Satanismo giovanile: un
problema di ponti
(Carlo Climati) - I fatti relativi alla setta satanica
sgominata dalla polizia di Pescara hanno richiamato l’attenzione sul
problema del satanismo giovanile. Ma prima di meravigliarci e di
preoccuparci, dovremmo chiederci: come si diffonde il virus del satanismo?
Quali sono le cause dell’epidemia satanica che, a volte, colpisce le
nuove generazioni? Tutto nasce da un grande equivoco. I giovani pensano
che il satanismo sia qualcosa di bello, di simpatico, di affascinante.
Credono di trovare nell’occultismo un alleato per risolvere i propri
problemi. E quindi si avvicinano con fiducia al satanismo, senza
accorgersi che stanno scherzando col fuoco.
Il virus dell’occultismo si diffonde perché, tra i giovani, mancano
sempre di più gli anticorpi per affrontarlo. Non ci sono difese
immunitarie. Negli ultimi anni i ragazzi hanno subito una specie di
lavaggio del cervello che li ha spinti a non avere più paura di ciò che
appartiene al mondo dell’occulto. Eppure, l’approccio con gli ambienti
esoterici può rappresentare un vero rischio. Partecipare ad un rito
satanico significa spalancare le porte verso mondi davvero pericolosi. Si
comincia per gioco, e non si sa mai dove si può arrivare. Allora mi
chiedo: perché ciò accade? Perché i ragazzi hanno tanta voglia di
scherzare col fuoco? La risposta è semplice: qualcuno li ha ingannati.
Qualcuno li ha spinti a credere che l’esoterismo sia un fuoco non
pericoloso, un fuoco simpatico, un fuoco che non brucia. E quindi, perché
non toccarlo? Perché non provare? Come può un adolescente entrare in
contatto con il mondo del satanismo e dell’esoterismo? È un problema di
ponti. Esistono, sicuramente, dei ponti che facilitano questo tipo di
percorso. Il più efficace è un certo tipo di musica rock che si ispira
all’occultismo e che, negli ultimi anni, sembra essere diventata un
ottimo affare per le case discografiche.
Partendo dal semplice interesse per un cantante di rock satanico, è
possibile entrare in contatto con il mondo del satanismo. Ma si tratta di
un processo d’avvicinamento che avviene a stadi, e che si può
facilmente spiegare con la grande familiarità dei giovani con le nuove
tecnologie e i mezzi di comunicazione.
Il primo stadio, generalmente, è il semplice e banale interesse per un
cantante satanico. Il giovane, in un primo tempo, acquista i suoi compact
disc e si appassiona alla sua musica. Ma poi, sente il bisogno di saperne
di più. Il secondo passo è la conoscenza dei testi delle canzoni e il
conseguente approccio con una filosofia di vita trasgressiva. Il terzo
stadio è l’acquisto, da parte del giovane, di riviste musicali che
parlano del suo cantante preferito. Ultimamente, su certi periodici rock,
non si parla soltanto di musica, ma anche di satanismo ed esoterismo. A
volte vengono perfino segnalati indirizzi di sette sataniche o siti
Internet di cantanti legati al mondo dell’occultismo.
Così, per saperne di più, si entra nel quarto stadio: la ricerca in
rete. Partendo dalla semplice curiosità per i siti Internet di cantanti
di rock satanico si rischia, poi, di passare ad un interesse per le pagine
di vere e proprie sette, oppure per i newsgroup (gruppi di discussione)
frequentati da satanisti ed esoteristi. A questo punto, il gioco è fatto.
Il quinto ed ultimo stadio è il contatto diretto del giovane, attraverso
l’e-mail, con una setta o con qualche cultore di magia nera.
