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Sommario anno XII numero 1 - gennaio 2003

 ARTE
Il castello di Passerano
(Simonetti-Cacciotti) - La valle,  che domina in quel punto,  è cupa perché stretta fra i  due boschi e le alte scarpate di tufo. La strada che vi adduce inizia facendosi largo,  a stento,  fra tronchi secolari di querce, buie gallerie nella tenera roccia rossastra, ruderi, e poi, in alto, su la sommità della breve altura, l’alta torre seguita da una serie di cortine merlate, bertesche, barbacani, contrafforti e poi ancora rampe, cortili rustici, tracce di ponti levatoi. Ecco un castello che presenta tutto, o quasi, il repertorio che la tradizione fiabesca richiede ad una costruzione del suo genere: Passerano compare quasi d’improvviso solo quando gli stai proprio sotto. Il pittoresco castello si erge su di un’alta rupe che domina l’ampia vallata che si estende tra i due fossi dell’acqua Nera e di Passerano, circa due km sulla sinistra del km ventisei della Prenestina. Passerano, comunemente identificato con l’antica Scaptià, una delle più rustiche tribù dell’antica Roma, la cui città si ritiene sorgesse nelle vicinanze del fontanile di Spine, e ove il castello, esisteva la villa romana Ashby, della quale sono rimaste tracce nei muri perimetrali del castello.
Nel sec.X, il fundum q.v. Passerano era di proprietà del monastero di Subiaco.
Nel 966, lo stesso monastero concesse ai due coniugi, Milone e Anastasia, alcuni terreni tra Tivoli e Palestrina per la costruzione di un castello: fra queste località è indicato anche il territorio di Passerano, e proprio Passerano fu la località prescelta. Infatti, in una bolla di papa Giovanni XVIII, del 1005, è citata una chiesetta eretta in onore di san Benedetto, e situata nel castello di Passerano. Nel periodo in cui Passerano fu del monastero di Subiaco, sembra che servisse anche come prigione del comune di Roma(rinchiusi nel castello prigione citiamo l’antipapa Maurizio da Burdino ovvero papa Gregorio VIII, Brancaleone Degli Andalò senatore di Roma, Giacomo Dei Sordi).
Nel 1433 il castello fu venduto da Martino V per il poco reddito che dava, così passò a Giovanni Colonna. Nel 1433 il castello è di Sveva Orsini, vedova di Stefano Colonna (ucciso per mano del nipote Salvatore) e nel 1436 il cardinale Vitelleschi tolse la proprietà con forza a Lorenzo Colonna. Ai Colonna il possesso del castello ritornò nel 1445 con la conferma di  papa Niccolò V a Stefano Colonna junior. Nel 1523 Onofrio Orsini ne acquistò una parte da Stefano Colonna junior. Nel 1622 Pierfrancesco Colonna vende Passerano al cardinale Ludovico, il quale lo vendette ai Rospigliosi nel 1670. La famiglia Rospigliosi conservò la proprietà fino al 1923.
Negli ultimi tempi è di proprietà della regione Campania.
 ARTE

Sommario anno XII numero 1 - gennaio 2003