La
forza di ricordare
(Federico Greco albertinoelulla@hotmail.com)
- In gennaio, esattamente
il 27, in Italia, come in grande parte del mondo, si è celebrata
“la giornata della memoria”. Cosa si vuole ricordare o meglio,
non dimenticare?? La risposta è semplice nella sua infinita tristezza :
il 27 gennaio del lontanissimo 1945 le truppe sovietiche
raggiunsero, affrancandolo dall’egemonia nazista, il campo di
sterminio di Auschwitz, mettendo fine, di fatto, alla Shoa.
Tutte le massime cariche dello Stato hanno partecipato commosse alle
celebrazioni, ribadendo l’infinito dolore per una lunga pagina di storia
che più semplicemente definirei follia, follia di cui anche l’Italia,
con le vergognose “leggi razziali” del 1938 , si è resa complice.
Nessuno o meglio nessuno dotato di intelletto, categoria da cui si
potrebbero escludere non poche persone (poveri noi), potrà mai cancellare
le ferite che le immagini, i racconti, le testimonianze hanno aperto nel
nostro cuore, queste rimarranno, come tutte le cicatrici, sempre presenti
in noi.
Facendo mia, scusandomene in anticipo, una strofa di Giacomo Leopardi,
direi che “lingua mortal non dice quel che io provava in seno”; come
rendere con le parole lo sdegno che ammanta tutti noi??
Sempre condanneremo l’olocausto e tutto quello che esso rappresenta, così
come dovremmo avere il coraggio di esecrare chi di tale aberrazione umana
fa un uso politico, dimenticando, scientemente, che “extrema se tangunt”
(gli estremi si toccano) e
che quindi anche la rivoluzione russa del 1917, la Romania comunista,
Pinochet e via discorrendo di atrocità in atrocità andrebbero condannate
e ricordate. |