frascati
Concerto-spettacolo
sulla canzone napoletana
(Grazia Nardone) - Il 14 settembre 2002 alle ore 20.30 si
svolgerà il “ Concerto-spettacolo sulla canzone napoletana” nel
ninfeo di Villa Aldobrandini, a
favore dell’Associazione Italiana Parkinsoniani. L’ingresso sarà
libero.
Continua la campagna di sensibilizzazione alla Malattia di Parkinson,
voluta dall’Associazione Italiana Parkinsoniani, per cercare di curare
fin dai primi sintomi la malattia neurologica che colpisce in Italia
220.000 persone.
Attraverso la musica e l’arte l’AIP vuole trasmettere un messaggio di
solidarietà e di informazione al grande pubblico. L’evento, patrocinato
da RAI – Segretariato Sociale, è stato realizzato con il contributo
della Provincia di Roma, Assessorato ai Servizi Sociali.
Interverranno i seguenti artisti: il soprano Claudia Toti
Lombardozzi, il tenore Massimiliano Drapello, il pianista
Enzo De Rosa che si esibiranno con i più celebri brani di musica
napoletana e il fine dicitore Massimo Politelli che reciterà e
canterà pezzi sul genere cafè-chantant, presenterà la serata Nino
Graziano Luca.
L’Associazione Italiana Parkinsoniani AIP, si è costituita a Milano nel
1990 per migliorare le condizioni di vita del malato, raccogliere fondi
per sostenere la ricerca, pervenire e diffondere nuove conoscenze
scientifiche sulla malattia, oggi conta 26 sezioni in tutto il territorio
nazionale.
L’AIP è socia del World Parkinson Disease Associations (WPDA), una
organizzazione a cui aderiscono le associazioni di tutto il mondo, che
raccoglie e convoglia via internet le esperienze medico scientifiche dei
singoli paesi in materia di parkinson.
Per informazioni: tel/fax 06/77250779
– e-mail aip.roma@tiscali.it
colonna
Terza
tappa per lo Slam Podistico del Tusculum
(Davide
Civerchia) - La seconda edizione del Grande Slam Podistico del
Tusculum, sta per giungere alla sua terza tappa. Infatti, dopo le
prove tenutesi la scorsa primavera, ossia il Giro delle Ville Tuscolane
a Frascati e la Corsa del Narciso a Rocca Priora, il 28 settembre
prossimo si svolgerà a Colonna il XII° Trofeo dei Vini Pallavicini
. La gara, che avrà luogo nell’ambito dei festeggiamenti relativi alla
tradizionale Sagra dell’Uva, è di valore nazionale. D’altra parte va
ricordato che la manifestazione sportiva lo scorso anno ha vantato un
numero di iscritti che si aggirava attorno alle trecento unità. Inoltre
è da sottolineare che la competizione, la quale presenterà un percorso
di circa 10.5 km., garantirà non solo interessanti premi ai migliori
atleti delle diverse categorie, ma omaggerà con dei riconoscimenti tutti
coloro che vi prenderanno parte. Il territorio castellano non è quindi
avaro di appuntamenti per gli appassionati dell’attività podistica,
proposte di sicuro rilievo possono infatti essere colte nel variegato
programma che offre lo Slam, tra cui anche la Corsa
dell’Angelo il 1° di novembre a Montecompatri. Aspettiamo quindi
tutti gli interessati a Colonna, il 28 settembre, per il Trofeo
dei Vini Pallavicini.
Per ricevere ulteriori informazioni si può contattare il
signor Leandro al numero 347/7161939, oppure il signor Fausto al numero
3396645904.
grottaferrata
Le
Fortezze (in particolare, San Nilo) quarta
parte
(Massimo Medici) - E così il nostro navigante è entrato
nel Mediterraneo e vedendo tutte quelle fortezze disseminate nei porti,
essendo un uomo tranquillo, decide di seguire una rotta al centro di quel
mare, il più lontano possibile da quelle mura minacciose.
Le acque brillano sotto il sole, la brezza è leggera e poiché desidera
una pacifica tintarella e non una bellica abbronzatura, socchiude gli
occhi per filtrare i raggi del sole e, prora verso Est, si tiene lontano
da quei “monumenti alla pace”. Le miglia seguono alle miglia finché,
in lontananza, scorge un gruppo di isole. È l’arcipelago maltese, che
fu spesso paragonato ad una corazzata di pietra alla fonda nel centro del
mediterraneo circondata dalle sue unità d’appoggio: le isole minori.
