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Sommario anno XII numero 4 - aprile 2003

 I NOSTRI PAESI - pagina 9
grottaferrata
Le Fortezze  (quella di S.Nilo in particolare)      (parte sesta)
(Massimo Medici) - Il castello che circonda e difende la Badia di S. Nilo sorge su una collinetta della quale si avverte il declivio solo se si osserva l’opera da una certa distanza. Dalla parte opposta a quella della cittadina di Grottaferrata, invece, cioè dalla parte che si affaccia sulla Valle Marciana, la sensazione di essere su un’altura, seppur piccola, è più netta. Quando il conte Gregorio di Tuscolo donò a S. Nilo il terreno su cui oggi insiste il castello, vi erano ancora i magnifici resti di una villa romana d’epoca repubblicana, intorno alla quale, al fine di rendere il terreno pianeggiante, furono costruiti (e si possono tuttora ammirare) diversi ordini d’archi rivestiti da “opus reticulatum” i cui elementi, non essendo perfettamente allineati fra loro, ci permettono di datarli nel periodo repubblicano e non imperiale.

Da studi fatti sembra; inoltre, che quei resti siano ciò che rimane di una delle ville di marco Tullio Cicerone, il grande rètore romano; anzi, alcuni studiosi affermano che proprio lì abbia scritto la sua opera filosofica dal titolo “De tesculanae disputationes” che trattava della vita e della morte.
Tali resti furono usati dai monaci per costruire la chiesa – come è narrato da un affresco nella chiesa stessa – precisamente nella cappella del Domenichino uno degli artisti che lasciarono colà la loro impronta. Fra le opere che quell’artista ha lasciato nell’Abazia di S. Nilo… ma questa è un’altra storia ed è meglio tornare al nostro tema delle fortezze.
Le opere di fortificazione sono, essenzialmente, un grande muro di cinta quasi rettangolare agli angoli del quale sorgono quattro torri, due camminamenti di guardia dalla parte della Valle Marciana ed una rocchetta che difende l’entrata.
Nell’articolo precedente si era accennato brevemente come nel periodo in cui fu costruito il Castello Roveriano si stessero evolvendo le tecniche di costruzione delle fortezze.  È bene, ora, precisarne il motivo.
Nel Medioevo chi voleva asserragliarsi in un castello, doveva tener conto delle armi di cui potevano disporre gli eventuali assalitori: lance, spade, arieti per sfondare le porte, frecce da scagliare sulle mura e (armi a lunga gittata, per l’epoca) catapulte che potevano, superando le mura, raggiungere i cortili del castello stesso. Le uniche che potessero superare le muraglie esterne erano, appunto, le catapulte, la forza di lancio delle quali era affidata a dei grandi archi che gli assalitori tendevano a forza di braccia. Vero è che anche le frecce potevano giungere sugli spalti a cogliere i difensori che si facevano sorprendere fra un merlo e l’altro. Quanto alle spade ed alle lance, armi idonee per il “corpo a corpo”, non impensierivano i castellani… fino a che gli assalitori restavano lontani al di sotto delle mura. Il che vuol dire come bastasse costruire delle mura il più alto possibile per sentirsi relativamente al sicuro.
Ma, dalla Cina, portata da Marco Polo, arrivò la polvere nera, che in luogo di essere usata come propellente dei fuochi artificiali, fu usata come propellente, o meglio come carica di lancio, dall’artiglieria.
Ciò sconvolse l’arte della guerra in generale, ed ancor più la costruzione delle fortezze che, colpite a tiro radente alla base delle alte torri, potevano crollare rovinosamente trascinando seco i difensori.
Che fare? Azzerare le guerre e far scoppiare la pace? Non sia mai detto! Trovare subito il rimedio: questo si deve! E questo, naturalmente, fu fatto.
Le muraglie divennero più basse e di maggiore spessore, mentre le torri che, fino ad allora, erano svettate il più alto possibile, si costruirono più tozze e resistenti al tiro delle artiglierie.
Conseguenza dell’arrivo della polvere da sparo fu, insieme ad altre armi, anche l’invenzione degli archibugi che, non avendo il proiettile esplodente ma costituito da una semplice palla di ferro, erano dei piccoli cannoni portatili che si usavano appoggiandoli ad una forcella infissa nella terra. Con quelli si arrivava con più facilità e precisione a colpire i difensori al sommo delle mura che, a loro volta, rispondevano con pari entusiasmo… in mezzo al fumo crescente.
Ma gli archibugi erano in dotazione anche ai difensori; nacque così la necessità di creare, sotto la linea dei merli (che non offrivano più sufficiente protezione agli archibugieri) delle feritoie che l’offrissero e, nel contempo, fossero in grado di far uscire alquanto la canna dell’arma che era sovrastata dal mirino per prendere la mira. Siamo così arrivati a comprendere la funzione di quegli strani fori a forma di vecchia chiave rovesciata che si possono osservare lungo le pareti della Fortezza Roveriana che, essendo stata costruita a cavallo del Medioevo e dell’Età moderna, risente di entrambe le tecniche di costruzione.
Così le torri sono alte, ma non altissime, le nuove feritoie tengono conto delle nuove armi, mentre le “conditoie” per l’olio bollente, che sono tipiche del Medioevo, coesistono insieme a quelle.
Le torri, tozze e forti, contengono al loro interno officine per riparare le armi, fucine per i fabbri che costruiscono corazze, palle da cannone e munizioni da archibugio, prigioni per coloro che pensavano che fosse meglio fare l’amore invece della guerra, posti di soccorso ed infermerie per coloro che non la pensavano così e cappellani per le… estreme unzioni.
(continua) 

