La differenza
Ho visto uomini
distrutti dalla fatica.
Le loro mani divenire dure,
la loro bocca uno stretto pertugio
dove si accalcano le bestemmie del mondo.
Ho visto donne
distrutte dalla fatica.
Le loro mani divenire un porto
sicuro, dove, il bimbo ormeggia quieto.
La loro bocca che rasa i capelli
come una soffice gomma , dotata
di cancellare le bestemmie immonde
Salvatore Celeste
Il Velo nero
Sorridi! dai! il sole si è spento,
ora ha smesso di cuocerti lento,
finalmente sei libero di guardare in cielo
senza soffrire o accecarti , diavolo albino,
puoi andare in giro attraversando lo sfacelo
dei prati senza luce , così da greve bambino,
giocare calmo e intonare antiche cantilene,
spensierato nel buio . Non piangerai adesso
che quel soffio giallo ha lasciato le tue pene,
ma godrai nella pace , senza alcun riflesso
familiare . Dimentica il passato funesto
ed anche le albe amare, ; rompi lo specchio,
flagello notturno , sii tenebroso e mesto
diffondi la notte , prima di diventar vecchio,
non perder altro tempo , cerca di far presto!
o l’ acqua viva tornerà a brillar nel secchio.
Stefano Tiglio
La lumaca
Sedere a punta
Aria compunta
Son casteropodo
Molle accidioso
Lento mollusco
E son sinuoso
E lentamente
Vo sulla via
E sulla stessa
Lascio la scia
La tartaruga
Forse è truccata.
Passa al mio fianco
Tutta sparata
E mi sorpassa
Con la grancassa
Io, sorpassata
Mostro le corna
Sto ancora andando
Lei già ritorna.
La colpa è tutta
Di quel cartello
Posto lì a lato:
Si proprio quello
Su cui in bel tomo
Scritto è:
Procedere a passo d’uomo
È una parola!
L’uomo va forte
Ha un altro passo:
Io sto arrancando
Quasi sconquasso…
Debbo frenare
Fare attenzione…
Potrei sbandare.
Vò a riposare
Poi vien la sera
E il buongustaio
Cerca nell’erba
Un lumacaio…
Mi ha catturato
E la mia testa
Con altre scivola
Dentro la cesta:
Così è finita
Questa mia vita.
Il giorno dopo
Voracemente
Vengo ingoiata
E lentamente
Vò nello stomaco
Del gran mangione
Cui garantisco
L’Indigestione!
Mario Vinci
A te fratello
A te fratello mio che tanto ho amato,
e molto ho curato quando sei nato.
Eri il più piccolo
E mamma a me ti ha affidato.
Papà e mamma, contadini
tutto fare
Perché alla famiglia nulla doveva mancare,
a Villa Sora ti hanno fatto studiare,
dove solo i benestanti con tanti contanti
potevano andare.
Ricordo con quanti
sacrifici a fine mese
Contavamo le lire per le tue spese.
Ti sei laureato, poi anche sposato,
una bella famiglia il Signore ti ha dato.
Eri allegro e
spensierato,
tanta gioia a noi e agli altri hai donato.
Mamma ti aspettava ogni momento.
Quando da lei venivi a mangiare,
una settimana prima si dava da fare.
In una notte gelida
d’inverno,
ti ha chiamato a sé il Padre Eterno.
La tua vita terrena è terminata,
ma lassù, in Lui, è ricominciata.
I tuoi begli occhi
azzurri come il mare
Su nel ciel son tornati a brillare.
Grazie, fratello mio, di
essere esistito.
I tuoi pregi e i tuoi difetti,
la tua intelligenza e la tua bontà
nei nostri cuori mai si cancellerà.
Addio fratello mio. Ora
riposa in pace.
Un giorno, anche noi, quando Dio vorrà,
ti raggiungeremo; e sarà eternità.
A.D.
Occhi blu mare
Gocce di nero colore
La sua bocca rovinata dalle parole.
Le sue lacrime le ho
Conservate nel mio cuore,
il mio cofanetto d’amor puro!
Valentina Bovi
Il mio paradiso terrestre
(Parla Davide il Sorcino)
Caro Saturno 1
ti scrivo dal Monviso,
sono felice, ho una moglie che mi ama,
la mattina quando non mi sveglio mi chiama,
e quando mi coccola, dal suo viso affiora il sorriso.
Con lei nella mia
villetta di Grottedama 2 ,
mi sembra di stare in un
angolo del Paradiso,
nel mio giardino vedo
crescere il Fiordaliso 3 ,
e dal terrazzo mi godo
tutto il panorama.
L’estate vedo il fontanone 4 gremito di
gente,
e sogno di avere tra le braccia un ranocchio 5 ,
nella mia camera da letto a luce spente.
Poi quando vedo il
campanile di Finocchio,
all’improvviso mi
ritorna in mente:
“Mastro Geppetto” 6
e tutta la favola di Pinocchio.
Saturno
Ganassa
1
Saturno: Saturno Ganassa
2 Grottedama: località
sita nel comune di Frascati
3 Fiordaliso: Giglio
4 Il Fontanone:di
Vermicino
5 Ranocchio: bambino
Mastro Geppetto: il padre di Pinocchio, il falegname
Oggi ho parlato al tempo
Ho chiesto una proroga
La salute mi ha risposto
Che niente può contro il fato
Il vero signore che scandisce
Regola il timer di ciascuno
Pronto a esplodere al
Primo starnuto – alla prima rinuncia –
Marco Saya
Ho la mente nel gomito
quasi carne morta
semplice articolazione di frasi
fulcro del pensiero
punto d’appoggio sull’insensatezza
distante dalla mano e la sua presa
di coscienza
costretta a un angolo
d’apertura che ad ampliarlo
si spezza.
Biagio Salmeri |