Tutte ancorate a 35° 45’ di latitudine Nord e 14° 12’ di longitudine
Est. Malta è la più grande, ma vi sono altre due isolette più piccole:
Gozo e Comino ed una manciata di scogli disabitati. Oggi Malta è una
repubblica indipendente. Ha isole comprese in una superficie pari a quella
di Roma all’interno del GRA e, come Roma, quanta storia racchiude quella
piccola isola! Malta è stata fenicia e romana, poi bizantina ed araba; ed
ancora normanna, angioina, aragonese; retta dall’Ordine Sovrano dei
cavalieri di san Giovanni, conquistata dalla Francia dopo la Rivoluzione;
dominata dagli inglesi e, finalmente, da pochi anni, indipendente e
libera. Ma quanti avvenimenti, quanto sangue e… quante fortezze di tutte
le epoche e di tutti i tempi. Si potrebbe dire che studiando le varie
muraglie difensive e tutte le successive numerosissime trasformazioni,
adattamenti ed ammodernamenti alle quali sono state sottoposte nei secoli,
si possa trarre una completa storia delle fortificazioni nel corso dei
millenni. La geografia e la posizione strategica, al centro del
Mediterraneo, ha sempre creato le premesse ad invasioni provenienti a giro
di orizzonte, fin dal 7.000 a C. quando i primi abitanti, giunti dalla
Sicilia, si stabilirono a Malta. Più tardi quei primitivi pastori e
contadini sentirono la necessità di cingere di mura i loro villaggi e
nell’interno dell’isola si sono rinvenute le tracce di tali
costruzioni nelle zone più elevate che potessero dare scampo dagli
improvvisi attacchi che provenivano dal mare. Fu meta per fenici e greci
ed usata quale scalo commerciale da entrambi questi popoli che si
avvalsero dei suoi porti sicuri quale base per le loro navi. Fu un periodo
relativamente tranquillo: i fenici erano dei commercianti ed avevano
bisogno di scali commerciali; i greci, troppo civili ed intelligenti per
usare il pugno di ferro con quegli isolani, lasciarono la loro impronte
specialmente nelle iscrizioni sui monumenti dell’epoca e nel conio delle
loro monete liberamente accettate ed usate nell’arcipelago.
È di estrema importanza archeologica il ritrovamento di due cippi di
marmo con scritte funerarie in lingua fenicia ed in lingua greca che,
testimoniando l’influenza delle due civiltà, hanno permesso di
decifrare la lingua fenicia come accadde per la stele di Rosetta che
permise di comprendere i geroglifici egiziani.
Tornando ad occuparci di fortezze, è curioso osservare come nel periodo
greco e fenicio, caratterizzato fortemente dai commerci e dalla civiltà
di entrambi i popoli, la costruzione delle medesime… ristagnò. Sarà
forse una coincidenza? Ma la pace durò poco: i secoli III e II a.C.
vedono romani e cartaginesi combattersi. Sono le guerre puniche e
l’arcipelago, proprio al centro fra le due città-stato di Roma e
Cartagine, è travolto dalla contesa fra le due potenti nemiche. Sembra
che in quella occasione il destino voglia scegliere, per l’arcipelago
maltese, quello che, per secoli, sarà la sua funzione precipua di base
militare strategica. “Chi
è padrone di Malta è padrone del mediterraneo” sembrò dire a romani e
cartaginesi.
Se mi è concesso di aprire una parentesi e fare un balzo di duemila anni
in avanti nel tempo, non posso non pensare che la potenza che recepì
meglio di ogni altra quell’indicazione del destino, fu l’Inghilterra,
che ponendo le sue basi militari ad Ovest con Gibilterra, al centro con
Malta e ad Est con Suez, chiuse il mediterraneo in un sacco del quale
tenne ben stretti i lembi.
È nella seconda guerra mondiale che Malta, in special modo, fu una spina
nel fianco per le potenze dell’Asse che dovevano rifornire le truppe in
Africa del Nord e dovevano far transitare le loro navi davanti a
quell’isola, con le conseguenze che tutti conosciamo. Prima di quel
conflitto l’isola era stata dotata di eccellenti fortificazioni che la
resero inespugnabile nonostante dall’11 giugno 1940, per tutta la durata
della guerra, l’isola avesse subito ben 154 giorni di incursioni
continue e lo sganciamento di 670 tonnellate di bombe. Per i primi due
anni vi furono tre incursioni aeree al giorno che distrussero una enorme
quantità di fortificazioni tutte intorno a Valletta e nelle due
insenature che le fanno corona a destra ed a sinistra: Marsamxett Harbour
e Gran Harbour. Le grandi torri, irte di cannoni modernissimi, che
difendevano quella città sia a Nord Ovest che a Nord Est, saranno
distrutte quasi totalmente, ma l’isola potrà resistere grazie
all’aiuto di americani ed inglesi. Insieme alla linea Maginot, le
fortezze di Malta sono le più grandi mai costruite nell’epoca moderna.
