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Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 10
nemi
Il Trittico ligneo di Antoniazzo Romano
Il Trittico(Bruna Macioci) - Pochi lo sanno, ma nella parrocchia di S. Maria del Pozzo abbiamo un’opera d’arte: si tratta di un trittico ligneo della fine del XV secolo raffigurante il Cristo al centro, s.Giovanni Battista sullo sportello sinistro, e s.Giovanni Evangelista sullo sportello destro. È opera di Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano. Di lui si conoscono altri due trittici, conservati uno a Zagarolo e l’altro a Castelnuovo di Porto. Questo artista fu richiestissimo dai committenti, tutti altolocati (la sua prima opera certa, del 1464, è la cappella funeraria del cardinal Bessarione ai Ss. Apostoli di Roma) che arricchì, il che indica che soddisfaceva il gusto dell’epoca, con figurazioni di tipo medievale, ancora leggermente bizantineggianti e splendidamente colorate. Sue sono la Madonna col Bambino a Velletri, nella cattedrale di S. Clemente (è la copia di un’icona medievale) e l’abside di S. Croce in Gerusalemme. Fu tanto bravo da provocare scuola in alcuni pittori romani minori, che infatti vengono detti gli Antoniazzeschi.

Il trittico conservato a Nemi può essere datato fra il 1497 e il 1501. Con ogni probabilità, non esistendo ancora in quegli anni né la chiesa parrocchiale né il Santuario del Crocifisso, fu commissionato per la vecchia chiesa di S. Giovanni Battista sul Corso, che oggi, sconsacrata da secoli, ospita il ristorante La Rosa. Nel 1796 il cardinal Gonzaga, in visita a Nemi, era nella sagrestia di S. Maria del Pozzo e suggerì una migliore collocazione. Seguendo il suo consiglio, fu posto sull’altare della terza cappella a destra, e ci rimase fino ai primi del ‘900. Poi per lungo tempo venne nascosto in una cella del convento. Dopo il restauro (1996) è stato collocato nella terza cappella di sinistra, dove non ci sono altari, per consentire una posizione che permetta anche la visione del retro. Il trittico infatti è una forma d’arte sacra tutta particolare. Nasce come materiale di scrittura, proprio come se fosse un quaderno di legno, spalmato di cera per potervi scrivere incidendo la superficie con uno stilo appuntito, e ripiegato per proteggere lo scritto. Poi nel medioevo passa nell’arte figurativa e diventa una sorta di quadro multiplo ripiegabile e godibile anche quando è chiuso, perché la parte esterna viene decorata finemente. È quindi concepito per essere trasportabile (richiudendolo resta protetto) e adattabile all’ambiente, perché le parti mobili consentono di aggiustarne l’orientamento a seconda del punto di visuale, a seconda della luce. A volte le figure laterali vengono dipinte in prospettiva, e le ‘pagine’ vanno angolate in modo prospettico. In questo tipo di opera lo spazio è più importante che nel quadro: il trittico è un’opera tridimensionale, che si completa con lo spettatore, come quinte di teatro, come uno specchio da atelier. Le parti devono essere tre, perché il 3 è numero magico, numero divino, numero perfetto. E la collocazione delle figure non è certo casuale. Leggendo il trittico di Nemi, come in ogni libro, da sinistra a destra, abbiamo prima il Battista (e cronologicamente il Battista viene prima di Cristo e lo annuncia), poi il Cristo, poi l’Evangelista che ha divulgato le cose predicate dal Cristo. Insomma, il trittico è tradizione sacra scritta nel legno e non nella carta. È un ‘testo visivo’, come la Colonna Traiana che racconta la guerra contro i Daci, come i portali delle cattedrali gotiche, come la serie degli affreschi di Giotto sulla vita di Gesù o di s. Francesco. Un liber ad usum fidelium: in un’epoca in cui i fedeli per lo più non sanno leggere, l’arte serve a divulgare la religione, come una predica; anche in assenza del sacerdote, la chiesa parla ai credenti per mezzo delle immagini.

