Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XII numero 3 - marzo 2003

INVITO ALLA LETTURA
Le loro storie e la nostra storia
(Luca Ceccarelli) - Si è tenuta, il 7 febbraio scorso, nella “libreria delle donne” Il tempo ritrovato, la presentazione del libro Tra le rose e le viole. La storia e le storie di travestiti e transessuali di Porpora Marcasciano, edito da Il Manifesto.

Finora si è sempre parlato di transessuali sulle pagine della cronaca nera, oppure nei saggi di psicologia e psichiatria, oppure in occasione della comparsa in televisione di alcune figure più o meno macchiettistiche. Con questo libro per la prima volta il mondo transgender assurge a protagonista e si racconta. Non solo perché l’autrice è lei stessa una transessuale (tra gli animatori, a Bologna, del MIT, il Movimento di Identità Transessuale) ma anche perché, uno per uno, vi si susseguono racconti di vita in prima persona. Racconti di persone diverse tra loro per condizioni, età, scelte di vita. Roberta, che ha quasi sessant’anni, e un tempo è stata un giovane travestito e oggi è diventata donna e si è regolarmente sposata. Max, che invece ha preferito conservare la propria identità sessuale, continuando a fare regolarmente delle esibizioni come drag queen. Antonello, che oggi vive a Bologna ed è un esempio verace (uno degli ultimi) dei femminielli di Napoli, città che da sempre è un esempio di realtà tollerante delle diversità sessuali pressoché unico nel suo genere.
Nel libro la storia del mondo transgender emerge anche come la storia della nostra comunità sociale. Scorrono davanti agli occhi del lettore delle realtà cancellate dal tempo. Attraverso il racconto di Roberta, che è originaria di un paese dei Castelli Romani, dove oggi è tornata a vivere e a lavorare con il marito, riaffiora alla memoria la Roma degli anni Sessanta, la baraccopoli sotto l’Acquedotto Felice, dove abitavano le “pioniere” del travestimento a Roma, gli stenti e la solidarietà reciproca, anche con gli altri abitanti delle baracche, un colorito sottoproletariato sempre alle prese con problemi giudiziari.
Attraverso il racconto di Pina, che è tra gli animatori del dibattito, emerge la sua esperienza coinvolgente e, per alcuni versi, sconvolgente: l’infanzia a Napoli nei Quartieri Spagnoli, la fuga da casa ancora adolescente e l’approdo nella Bologna  degli anni Settanta, l’esperienza in Europa con il Living Theatre, e la costrizione a ricorrere alla prostituzione, e con questa all’eroina. L’arresto in un bar di Bologna per oltraggio a pubblico ufficiale (inventato) e all’uscita dal carcere, la scoperta della sieropositività, con la spinta a farsi di eroina ancora di più. Fino alla risalita, lenta e faticosa e all’impegno nel MIT e nella LILA.
Ad ascoltarla, e a vederla, oggi che ha quarant’anni, si ha la percezione di una persona serena: il suo viso disteso, il suo sorriso luminoso e i suoi modi eleganti non parlano assolutamente di malattia.
Travestiti e transessuali mettono in discussione i tabù culturali più radicati della comunità sociale. Non si tratta, come per l’omosessualità, di una diversità di preferenze sessuali, ma di un rifiuto della propria stessa identità, in favore di qualcosa che può essere l’identità di genere opposta, ma può anche essere qualcosa di intermedio, sempre in evoluzione, che non sempre  si ferma ad un definitivo approdo.
Una realtà che è contrassegnata, ancora troppo spesso, dall’emarginazione e dalla difficoltà di integrazione nel mondo produttivo, e dalla coazione alla prostituzione, come ricordato anche dall’intervento di una dirigente della sezione “Nuovi diritti” della CGIL, l’unica organizzazione sindacale che finora si è fatta carico dei problemi specifici dei transessuali. Eppure, nella minuscola sala della libreria gremita di pubblico si parla di problemi anche tragici con serenità e fiducia. Anche il recente documento della Congregazione per la dottrina della fede sul divieto alle persone transessuali di accedere alla vita religiosa non ha suscitato fervori polemici, solo un riferimento fugace. Un bell’esempio per molti dibattiti saturi di rancori e inutili verbosità.
INVITO ALLA LETTURA

Sommario anno XII numero 3 - marzo 2003