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Sommario anno XII numero 1 - gennaio 2003

 ARTE
Un capolavoro ritrovato:  la Croce di Vallecupola
(Paola Berardi) - Negli anni ’70 una preziosa croce d’argento cinquecentesca giunse nel Tesoro del Duomo di Rieti: proveniva dalla Jacopo Del Duca, la Croce di Vallecupola, (Part. con la raffigurazione del simbolo dell’Evangelista Matteo).chiesa parrocchiale di S. Maria della Neve a Vallecupola, piccola località montana della Sabina, e veniva trasferita a Rieti in vista di una sua migliore conservazione all’interno di una sicura struttura museale.
Nonostante quella croce, la Croce di Vallecupola, fosse stata classificata in passato come opera riferibile all’oreficeria abruzzese del Cinquecento, uno studio approfondito, unito ad una ragionata ricerca stilistica, mi ha condotto in questi ultimi anni a formulare una motivata attribuzione a Jacopo Del Duca; un’attribuzione impegnativa che è stata consolidata dal fruttuoso scambio di informazioni e di opinioni con Giorgio Guarnieri dell’Archivio fotografico del Polo Museale romano.
Ed è stato merito poi dell’esemplare indagine di Alberto Crielesi, esperto e appassionato studioso del patrimonio storico artistico del Lazio, se è arrivata la conferma, con il puntuale riconoscimento del committente nel cardinal Ranuccio Farnese, allora abate commendatario di Farfa e di S. Salvatore Maggiore, dell’esistenza attorno a questa piccola croce di un importante contesto storico legato alla famiglia Farnese e all’ambiente romano michelangiolesco.
Jacopo Del Duca, scultore e architetto siciliano, fedele collaboratore di Michelangelo, realizzò questo straordinario argento probabilmente attorno al 1563, un anno prima della morte dell’amato maestro.
Nella croce, che è in lamina d’argento, lavorata a fusione e a sbalzo e listata in rame dorato, si concentra tutto l’irrequieto temperamento dello scultore michelangiolesco: il pulsare vivo del modellato sofferto è esaltato dai riflessi luminescenti delle sottili lamine d’argento, il forte plasticismo delle figure aggettanti si attenua nel fremito dell’elegante decorazione mistilinea che corre lungo il fondo argenteo e nel profilo dorato. Una violenta pressione pulsa nei quadrilobi, dove le figure michelangiolesche sono contenute a forza.
La Croce di Vallecupola è stata esposta recentemente a Roma, in Palazzo Venezia, nella mostra ‘Michelangelo: Grafia e Biografia disegni e autografi del Maestro’ curata dalla Casa Buonarroti di Firenze, ed ora sarà visibile fino al 20 gennaio del 2003 a Bienne, in Svizzera, dove la mostra si è spostata destando un grande interesse.
L’edizione romana della mostra, che ha presentato in pubblico per la prima volta questa croce praticamente inedita, si è avvalsa dell’impegno di Tullia Carratù e di Giorgio Guarnieri, ed è stata promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano che ha curato anche la realizzazione di un prezioso catalogo introdotto dal soprintendente Claudio Strinati.
È tornata così alla luce una preziosa opera d’arte che giaceva dimenticata da anni nella sacrestia del Duomo di Rieti, ed è accaduto che un piccolo gioiello ormai quasi invisibile sia stato ricondotto a quella giusta rivalutazione che gli ha restituito una piena dignità artistica e storica.
Il catalogo completo dedicato al recupero della Croce di Vallecupola è consultabile anche online: http://web.tiscali.it/paolaberardi/
 ARTE

Sommario anno XII numero 1 - gennaio 2003