genzano
I due volti dell’ambientalismo
(Luca Ceccarelli) - Dal 2 al 6 ottobre si è tenuta a Genzano la manifestazione ecologica itinerante organizzata da
RESEDA Onlus, su cui è stato dato conto nel numero di ottobre del nostro giornale. RESEDA è un’associazione ormai piuttosto conosciuta nei Castelli Romani. La sua caratteristica peculiare, che la distingue da altre associazioni ecologiste più o meno grandi, è che in essa è centrale la promozione di uno stile di vita ecologicamente compatibile.
L’esposizione era corredata da una vendita di prodotti di commercio equo e solidale (cartoline prodotte con carta riciclata, borse provenienti da manifatture di paesi del Terzo Mondo) e da un “eco-bar” dove si può bere caffè e the prodotti da agricoltura biologica (altro settore in cui è impegnata RESEDA ).
Se nel mondo non ci fosse più bisogno del petrolio, e delle centrali a fissione nucleare, e le fonti energetiche ecocompatibili fossero estese su larga scala, e anziché spendere cifre esorbitanti per i refrigeratori si provvedesse a dotare le pareti degli edifici di una zona stagna per isolare l’ambiente interno dagli eccessi del caldo e del freddo, come nella Casa EcoLogica di RESEDA , al di là dei costi che queste innovazioni potrebbero avere nell’immediato, il guadagno sarebbe alla lunga assicurato, in primo luogo sul piano della salute.
Qualche giorno dopo, il 10 ottobre, su iniziativa del locale circolo di Legambiente «La Spinosa» è stato presentato in un’affollatissima sala conferenze della Biblioteca comunale di Velletri un Manuale di autodifesa ambientale del cittadino, scritto da Luca Ramacci, magistrato presso la Procura della Repubblica di Venezia. Questo volume vuole essere un aiuto a muoversi con efficacia nel dedalo della legislazione in materia ambientale per i cittadini che, trovandosi di volta in volta a subire inquinamento elettrico, fumi di stabilimenti industriali, esalazioni delle discariche, assalto agli spazi verdi e speculazione edilizia, per inesperienza non riescono a trovare dei punti di riferimento giuridici che pure ci sono a loro tutela.
Un ambientalismo fondamentale, quest’ultimo, che negli ultimi decenni è in costante crescita nel corpo della comunità sociale, e senza il quale sarebbero inesistenti, o minime, la preservazione dei boschi, la limitazione della caccia, la lotta alla speculazione edilizia,  l’adozione di misure di contenimento del traffico automobilistico, e lo sviluppo (ancora troppo ridotto, c’è da dirlo) della raccolta differenziata dei rifiuti. Ma anche un ambientalismo di carattere spiccatamente difensivo, votato ad opporsi alle minacce ambientali e a difendere l’esistente. Importante, ma insufficiente se davvero si vuole mettere in discussione il modello di sviluppo dominante, ancora decisamente incompatibile con l’ecosistema, e dimostrare con un’attività di insegnamento e con l’esempio pratico, che un mondo diverso è possibile. Appunto quello che fa RESEDA.


rocca priora
Cantando…aspettiamo il Natale
(G. C.) - Il Coro Polifonico Alessandro Moreschi, dell’Associazione Culturale omonima, nato nel febbraio 2001 per iniziativa del Maestro A.Borghi e di alcuni cittadini di Monte Compatri amanti della Musica e della Cultura in genere, le tappe le sta bruciando davvero nel panorama della Musica Polifonica dei Castelli Romani.

Le finalità, sono quelle di far crescere il proprio senso musicale ma anche e soprattutto far uscire fuori i lati migliori della propria umanità, l’amicizia, il gusto di fare insieme cose senza antagonismi e nella migliore armonia.
Attualmente conta un organico di circa 40 elementi nella classica formazione a quattro voci misteed ha già all’attivo una serie di concerti tenuti a Roma e nei Castelli Romani.
In questi due anni di attività il Coro ha studiato molto, sotto la guida attenta e paziente del Maestro Borghi; e man mano che cresceva musicalmente iniziava l’attività concertistica pubblica riscuotendo, ovunque, consensi ed inviti a continuare la strada intrapresa.
Questo Natale vogliono porgerci gli auguri a modo loro.
Siamo tutti invitati al CONCERTO DI NATALE domenica 15 dicembre alle ore 17,00 presso l’Auditorium della Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo in Rocca Priora, via della Rocca 18.
Nel periodo delle festività, siamo presi dai regali, dalle spese, dalle cene e dai cenoni; fermiamoci un attimo, andiamo ad ascoltarli sono sicuro che faranno del tutto per darci un momento di sollievo e di serenità.


frascati
Troppa grazia…

(VaMar) - Venticinque lampioni in 200 metri di strada, francamente sembrano un po’ troppi. Ma questa è la nuova realtà del rettilineo viale Candido Galli. Se proporzionalmente verranno piantati tanti alberi, in sostituzione di quelli abbattuti 2 anni fa, dovremmo aspettarci…una foresta! Intanto la vicina via L. Bonaparte è spesso al buio e con un marciapiede sempre più disastrato, e non certo per le radici degli ippocastani!. Intanto da un po’ di tempo viene rifatto il selciato di diverse vie cittadine. E affinché  si conservi la ‘memoria storica’, vi si riproducono in forme leggermente diverse i…precedenti avvallamenti.

 I NOSTRI PAESI - pag. 10

Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002