuta dal
fatto che si tratta ogni anno di un esemplare unico creato dalla natura;
attraverso la perizia dell’orefice la piantina affida ai metalli
preziosi la sua bellezza affinché essi la preservino nel tempo. La Mostra
dei Fiori viene allestita il sabato, e per tutto il pomeriggio i fioristi
lavorano febbrilmente a creare le composizioni; verso sera infine la
giuria di esperti prende visione degli elaborati e dà i voti, dopo di che
la Mostra viene inaugurata dal Sindaco ed aperta al pubblico. Rimane
naturalmente in visione per tutto il giorno di domenica, in cui c’è la
proclamazione del vincitore e l’assegnazione del premio. La Mostra dei
Fiori è realizzata con il contributo della Provincia di Roma ed è curata
dalla Pro Loco. Il giorno della Sagra Nemi offre inoltre ai visitatori
anche delle mostre d’arte. Quest’anno sono presenti due mostre di
pittura: la prima ‘personale’ di Maria Teresa Pellegrini Raho
(paesaggi e ritratti in olio, molto belli) alla sala dei Piccoli Comuni, e
dipinti moderni all’Androne del Castello. I bambini avranno uno spazio
tutto per loro nel Cortile del Castello con il Ludocaravan Gi.Car (a cura
della Giò Art col contributo della Provincia di Roma): giocolieri,
trampolieri, pagliacci e divertimento assicurato per tutto il pomeriggio.
Il programma completo di quest’anno
lo potrete trovare nella rubrica "agenda" del sito di Controluce
all’indirizzo http://photoclub.controluce.it/agenda/index.htm
albano
Mosaici e non solo
(Luca
Ceccarelli) - Si è tenuta nel Palazzo Savelli di Albano, sede del
Comune, da venerdì 24 a domenica 26 maggio, l’VIII Rassegna di mosaico
in pietra viva. L’esposizione, che gode del patrocinio del Comune di
Albano, ed è stata inaugurata il venerdì alla presenza delle autorità
comunali, propone le opere realizzate da studenti di scuole pubbliche di
vario ordine e grado di Albano e del circondario, viene ripetuta ormai dal
1995, e nonostante il titolo non propone solo mosaici in pietra viva.
Certo, questi ultimi, che gli allievi delle scuole medie Pascoli e
Negrelli di Albano hanno realizzato negli ultimi otto anni con la guida
della professoressa Patrizia Loretelli, e della professoressa Anna Maria
Camussi, sono senza dubbio il pezzo forte dell’esposizione. In questi
lavori, infatti, l’espressione della creatività degli allievi sfocia in
realizzazioni artistiche di alto profilo, ispirate sia all’arte
figurativa dell’antica Roma, sia all’arte sacra bizantina, sia alla
pittura moderna (uno dei mosaici che ho avuto modo di vedere raffigurava
un celebre quadro del pittore simbolista Gustav Klimt), uno dei quali ogni
anno viene destinato alla decorazione di edifici sia sacri che profani di
Albano. Nello stesso Palazzo Savelli è esposta una riproduzione di Guernica
di Pablo Picasso, nel duomo di San Pancrazio, invece, un mosaico in
stile bizantino raffigurante Gesù Cristo (che, come mi ha raccontato la
professoressa Loretelli, i turisti stranieri scambiano spesso per un
mosaico di antica fattura). Alla chiesa del Cuore Immacolato di Maria la
professoressa Loretelli e i suoi allievi hanno donato tre mosaici che
raffigurano le persone della Trinità. Quest’anno il laboratorio ha
realizzato un San Francesco che andrà al convento dei cappuccini alle
porte di Albano. Il laboratorio è un’attività extradidattica, che si
tiene nel pomeriggio: ciò nonostante la partecipazione degli studenti è
molto elevata.
E
un artista come Brando, titolare di uno studio d’arte mosaica ad Aprilia,
gli ha prestato la sua consulenza e ha esposto alcune opere insieme a
quelle degli allievi.
