Un
capolavoro ritrovato: la
Croce di Vallecupola
(Paola Berardi) - Negli
anni ’70 una preziosa croce d’argento cinquecentesca giunse nel Tesoro
del Duomo di Rieti: proveniva dalla
chiesa
parrocchiale di S. Maria della Neve a Vallecupola, piccola località
montana della Sabina, e veniva trasferita a Rieti in vista di una sua
migliore conservazione all’interno di una sicura struttura museale.
Nonostante quella croce, la Croce di Vallecupola, fosse stata classificata
in passato come opera riferibile all’oreficeria abruzzese del
Cinquecento, uno studio approfondito, unito ad una ragionata ricerca
stilistica, mi ha condotto in questi ultimi anni a formulare una motivata
attribuzione a Jacopo Del Duca; un’attribuzione impegnativa che è stata
consolidata dal fruttuoso scambio di informazioni e di opinioni con
Giorgio Guarnieri dell’Archivio fotografico del Polo Museale romano.
Ed è stato merito poi dell’esemplare indagine di Alberto Crielesi,
esperto e appassionato studioso del patrimonio storico artistico del
Lazio, se è arrivata la conferma, con il puntuale riconoscimento del
committente nel cardinal Ranuccio Farnese, allora abate commendatario di
Farfa e di S. Salvatore Maggiore, dell’esistenza attorno a questa
piccola croce di un importante contesto storico legato alla famiglia
Farnese e all’ambiente romano michelangiolesco.
Jacopo Del Duca, scultore e architetto siciliano, fedele collaboratore di
Michelangelo, realizzò questo straordinario argento probabilmente attorno
al 1563, un anno prima della morte dell’amato maestro.
Nella croce, che è in lamina d’argento, lavorata a fusione e a sbalzo e
listata in rame dorato, si concentra tutto l’irrequieto temperamento
dello scultore michelangiolesco: il pulsare vivo del modellato sofferto è
esaltato dai riflessi luminescenti delle sottili lamine d’argento, il
forte plasticismo delle figure aggettanti si attenua nel fremito
dell’elegante decorazione mistilinea che corre lungo il fondo argenteo e
nel profilo dorato. Una violenta pressione pulsa nei quadrilobi, dove le
figure michelangiolesche sono contenute a forza.
La Croce di Vallecupola è stata esposta recentemente a Roma, in
Palazzo Venezia, nella mostra ‘Michelangelo: Grafia e Biografia
disegni e autografi del Maestro’ curata dalla Casa Buonarroti di
Firenze, ed ora sarà visibile fino al 20 gennaio del 2003 a Bienne, in
Svizzera, dove la mostra si è spostata destando un grande interesse.
L’edizione romana della mostra, che ha presentato in pubblico per la
prima volta questa croce praticamente inedita, si è avvalsa
dell’impegno di Tullia Carratù e di Giorgio Guarnieri, ed è stata
promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano che ha
curato anche la realizzazione di un prezioso catalogo introdotto dal
soprintendente Claudio Strinati.
È tornata così alla luce una preziosa opera d’arte che giaceva
dimenticata da anni nella sacrestia del Duomo di Rieti, ed è accaduto che
un piccolo gioiello ormai quasi invisibile sia stato ricondotto a quella
giusta rivalutazione che gli ha restituito una piena dignità artistica e
storica.
Il
catalogo completo dedicato al recupero della Croce di Vallecupola è
consultabile anche online: http://web.tiscali.it/paolaberardi/ |