Naturalmente, non tutti i ragazzi raggiungono il quinto stadio. Tuttavia,
non si può escludere che la filosofia di vita espressa da certi cantanti
rock possa produrre effetti negativi anche in chi rimane a livelli
inferiori. Molti ragazzi praticano il satanismo come forma di
trasgressione, che si può riassumere nel motto dei satanisti Fai ciò che
vuoi. Ovvero: l’uomo che si mette al posto di Dio e sceglie di
soddisfare soltanto il proprio egoismo. In questa ricerca di una vita
spericolata e senza regole si può individuare il grande fascino
esercitato da certe dottrine su alcuni giovani, che spesso attraversano un
momento di solitudine e di crisi personale.
Il messaggio negativo proposto da un disco, da solo, non può certamente
spingere alla violenza o all’omicidio. Ma può essere un seme, un
pericolosissimo seme gettato nel fertile campo del disagio giovanile, in
cui convivono sofferenze, solitudini, incertezze, situazioni familiari
difficili, disoccupazione, consumo di droghe ed alcolici. Questo micidiale
cocktail di rock nichilista e problemi umani può produrre effetti
devastanti nella mente di giovani già in crisi o psicologicamente
fragili.
Lo dimostrano alcuni fatti. Nel 1996, la procura di La Spezia ha condotto
una vasta indagine denominata Operazione Diablo, che ha coinvolto nove
giovani dai diciotto ai ventisette anni. Le accuse andavano dal
danneggiamento e violazione di sepolcro al furto aggravato di arredi
sacri. Non dimentichiamo, poi, l’omicidio di Suor Maria Laura Mainetti,
uccisa da tre ragazzine minorenni di Chiavenna (Sondrio), che volevano
offrire un sacrificio al diavolo. Ci sono, poi, altri fatti accaduti
all’estero. Nel 1996, a San Luis Obispo, cittadina della California, tre
ragazzi (di quindici, sedici e diciassette anni) hanno violentato,
torturato ed ucciso una quindicenne in un bosco, come sacrificio per il
diavolo. I tre giovani avevano formato un complesso di rock satanico ed
erano convinti che questo rito sanguinario avrebbe migliorato le loro
capacità musicali. Quattro anni prima, in Norvegia, i componenti di
alcuni gruppi rock hanno organizzato attentati terroristici a chiese
cattoliche, trasformando il loro odio musicale in veri e propri atti di
vandalismo.
Non si può negare che la musica contribuisca a creare idee, stati
d’animo, mode, opinioni. Impariamo, perciò, ad utilizzarla con maggiore
senso di responsabilità.
Il rock, o le discoteche, non sono necessariamente veicoli di
comunicazione di morte o di violenza. Ogni mezzo può essere utilizzato
nel bene o nel male. Pensiamo, ad esempio, al bisturi. Nelle mani di un
assassino può uccidere. Ma in quelle di un bravo chirurgo può salvare
migliaia di vite umane. Allo stesso modo, la musica può essere usata per
promuovere una nuova cultura di speranza e di amore per la Vita. Basta
pensare alla recente esplosione, anche in Italia, del fenomeno della
Christian Music (musica cristiana), con artisti ormai affermati come
Roberto Bignoli, Mimmo Iervolino, Paolo Spoladore, Giosy Cento, Cristina
Damonte, Matteo Zambuto, Marco Tavola, Paolo Auricchio, Marcello Marrocchi,
Claudio Chieffo e gruppi rock come i Krisalide e gli Unicospirito. Non a
caso, uno dei siti Internet maggiormente cliccati è Informazione Musica
Cristiana (www.informusic.it). C’è anche chi utilizza le discoteche in
modo positivo, come Frate Michael, promotore del progetto Spirit in Dance,
con cui si balla nei locali, ma si riesce anche a dialogare e a
riflettere. Insomma, è vero che esistono i cantanti di rock satanico. Ma
fortunatamente cresce anche il numero degli artisti che cantano la Vita,
l’amore, la pace, la famiglia, la fratellanza universale. Guardiamoci un
po’ intorno, e li troveremo. |