nemi
Risate in libertà
(Bruna Macioci) - Quanto tempo è che non vi capita di sentir recitare Il fattaccio? Io, è una vita. Sor Delegato mio, nun so’ un boiaccia... Chi non conosce questo ‘pezzo’ classico del teatro romano? Bene, se avete voglia di rigodervelo, venite a Nemi il 9 di aprile. È in programma insieme ad una serie di altri pezzi teatrali, soprattutto comici, nello spettacolo Risate in libertà 2, portato sulle scene da una valorosa compagnia d’attori capitanati da Mario Donatone. Il nome non vi dice niente? Aspettate di vederne il viso, e lo riconoscerete. È, oltre che attore teatrale e capocomico, uno di quei valenti caratteristi del cinema che tutto il mondo ci invidia, e a cui ricorre quando ha bisogno della faccia giusta. E infatti, a confermare quanto detto, basta uno sguardo alla sua filmografia: cominciò con Visconti (“Bellissima”: e scusatemi se è poco), e ha seguitato talmente bene che la lista dei film è lunghissima; citerò solo “Phenomena” di Dario Argento, e “Il padrino III” di Coppola. Vi basta? È anche autore di teatro e regista. È stato direttore del teatro di Ostia Antica. Tiene corsi di spettacolo. Insomma, sa benissimo il fatto suo. E lo dimostrerà, insieme alla sua Compagnia Teatrale Italia, nello spettacolo Risate in libertà 2, dove si recita Achille Campanile e Filippo Tommaso Marinetti, dove si ride, si canta e si balla il flamenco, olé. Dove, nell’intervallo fra il primo e il secondo atto, si darà lettura di poesie scritte dai cittadini di Nemi, che il pubblico in sala voterà immediatamente, decidendo il vincitore del premio Poesia Preferita. La guerra infuria, ma lo spettacolo va avanti: come diceva Axel Munthe? “Il diavolo stesso non può nulla contro un uomo, se egli sa ancora ridere”. Venite a ridere, dunque, alle 18.30 di venerdì 9 aprile, nella Sala del Pattinaggio, Castello Ruspoli, Nemi.

