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Sommario anno XII numero 1 - gennaio 2003

 COSTUME E SOCIETÀ
L’ultima data del calendario
(Silvia Cutuli) - Nostalgia, ma anche nuovi propositi ci assalgono, nel momento in cui strappiamo via dal calendario, quell’ultima pagina: ripercorriamo nella mente i giorni passati, ci interroghiamo sulle date future. Il calendario è divenuto una sorta di simbolo del tempo che scorre; probabilmente nacque circa 5000 anni fa, quando gli uomini, i sacerdoti in particolare, cominciarono ad osservare i movimenti degli astri e si accorsero che seguivano dei cicli regolari. L’anno astronomico misura il tempo che la terra impiega per compiere un intero giro intorno al sole, la durata esatta è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. L’origine dei mesi e delle settimane è invece legata alla Luna: il suo ciclo è infatti composto da quattro fasi che durano circa sette giorni ciascuna, per un totale di 29-30 giorni. L’anno civile deriva da quello astronomico operando una serie di arrotondamenti. Fu Giulio Cesare nel 46 a.C., consigliato dall’astronomo greco Sosigene, a portare il Capodanno al 1 gennaio (prima era il 1 marzo); in tutto il mondo, la vigilia del nuovo anno è vissuta con riti bene auguranti.
In Giappone la famiglia si trova riunita a gustare i soba (vermicelli), simbolo di lunga vita e si dedica alla preghiera nel santuario o nel tempio locale. Fiori di pesco e boccioli di pruno, adornano la veglia per l’arrivo dell’anno nuovo in Cina: secondo un’antica credenza, se si resta alzati nella notte, si dà lunga vita ai genitori. Il kiribath, dolce di riso e latte di cocco, si gusta in India e Sri Lanka dove il nuovo anno è accolto con buoni propositi: ognuno deve dedicarsi ad una cosa da fare bene nel corso dell’anno. Nella tradizione buddista si celebra, invece, la festa dell’acqua, regalando agli anziani recipienti di acqua fresca per avere da loro: lunga vita, bell’aspetto, tranquillità ed energia. L’anno ebraico si apre al suono dello shofàr, il corno d’ariete che in passato radunava le tribù in pericolo; con la cerimonia di Tashlikk gli ebrei gettano simbolicamente i peccati nell’acqua. Atmosfera di festa, con canti e balli, accompagna la vigilia del nuovo anno in Africa. E voi, avete salutato il nuovo anno con un brindisi allo scoccare della mezzanotte, allontanando i cattivi auspici sotto i fuochi d’artificio? Avete contato nel piatto le lenticchie del cenone? Avete regalato un bacio sotto il vischio alla persona amata? Se avrete rispettato la tradizione, il nuovo anno avrà un occhio di riguardo, tenendo in serbo: fortuna, felicità ed amore. Buon anno nuovo a tutti!
 COSTUME E SOCIETÀ

Sommario anno XII numero 1 - gennaio 2003