Decreto
Gasparri: Antenne a Go - Go
(WWF Castelli Romani) - L’inquinamento
elettromagnetico è, nell’opinione comune, uno tra i temi maggiormente
avvertiti, che crea ansia e preoccupazione. La sua “intangibilità” e
la sua “invisibilità” lo rendono ancor più preoccupante. Il Decreto
Legislativo 198/2002, noto come Decreto Gasparri o decreto “salva
antenne”, semplifica e velocizza l’installazione delle antenne per la
telefonia mobile sul territorio nazionale. Il decreto fissa inoltre un
limite uniforme per le emissioni elettromagnetiche e sancisce il principio
del silenzio-assenso per l’installazione delle antenne. Tutto questo
comporta che le Amministrazioni Comunali non possono entrare più nel
merito di una installazione; questo perché i Comuni possono opporsi
all’installazione delle antenne solo per due motivi: 1) Impatto visivo,
la normativa fissa vincoli in materia di beni ambientali e culturali, ma
esistono ditte specializzate al camuffamento delle antenne, quindi il
problema è facilmente superabile dai costruttori; 2) Superamento dei
limiti di emissione dei campi elettromagnetici, anche questa seconda
motivazione è di molto indebolita, in quanto come si fa a porre
un’obiezione all’installazione di una stazione radiobase per telefonia
cellulare, per supposta emissione oltre i limiti, quando l’antenna non
è stata ancora montata ed è funzionante a pieno regime? Inoltre per
controllare in seguito bisogna avvertire prima il proprietario
dell’installazione che nel caso si trovasse fuori dai limiti di legge
gli basterebbe spegnere la stazione per il tempo dei controlli.
Questo Decreto ha inoltre all’articolo 12 abrogato la procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale, e all’articolo 11 consentito
un’espropriazione senza alcun indennizzo della proprietà privata. Per
questi motivi il WWF chiede alle Amministrazioni Comunali di riprendersi
in mano il Territorio, per difendere il diritto alla salute, chiaramente
eluso da questa normativa, dei suoi cittadini e per tutelare la stessa
Amministrazione da eventuali richieste di risarcimento danni per non aver
tutelato la salute pubblica, certificando le emissioni delle varie antenne
garantendo così ai cittadini il diritto alla salute incostituzionalmente
disatteso dal Decreto in questione. |