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Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 06
grottaferrata
Le Fortezze (in particolare quella di San Nilo in Grottaferrata)
(Massimo Medici ) - Chi s’avventura nel Mediterraneo e vuole visitare castelli e fortezze, ha solo… l’imbarazzo della scelta. Una volta superata Malta, venendo da Ovest, può scegliere tra le torri di avvistamento costruite sulle coste italiane con funzione di allarme anti-arabo, controbilanciate da torri simili, dalla parte opposta, con funzione analoga ma anti cristiana, costruite dopo le Crociate. È appena il caso di ricordare che non vi fu, riguardo quei lontani fatti, la possibilità di individuare e separare i buoni dai cattivi, essendosi macchiati entrambi di atrocità inenarrabili.

Procedendo ancora verso Est, per tutta la Dalmazia ed il Mar Egeo, sorgono vecchie fortezze costruite dai veneziani con funzione anti turca ed in Turchia altrettante torri con funzione anti greca e veneziana, mentre nel Bosforo brilla al sole il saliscendi di fortificazioni anti tutte le potenze che attraversano i Dardanelli per andare nel Mar Nero e viceversa. Insomma, è tutta una costruzione anti qualcuno che vuol mettere piede a terra senza esserne espressamente invitato a farlo.
A questo punto mettiamo la prua a Nord e ce ne torniamo, ben belli, verso le nostre coste ad ammirare le fortezze di casa nostra. Fra le tante, le tantissime, disseminate in Italia, ve n’è una che è stata costruita intorno all’Abbazia di San Nilo in Grottaferrata. Questa chiesa compie fra pochi giorni mille anni e fu eretta dal santo che, per sfuggire alle incursioni arabe sulle coste italiane, si vide costretto a risalire l’Italia, dalla Calabria dove era nato, fondando i suoi conventi sempre più a Nord, finché, appunto, si insediò a Grottaferrata, costruendovi l’ultimo e definitivo gruppo monastico. Questo accadeva nell’anno 1004.
Per qualche secolo la vita dei monaci trascorse tranquilla: lavorando e pregando, raccolsero anche una preziosa e dotta biblioteca che racchiudeva tutto il sapere del tempo; salvando, inoltre, molti antichissimi testi che, altrimenti, sarebbero andati certamente distrutti, dato il disinteresse di quegli anni per la cultura, specie greca e latina. Ma le cose belle durano poco e la pace (che è l’intervallo di tempo fra due guerre) ancora meno. L’Abbazia che si andava arricchendo delle donazioni dei vari credenti dell’epoca, solleticò le mire dei vari potenti delle epoche successive.
Vari eserciti la usarono come base nelle incursioni cui la nostra povera Italia era sottoposta in quegli anni. L’impero romano era ormai un lontano ricordo e l’Abbazia era alla mercé di chiunque, straniero o domestico, volesse usarla e farne una base.
Il papato si rese conto di come fosse necessario porla sotto la protezione di personaggi che potessero garantirle un minimo di difesa economica, spirituale, ma soprattutto materiale. Creò, così, la figura del Commendatario, che era un cardinale di alto rango, spesso facente parte della nobiltà romana, in grado cioè di fornirle protezione adeguata. Fra i primi, giunse a Grottaferrata il cardinale Giuliano della Rovere, nobile romano, ricchissimo, di carattere risoluto, molto determinato e battagliero, che si rese subito conto come a quel tempo (ma credo anche oggi), le preghiere e la cultura servissero poco se non sono sorrette e difese da buona spada.
Si convinse di ciò perché il Duca di Calabria, nel 1482, invase Grottaferrata col suo esercito, ridusse l’Abbazia a base logistica delle sue armate installandovi alloggiamenti per i suoi soldati e stalle per i suoi cavalli, gli uni e gli altri molto numerosi. E se ne convinse ancor di più quando, due anni dopo, a seguito delle lotte fra i Colonna e gli Orsini, la città (meglio dire il borgo di allora) di Grottaferrata, fu devastata e saccheggiata da entrambe le armate dei due gentiluomini. 
Il carattere del nuovo Commendatario, Giuliano della Rovere, era piuttosto indomito. I forzieri del medesimo piuttosto forniti del giallo metallo e poiché i tempi davano (erano cose che succedevano a quell’epoca) sempre ragione al più forte ed al più ricco, decise di affidare all’architetto militare Baccio Pontelli, Commissario pontificio per le fortificazioni delle Marche, l’incarico di erigere una formidabile fortezza intorno all’Abbazia. L’architetto era conosciutissimo per aver costruito le Rocche di Osimo, di Jesi, di Offido e di Senigallia, ma soprattutto il Castello di Ostia molto simile, per molti versi, a quello di Grottaferrata.
Quest’ultima opera, molto complessa ed articolata, è un vero gioiello d’arte militare a carattere difensivo specialmente per le numerose caratteristiche particolari che si andranno a descrivere nel prossimo articolo.        (continua)

rocca di papa
Discorso di classe
(Gianfranco Botti) - Prima a messa, a ringraziare Dio per i 65 anni e a pregare per i coetanei morti, poi a pranzo, secondo l’uso. Quelli del 1937 – XV EF, come volevano si precisasse per indicare il quindicesimo del’era fascista, cominciata nel ’22 con la presa del potere da parte di Mussolini.

