“Le
vacanze di Monsieur Hulot” di Jacques Tati
(Roberto
Esposti) - Noblesse oblige sul numero di settembre non potevo
esimermi di scrivere di un film che tratta di una vacanza, la vacanza che
un quarantenne scapolo francese, Monsieur Hulot, trascorse sulle coste
della Bretagna qualche anno fa…
Hulot (Jacques Tati) è un buffo ometto dall’aria stralunata, con i
calzoni un pò troppo corti, la pipa, l’impermeabile e l’ombrello
praticamente cuciti addosso, che si muove su di un’utilitaria mooolto
scoppiettante, con la quale arriva in un bel giorno d’estate all’Hotel
de la Plage. La clientela di questo hotel è del tutto comune: famiglie
francesi ed americane con bimbi ed anziani, giovani in
cerca
di divertimento e di nuove conoscenze, belle ragazze; ci sono poi i
camerieri (per la verità un po’ scorbutici), il gelataio… insomma la
popolazione di un posto di mare, magari come quello che avete appena
lasciato da qualche giorno… Le giornate sono cadenzate dal ciclo
giorno/notte, dai pasti, dalla campana che annuncia l’arrivo del
gelataio; gli avventori della pensione sono perfettamente calati in questi
ritmi, ma non così il nostro Hulot, che dà dimostrazione di essere
assolutamente privo di questa acculturazione. Dal primo momento, da quando
entra nell’albergo e crea una meravigliosa gag giocata sulle correnti
d’aria che imperversano nel lounge, si oppone alle routine di questa
vacanza che la cultura della mercificazione del piacere vuol imporgli e lo
fa a modo suo, con un’impressionante serie di pasticci che minano i
ritmi degli astanti; la mini società della spiaggia, però lo accoglierà
e cercherà comunque di integrarlo, addirittura gli offrirà (non colto)
il premio massimo che può offrire, l’amore della ragazza più bella e
questo perché Hulot/Tati non combatte contro di essa, ma contro i riti
sociali
che ci vogliono privare della libertà. E la serie di saluti che si
riverserà sul nostro al termine della vacanza simboleggerà il
ringraziamento di quanti avranno compreso il messaggio.
Indimenticabili nel film sono le gag del giradischi, del cavallo, del
cimitero e dei fuochi d’artificio: capolavori di una comicità giocata
sul mimo, figlia di Chaplin e di Buster Keaton e senza la quale (alcuni
ammettendolo) non avremmo avuto la comicità di Rowan Atkinson (del Mister
Bean), Peter Sellers (dell’ispettore Clouseau e dell’Hrundi di
Hollywood Party) e di altri grandi comici del Novecento. Girato nel 1953,
il secondo lungometraggio di Jacques Tati esce in versione restaurata in
occasione del ventennale della morte del regista, e si presenta in un
bianco e nero in formato 4/3 (il rapporto tra i lati del fotogramma) con
un curioso audio sonoro, privo praticamente di dialoghi, caratteristica
questa comune ad altre opere del regista, che esalta la mimica borbottante
di Tati.
Il film assieme ad altri capolavori del cineasta francese è stato in
programmazione al cinema Quattro Fontane di Roma nel mese di agosto e
consiglio caldamente a chi non le avesse viste di reperire le sue opere:
geniali, divertenti, feroci critiche alla società di massa.
Lettere al giornale
(Maria Anna Pujia) - Io e la mia famiglia ci siamo
trasferiti da alcuni anni da Roma a Zagarolo, siamo tutti amanti del
cinema. I primi anni l’unico cinema più vicino era quello di Palestrina;
negli ultimi anni è stato chiuso per lavori e in realtà non ha mai
riaperto.
Le sale più vicine (così dicono loro) sono quelle di Colleferro.
Purtroppo la strada per arrivarci è alquanto brutta soprattutto
d’inverno quando piove. In alternativa sono Frascati o Grottaferrata
(noi lo adoriamo) purtroppo
però non è così vicino; anche se spesso facciamo questo viaggio, a
volte non ci riusciamo con i tempi. Vorremmo poterci andare più spesso e
come noi ci sono tantissime famiglie.
Spero che la Vostra associazione possa intervenire sugli organi preposti
al fine poter far riaprire il cinema di Palestrina o aprirne uno a
Zagarolo dove pare che esistono dei vecchi locali da ristrutturare.
Grazie.
Cara Maria Anna, noi crediamo che l’apertura o chiusura di una sala
cinematografica dipenda principalmente da regole di mercato. Comunque, la
migliore esortazione capace di influire su tali decisioni è certamente
rappresentata dal tuo appello che, pubblicato su queste pagine, speriamo
venga letto dalle persone giuste. (La redazione) |