“Caro presidente Bush”
(Roberto
Esposti flann.obrien@email.it)
- L’America
in guerra come ci appare aldiquà dell’Oceano, granitica, stretta
attorno al suo
presidente
nella guerra preventiva al male si dimostra essere solo una costruzione di
molti media. In realtà come dimostra l’appello contro la guerra
sottoscritto da quindicimila intellettuali statunitensi e la lettera che
segue, l’America possiede ancora una coscienza.
Lunedì, 17 Marzo 2003
Lettera da Michael
Moore a Gorge W. Bush alla vigilia della guerra
Gorge W. Bush
1600 Pennsylvania Ave.
Washington, DC
Caro
Presidente Bush,
e così oggi è il
giorno che lei chiama “il momento della verità”, il giorno in cui la
“Francia e il resto del mondo devono mettere le loro carte in tavola”.
Sono lieto di sentire che questo giorno è finalmente arrivato. Perché,
glielo devo proprio dire, essendo sopravvissuto a 440 giorni delle sue
bugie e dei suoi intrighi, non ero sicuro di poterne accettare ancora. Così
sono lieto di sentire che oggi è il Giorno della Verità, perché ho
alcune piccole verità da condividere con lei:
1.Non c’è
praticamente NESSUNO in America (tranne i fomentatori dei talk show e la
Fox News) che sia felice di andare in guerra.
Mi creda su
questo. Esca dalla Casa Bianca e vada per qualunque strada in America e
provi a trovare cinque persone che siano ENTUSIASTE di uccidere gli
iracheni. LEI NON LI TROVERÀ! Perché? Perché nessun iracheno è mai
venuto qui a uccidere uno di noi. Nessun iracheno ha mai neppure
minacciato di farlo. Vede, è così che la pensiamo noi americani medi: se
Tizio non è percepito come una minaccia alle nostre vite, allora, ci
creda o no, noi non vogliamo ucciderlo! Buffo, ma è così!
2.La maggioranza
degli americani - quelli che
non l’hanno mai votata - non si fa imbrogliare dalle sue armi di
distrazione di massa. Noi sappiamo quali sono i veri problemi che
affliggono la nostra vita quotidiana - e nessuno di essi comincia con la I
e finisce con la Q. Ecco
cos’è
che ci minaccia: due milioni e mezzo di posti di lavoro perduti da quando
lei è in carica, la borsa che è diventata un gioco crudele, nessuno sa
che fine faranno i suoi fondi pensione, la benzina che ora costa quasi due
dollari - e l’elenco può continuare ancora a lungo. Bombardare l’Iraq
non toglierà di mezzo nessuno di questi problemi. Solo lei dovrebbe
togliersi di mezzo per far migliorare le cose.
3.Come Bill Maher
ha detto la scorsa settimana, quanto peggio deve ancora fare per perdere
una gara di popolarità con Saddam Hussein? Il mondo intero è contro di
lei, signor Bush. E metta nel conto anche i suoi bravi americani.
4.Il papa ha detto
che questa guerra è sbagliata, che è un PECCATO. Il papa! Ma persino le
Dixie Chicks le si sono messe contro!
Quanto devono
peggiorare le cose perché lei realizzi di essere un esercito di una sola
persona in questa guerra? Naturalmente, questa è una guerra che lei
personalmente non dovrà combattere. Proprio come quando ha tagliato la
corda mentre i poveri venivano spediti in Vietnam al suo posto.
5.Dei 535 membri
del congresso, solo UNO (il senatore Johnson del South Dakota) ha un
figlio o una figlia arruolati nelle forze armate! Se veramente vuole
difendere l’America, per favore mandi subito le sue due figlie gemelle
in Kuwait e le lasci indossare la tuta anti-attacco chimico. E lasci che
ogni membro del congresso con un figlio in età di leva sacrifichi i suoi
ragazzi in questo sforzo bellico. Cosa ne dice? Non la PENSA così? Bè,
indovini un pò - neanche noi siamo di questa idea!
6.Infine, noi
amiamo la Francia. Sì, loro hanno fatto dei casini. Sì, alcuni di loro
possono essere maledettamente noiosi. Ma ha dimenticato che noi non
avremmo nemmeno questo paese conosciuto come America se non fosse per i
francesi? Che fu il loro aiuto a farci vincere la rivoluzione? Che i
nostri maggiori pensatori e padri fondatori - Thomas Jefferson, Ben
Franklin, eccetera - passarono molti anni a Parigi dove affinarono i
concetti che condussero alla nostra dichiarazione d’indipendenza e alla
nostra costituzione? Che fu la Francia che ci diede la nostra statua della
libertà, un francese che costruì la Chevrolet e una coppia di fratelli
francesi che inventò il cinema? E ora stanno facendo quello che solo un
buon amico può fare - dirci la verità su noi stessi, in faccia, senza
balle. La smetta di pisciare sui francesi e li ringrazi se per una volta
stanno facendo la cosa giusta. Sa, lei avrebbe dovuto viaggiare di più
prima di prendere il potere. La sua ignoranza del mondo non solo l’ha
fatta sembrare uno stupido, ma l’ha cacciata in un angolo da dove non
riesce più a uscire.
Ma sorrida - C’è
una buona notizia. Se lei andrà davvero fino in fondo con questa guerra,
molto probabilmente essa finirà presto, perché prevedo che non ci siano
tanti iracheni disposti a sacrificare le loro vite per Saddam Hussein.
Dopo che lei avrà “vinto” la guerra, i suoi indici di popolarità
balzeranno alle stelle perché tutti amano un vincitore - e a chi non
piace vedere qualche bel calcio in culo di tanto in tanto (specialmente
quando è qualche culo del terzo mondo!). Così faccia del suo meglio per
cavalcare questa vittoria fino alle elezioni dell’anno prossimo. Certo,
sono ancora molto lontane, perciò tutti noi dovremo continuare a vedere
la nostra economia sprofondare sempre più nel cesso!
Ma, chi sa -
magari troverà Osama qualche giorno prima delle elezioni! Su, inizi a
pensarla COSI’!
Mantenga la
speranza! Uccida gli iracheni - loro hanno il nostro petrolio!!
Suo,
Michael Moore.
Michael Moore,
giornalista, editore, regista cinematografico e televisivo americano ha
ricevuto il 23 marzo scorso il premio Oscar per il miglior documentario
con “Bowling for Columbine”, devastante ed irriverente accusa alla
società americana attuale. Da sempre impegnato in battaglie sociali, uomo
guidato da una rara coerenza ed infiammato da una passione civile che ha
pochi eguali, ha pubblicato la lettera a Bush sul suo sito
www.michaelmoore.com, da cui chi firma questo pezzo l’ha estratta,
tradotta e pubblicata per gentile concessione dello stesso Moore. |