rocca priora

Assemblea annuale del G. S. Amici del Pedale
(Nicola Pacini) - Si è svolta il 28 marzo presso la sede sociale l’assemblea ordinaria del Gruppo sportivo Amici del Pedale, presenti quasi tutti i soci, per l’approvazione del bilancio annuale e del programma delle manifestazioni del 2003. Il presidente  Giovanni Corvese è stato riconfermato alla carica, insieme con tutto il comitato direttivo, ed ha presentato l’attività per il corrente anno. Intanto viene confermata la gara di gran fondo Colle di Fuori - Rocca Priora, in programma il 27 luglio prossimo. La gara, giunta alla settima edizione è diventata un appuntamento fisso per gli iscritti alla UISP, ed è valida per il campionato regionale della montagna. Alla manifestazione saranno presenti i dirigenti regionali della associazione, tra questi Andrea Fontana e  Walter Falomi, rispettivamente presidente del Comitato Castelli Romani e segretario regionale. Dal 31 maggio al 2 giugno il Gruppo ha in programma una 3 giorni al Terminillo, in concomitanza con la tappa del Giro d’Italia. Gli atleti partiranno in bici, verranno poi raggiunti la domenica dai familiari in pulman. Il 30 marzo una fitta rappresentanza  del Gruppo ha partecipato alla corsa ciclistica a Tor Bella Monaca, con buoni risultati e con il primo premio e trofeo per numero di partecipanti. Il presidente ha rimarcato l’apporto di tutti gli atleti nella autogestione del Gruppo sportivo, sostenuto in parte da alcuni volenterosi sponsor, tra questi Carlo Taglienti, Danilo e Cristiano Fede, la Ciclotec di Frascati, Mauro Martorelli, il Comune di Rocca Priora e la Banca del Tuscolo. Da tutti i soci presenti è stato sottolineato il grande impegno del presidente e del gruppo direttivo nella organizzazione delle gare ufficiali, ma anche nelle attività settimanali, che vede impegnati numerosi atleti dello sport amatoriale, cosiddetto minore, rispetto ad altri sport, ma con risultati agonistici e sociali di grande rilievo per i veri sportivi.

colonna

Insieme  per  la  vita – Edizione 2002 - 2003
(Fausto Giuliani) -  Con il triangolare di calcio tra le rappresentative di Italia, Mozambico e Resto del Mondo, in programma alla Stadio Olimpico di Roma lunedì 26 Maggio alle ore 21, prende il via la seconda fase del progetto di solidarietà “Insieme per la Vita” che l’Associazione DIMOS (Donatori Italiani Midollo Osseo), in collaborazione con le ACLI, portano avanti già da 5 anni.

L’iniziativa, che in una prima fase ha coinvolto in modo prioritario il mondo scolastico, le società sportive, le parrocchie e tutte le realtà territoriali attente alle necessità di chi è in difficoltà, si propone di sostenere alcune cause umanitarie attraverso una conoscenza approfondita delle varie problematiche e successivamente con l’organizzazione di eventi che aiutino concretamente i bisogni individuati. E per l’occasione il prossimo 26 Maggio all’Olimpico è prevista una vera e propria Festa della Musica e dello Sport a partire dalle ore 16; con il ricavato di tale manifestazione verranno finanziati dei progetti di solidarietà in favore dei bambini dell’Angola, del Brasile, dell’India, del Mozambico, nonché verrà incentivata la ricerca scientifica in favore della lotta contro la leucemia, con particolare intenzione nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulla donazione del midollo osseo.
All’iniziativa hanno aderito molti campioni del calcio, sia nazionali che stranieri,  che praticano la loro attività nel nostro campionato di serie A ai quali si aggiungeranno anche altri calciatori  molto noti, ma che giocano all’estero.
Ovviamente si spera in un Olimpico gremito (5, 8 e 12 euro i prezzi dei biglietti, a seconda dei settori, curve e distinti, tribuna Tevere, tribuna Monte Mario) per poter concretamente far in modo che il sostegno per tali iniziative sociali non rimanga soltanto una nobile e quanto mai vaga idea…
Per informazioni : www.dimos.it – donatori@dimos.it
Roma : Lun/Mer/Ven dalle 15,30 alle 19 - tel. 06.7696.3803
Colonna : Mar/Gio dalle 17 alle 19 - Tel. 06.9438.527
 I NOSTRI PAESI - pagina 9

Sommario anno XII numero 4 - aprile 2003