Ma queste sono altre guerre ed altre fortificazioni. Ora torniamo alle
guerre puniche.
L’anno 218 a.C. Roma ordina al console Tiberio Sempronio di conquistare
l’isola. Il console sbarca laggiù e costringe alla resa Amilcare, padre
di Annibale che presidiava l’isola con una guarnigione forte di 2.000
uomini. I romani poi costruiscono il loro quartier generale esattamente
nella zona che avevano occupato i cartaginesi, dove sorge attualmente la
cittadina di Mdina, che stringono subito di fortificazioni. La scelta di
quella località come centro del comando è spiegabile se si conosce la
strategia delle armate di Roma: poiché il cittadino romano era più fante
che marinaio. L’Urbe aveva un poderoso esercito di terra,
addestratissimo, motivato e molto disciplinato. Esso sapeva muoversi, sul
terreno, assumendo numerose formazioni tattiche che si adattavano al
mutare della conformazione del terreno. Inoltre i soldati erano suddivisi
in numerose specialità, in parte mutuate dai greci, come i frombolieri,
gli opliti ecc… La tipica formazione militare dell’antica Grecia, cioè
la Falange, costituita da uomini schierati frontalmente su varie righe, si
stava trasformando nella legione romana, più agile nella manovra sul
terreno. Tuttavia anch’essa aveva bisogno di un certo spazio per
manovrare e questa è la ragione della scelta della zona dell’attuale
Mdina che, al centro dell’isola, su di un altopiano, poteva controllare
la pianura circostante ed avere, quindi il tempo e lo spazio necessari
allo schieramento ed alle evoluzioni della Legione.
Anche qui troviamo i resti di fortificazioni romane che furono le
prime più importanti di Malta, che doveva vederne sorgere di ben più
grandi e numerose nella sua lunga storia. (continua)
I
dipinti di Francesco Guadagnuolo
(Eliana Rossi) - La pace nel mondo, la fratellanza tra i
popoli, il debito estero non sono solo i temi che, quotidianamente,
affrontano i nostri politici, ma altresì, i soggetti raffigurati nelle
opere del Maestro Francesco Guadagnuolo. L’artista ha esposto le sue
opere nella mostra personale tenutasi, dall’11 al 20 luglio, ad Aprilia,
presso la Biblioteca Comunale nella Sala Manzù. Alla personale di
Guadagnuolo, curata dal Prof. Renato Mammuccari, erano presenti il Sen.
Riccardo Pedrizzi, il Vescovo di Albano e le autorità cittadine. Il M°
Guadagnuolo è collaboratore artistico e membro dello staff
tecnico-organizzativo denominato “Intergruppo Parlamentare Jubilaeum
A.D. 2000”, costituitosi nel 1997 su iniziativa della Sen. Ombretta
Fumagalli Carulli. L’Intergruppo Parlamentare in questi anni ha
commissionato all’artista, numerose opere tra le quali val la pena
citare: “Maria Madre del Giubileo”, un olio su tela di m.2,10 per
m.1,60, che è stata installata nella nuova chiesa della Diocesi di Roma
“San Gabriele dell’Addolorata” a Cinecittà. L’opera pittorica
“Il debito estero” è stata donata al Segretario Generale dell’ONU,
Kofi Annan e, attualmente, è esposta nella Sala Ecosol del Palazzo di
Vetro di New York. Il dipinto “La Pace”, è invece dedicato allo
storico incontro tra Yasser Arafat e Simon Perez, avvenuto ad Oslo nel
1993, nella quale i due leaders scrivono la parola “Peace”. I
successivi scontri tra i palestinesi e israeliani hanno condotto
Guadagnuolo a cimentarsi in un prestigioso dipinto delle dimensioni di 4
metri per 1,60, intitolato “Palestina Anno 2000”, presentato lo scorso
anno a Velletri, nel corso di una significativa cerimonia, il cui tema
ispiratore era, appunto, la pace. La monumentale tela comprende oltre
cinquanta figure racchiuse in uno scenario complesso, dove si celebra la
vita e la morte, l’eterna lotta di liberazione dalla violenza e
dall’odio. Promana dalle opere di Guadagnuolo un invito a riflettere
sulla fratellanza e sulla misericordia. L’artista, attraverso i suoi
dipinti, cerca di individuare i segni di una ripresa delle trattative tra
Israele e Palestina, che possano portare ad una pace definitiva tra i due
popoli dilaniati da anni e anni di lotte intestine, un messaggio di
speranza condiviso, oggi, da tutta l’umanità. |