Podestà al Comune, Servi di Maria in parrocchia, per una Rocca di Papa spaccata nettamente in due parti. Una – più grossa, l’Altarocca, con tre quarti di popolo – povera e arretrata. L’altra la parte bassa, in pieno sviluppo, sotto la spinta di forestieri illuminati attratti dalla “perla svizzera dei Castelli Romani”, dalla “stazione di soggiorno e cura” a due passi da Roma.
All’appuntamento dell’8 dicembre si sono ritrovati in tanti, contenti e acchittati. Perché il legame di classe rimane, pur in mezzo a una società disgregata, indifferente, ostile. Da saldatura funzionano l’aver fatto insieme le prime esperienze, quelle che lasciano il segno, che non si scordano più. E la solidarietà tipica tra chi ha subito gli stessi casi, specie se amari. Che per quelli del ’37, pur senza averne l’esclusiva, non sono mancati. Tra cui la fame, che è del tutto giustificato non capirla oggi, ma che da allora c’era, vera, cattiva. Frenando assai una penna scorrevole sull’argomento, oggi, a 65 anni, quando secondo gli esperti si è inesorabilmente dentro all’anzianità – che, invece, per i poeti comincia quando i ricordi sono diventati più delle speranze -, ricordato che a pochi soldi equivale poca scuola e che alfiere del ’37 è il prof. Ercole Brunetti (Ortacìa), questa è l’occasione buona per puntualizzare un tratto del passato comune che, per l’intensità con cui venne vissuto, ancora graffia. Il riferimento è allo scontro politico del dopoguerra,  alla cui radicalità nessuno poteva sottrarsi. O stai lì o stavi qua. Spartiacque decisivo per il governo della neonata Repubblica italiana. Combattuto con partecipazione popolare totale, mai più raggiunta, con passionalità squassante, generò divisione, lasciò risentimento. Ne riportò grosso danno la Chiesa,   costretta a prendere posizione per difendere la propria sopravvivenza. Per questo, fu vista come avversario politico e come tale combattuta, odiata, abbandonata. Si realizzò, così, una fuga consistente dalla religione, di cui ancora perdurano gli effetti.  Sarebbe certamente opportuno (doveroso?) che qualcuno di competenza desse finalmente avvio a un’azione di recupero. Non andrebbe fuori mansionario, troverebbe i tempi propizi. Per grado d’informazione, per documentazione storica, per raffreddamento dell’ostilità, per capacità di giudizio.


colonna
Mostra documentaria multimediale
(Fausto Giuliani) - Fino al 21 Dicembre sarà possibile  visitare una mostra documentaria multimediale dedicata ai giovani lettori ed a tutti coloro che in genere amano la lettura e nello stesso tempo si interessano di sport; presso la Biblioteca del Comune di Colonna, infatti, in collaborazione  con il Consorzio per il Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, è stata allestita una cosiddetta “Biblioteca dello Sport”: La mostra è rivolta principalmente a bambini e a ragazzi, a cominciare dai più piccoli. Una singola sezione è dedicata agli adulti. Sarà possibile trovare, assieme al complessivo materiale documentario, utili spunti per approfondire la tematica sportiva nel nesso, in particolare, con la letteratura.

La mostra è visitabile nei seguenti orari :
-           Lunedì e Venerdì dalle 10 alle 12;
-           Martedì, Mercoledì e Venerdì dalle 15,30 alle 18,30.
Per qualsiasi informazione telefonare in biblioteca al n. 069473.8917


monte porzio catone
“La nave per Kobe”
(TM) - L’Associazione Culturale “Oltre il Confine” e la Società Promozione Castelli Romani Spa, hanno organizzato, lo scorso 21 novembre, presso la sala del teatro del “Barco Borghese” la presentazione del libro “La nave per Kobe” (diari giapponesi di mia madre) di Dacia Maraini. Dopo una approfondita trattazione dello stesso, tenuta dal prof. Renato Santia, l’autrice si è intrattenuta rispondendo alle numerose domande rivoltele dall’interessatissimo pubblico. Il maestro David Ciavarella, il pianista Claudio Fabrizi e la Soprano Yuri Tekenaka hanno allietato i presenti, con brani musicali della tradizione giapponese, creando una suggestiva atmosfera.


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Presepi 
(Fausto Giuliani) - Come ormai consuetudine, per le imminenti festività natalizie a Colonna sono stati allestiti molti presepi che meritano la visita di tutti i lettori : in via della Libertà verrà di nuovo presentato il bellissimo presepe a cura dei Vigili Urbani  dell’VIII Circoscrizione di Roma; sempre in via della Libertà, verrà organizzata per il terzo anno consecutivo la rappresentazione dei Mini Presepi, da un’idea di  Elsa Sforza, in collaborazione con il Centro Culturale, la Consulta Femminile e la Coop. Luna Verde. Presso la Chiesa di San Rocco poi potrà essere ammirato lo stupendo presepe meccanizzato allestito dall’artista locale Cesare Panfoli; per finire anche la Chiesa di San Nicola di Bari dovrebbe ospitare una suggestiva rappresentazione dell’evento natalizio.

 I NOSTRI PAESI - pag. 06

Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002