La scelta del mosaico in "pietra
viva", che si ottiene facendo aderire alle pietrine una
raffigurazione "rovesciata", è legata anche a necessità
pratiche: una diversa tecnica necessiterebbe infatti della necessità di
una cottura, che non tutte le strutture scolastiche in cui si tengono i
laboratori possono realizzare. Possono farlo, per loro fortuna, le scuole
elementari del 1° Circolo didattico di Aprilia, che espongono un lavoro
di notevole fattura e complesso simbolismo: l’Albero della vita nel
Lazio Latino, prodotto dagli allievi del laboratorio di Aprilia con l’aiuto
delle insegnanti, e la consulenza dell’esperta Serenella Lumaca.
Ma l’esposizione comprendeva anche il
laboratorio di pittura su vetro (sempre delle scuole medie Pascoli e
Negrelli), con dei pavoni di notevole fattura, e il laboratorio di tempera
e di acquerello: tecniche figurative relativamente poco costose, e
certamente di realizzazione meno complicata del mosaico, che costituivano
nell’esposizione una raccolta che, insieme a pitture ben realizzate ma
forse non originalissime, ne comprendeva altre di alta capacità
evocativa, in cui la sensibilità estetica si univa ad una buona perizia
tecnica e ad una confidenza con i modelli che fa ben sperare sul futuro
artistico dei relativi autori.
xi
comunità montana
Piano Antineve 2002- 2003
(Laura Frangini) - La
Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, con previdente
anticipo sul prossimo inverno, ha deliberato in questi giorni l’acquisto
di tre nuove macchine spargisale. L’investimento completa la dotazione
strumentale dei dieci gruppi di protezione civile operanti nel
comprensorio montano, per fronteggiare situazioni di emergenza legate al
maltempo nella stagione invernale.
Se quest’anno i rigori del freddo non
hanno creato troppi disagi alla circolazione, questo lo si deve anche al
fatto che la CM aveva munito di spargisale ben sette gruppi protezione
civile per fronteggiare in ogni comune l’eventuale rischio di ghiaccio.
I tre gruppi che erano rimasti esclusi, relativamente ai Comuni di Cave,
S. Cesareo e Frascati, avranno presto in dotazione uno spargisale
ciascuno, grazie allo stanziamento disposto dall’Ente.
velletri
1° maggio con gli
Amici del Parco
(C.A.I. S/Sezione di Velletri
- Legambiente Circolo "La Spinosa")
Circa 100 persone hanno partecipato sul
Monte Artemisio alla giornata organizzata dal Parco Regionale dei Castelli
Romani in collaborazione con le associazioni ambientaliste (CAI e
Legambiente) di Velletri. Oltre allo stand a Fontan Marcaccio (gestito da
Legambiente), dove sono state date informazioni e materiale divulgativo,
sono state organizzate tre escursioni tematiche: archeologica, botanica e
paesaggistica. La prima, a cura di Giorgio Manganello volontario del
Gruppo Archeologico Veliterno, si è svolta dal Fontanile della
Donzelletta fino alla Valletta del Lupo. Quella sulle erbe spontanee dei
Castelli Romani illustrate da Roberto Peretti, ha invece seguito
parzialmente il percorso dell’escursione paesaggistica – naturalistica
diretta dai Volontari del Club Alpino Italiano che è giunta fino al
Maschio d’Ariano. Per tutti appuntamento al Rifugio Forestale dell’Artemisio
per il classico pranzo a base di fave e pecorino. Una giornata dunque di
controllo e promozione del territorio non solo sul Monte Artemisio ma
anche negli altri punti caldi del Vulcano Laziale come i Pratoni del
Vivaro, le Piagge ed il Tuscolo. Una giornata all’insegna della
fruibilità sostenibile, al di là di sterili polemiche contro il Parco
che non servono a nessuno, tanto meno alla protezione dell’Ambiente. |