Il
castello di Passerano
(Simonetti-Cacciotti)
- La valle, che domina in
quel punto, è cupa perché
stretta fra i due boschi e le
alte scarpate di tufo. La strada
che
vi adduce inizia facendosi largo, a
stento, fra tronchi secolari
di querce, buie gallerie nella tenera roccia rossastra, ruderi, e poi, in
alto, su la sommità della breve altura, l’alta torre seguita da una
serie di cortine merlate, bertesche, barbacani, contrafforti e poi ancora
rampe, cortili rustici, tracce di ponti levatoi. Ecco un castello che
presenta tutto, o quasi, il repertorio che la tradizione fiabesca richiede
ad una costruzione del suo genere: Passerano compare quasi d’improvviso
solo quando gli stai proprio sotto. Il pittoresco castello si erge su di
un’alta rupe che domina l’ampia vallata che si estende tra i due fossi
dell’acqua Nera e di Passerano, circa due km sulla sinistra del km
ventisei della Prenestina. Passerano, comunemente identificato con
l’antica Scaptià, una delle più rustiche tribù dell’antica Roma, la
cui città si ritiene sorgesse nelle vicinanze del fontanile di Spine, e
ove il castello, esisteva la villa romana Ashby, della quale sono rimaste
tracce nei muri perimetrali del castello.
Nel sec.X, il fundum q.v. Passerano era di proprietà del monastero di
Subiaco.
Nel 966, lo stesso monastero concesse ai due coniugi, Milone e Anastasia,
alcuni terreni tra Tivoli e Palestrina per la costruzione di un castello:
fra queste località è indicato anche il territorio di Passerano, e
proprio Passerano fu la località prescelta. Infatti, in una bolla di papa
Giovanni XVIII, del 1005, è citata una chiesetta eretta in onore di san
Benedetto, e situata nel castello di Passerano. Nel periodo in cui
Passerano fu del monastero di Subiaco, sembra che servisse anche come
prigione del comune di Roma(rinchiusi nel castello prigione citiamo
l’antipapa Maurizio da Burdino ovvero papa Gregorio VIII, Brancaleone
Degli Andalò senatore di Roma, Giacomo Dei Sordi).
Nel 1433 il castello fu venduto da Martino V per il poco reddito che dava,
così passò a Giovanni Colonna. Nel 1433 il castello è di Sveva Orsini,
vedova di Stefano Colonna (ucciso per mano del nipote Salvatore) e nel
1436 il cardinale Vitelleschi tolse la proprietà con forza a Lorenzo
Colonna. Ai Colonna il possesso del castello ritornò nel 1445 con la
conferma di papa Niccolò V a
Stefano Colonna junior. Nel 1523 Onofrio Orsini ne acquistò una parte da
Stefano Colonna junior. Nel 1622 Pierfrancesco Colonna vende Passerano al
cardinale Ludovico, il quale lo vendette ai Rospigliosi nel 1670. La
famiglia Rospigliosi conservò la proprietà fino al 1923.
Negli ultimi tempi è di proprietà della regione Campania. |