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Sommario anno XII numero 4 - aprile 2003

 SOCIETÀ
“Caro presidente Bush”
(Roberto Esposti flann.obrien@email.it) - L’America in guerra come ci appare aldiquà dell’Oceano, granitica, stretta attorno al suo Michael Moorepresidente nella guerra preventiva al male si dimostra essere solo una costruzione di molti media. In realtà come dimostra l’appello contro la guerra sottoscritto da quindicimila intellettuali statunitensi e la lettera che segue, l’America possiede ancora una coscienza.

Lunedì, 17 Marzo 2003

Lettera da Michael Moore a Gorge W. Bush alla vigilia della guerra
Gorge W. Bush
1600 Pennsylvania Ave.
Washington, DC

Caro Presidente Bush,
e così oggi è il giorno che lei chiama “il momento della verità”, il giorno in cui la “Francia e il resto del mondo devono mettere le loro carte in tavola”. Sono lieto di sentire che questo giorno è finalmente arrivato. Perché, glielo devo proprio dire, essendo sopravvissuto a 440 giorni delle sue bugie e dei suoi intrighi, non ero sicuro di poterne accettare ancora. Così sono lieto di sentire che oggi è il Giorno della Verità, perché ho alcune piccole verità da condividere con lei:
1.Non c’è praticamente NESSUNO in America (tranne i fomentatori dei talk show e la Fox News) che sia felice di andare in guerra.
Mi creda su questo. Esca dalla Casa Bianca e vada per qualunque strada in America e provi a trovare cinque persone che siano ENTUSIASTE di uccidere gli iracheni. LEI NON LI TROVERÀ! Perché? Perché nessun iracheno è mai venuto qui a uccidere uno di noi. Nessun iracheno ha mai neppure minacciato di farlo. Vede, è così che la pensiamo noi americani medi: se Tizio non è percepito come una minaccia alle nostre vite, allora, ci creda o no, noi non vogliamo ucciderlo! Buffo, ma è così!
2.La maggioranza degli americani  - quelli che non l’hanno mai votata - non si fa imbrogliare dalle sue armi di distrazione di massa. Noi sappiamo quali sono i veri problemi che affliggono la nostra vita quotidiana - e nessuno di essi comincia con la I e finisce con la Q. Ecco George Bush e il papa Giovanni Paolo IIcos’è che ci minaccia: due milioni e mezzo di posti di lavoro perduti da quando lei è in carica, la borsa che è diventata un gioco crudele, nessuno sa che fine faranno i suoi fondi pensione, la benzina che ora costa quasi due dollari - e l’elenco può continuare ancora a lungo. Bombardare l’Iraq non toglierà di mezzo nessuno di questi problemi. Solo lei dovrebbe togliersi di mezzo per far migliorare le cose.
3.Come Bill Maher ha detto la scorsa settimana, quanto peggio deve ancora fare per perdere una gara di popolarità con Saddam Hussein? Il mondo intero è contro di lei, signor Bush. E metta nel conto anche i suoi bravi americani.
4.Il papa ha detto che questa guerra è sbagliata, che è un PECCATO. Il papa! Ma persino le Dixie Chicks le si sono messe contro!
Quanto devono peggiorare le cose perché lei realizzi di essere un esercito di una sola persona in questa guerra? Naturalmente, questa è una guerra che lei personalmente non dovrà combattere. Proprio come quando ha tagliato la corda mentre i poveri venivano spediti in Vietnam al suo posto.
5.Dei 535 membri del congresso, solo UNO (il senatore Johnson del South Dakota) ha un figlio o una figlia arruolati nelle forze armate! Se veramente vuole difendere l’America, per favore mandi subito le sue due figlie gemelle in Kuwait e le lasci indossare la tuta anti-attacco chimico. E lasci che ogni membro del congresso con un figlio in età di leva sacrifichi i suoi ragazzi in questo sforzo bellico. Cosa ne dice? Non la PENSA così? Bè, indovini un pò - neanche noi siamo di questa idea!
6.Infine, noi amiamo la Francia. Sì, loro hanno fatto dei casini. Sì, alcuni di loro possono essere maledettamente noiosi. Ma ha dimenticato che noi non avremmo nemmeno questo paese conosciuto come America se non fosse per i francesi? Che fu il loro aiuto a farci vincere la rivoluzione? Che i nostri maggiori pensatori e padri fondatori - Thomas Jefferson, Ben Franklin, eccetera - passarono molti anni a Parigi dove affinarono i concetti che condussero alla nostra dichiarazione d’indipendenza e alla nostra costituzione? Che fu la Francia che ci diede la nostra statua della libertà, un francese che costruì la Chevrolet e una coppia di fratelli francesi che inventò il cinema? E ora stanno facendo quello che solo un buon amico può fare - dirci la verità su noi stessi, in faccia, senza balle. La smetta di pisciare sui francesi e li ringrazi se per una volta stanno facendo la cosa giusta. Sa, lei avrebbe dovuto viaggiare di più prima di prendere il potere. La sua ignoranza del mondo non solo l’ha fatta sembrare uno stupido, ma l’ha cacciata in un angolo da dove non riesce più a uscire.
Ma sorrida - C’è una buona notizia. Se lei andrà davvero fino in fondo con questa guerra, molto probabilmente essa finirà presto, perché prevedo che non ci siano tanti iracheni disposti a sacrificare le loro vite per Saddam Hussein. Dopo che lei avrà “vinto” la guerra, i suoi indici di popolarità balzeranno alle stelle perché tutti amano un vincitore - e a chi non piace vedere qualche bel calcio in culo di tanto in tanto (specialmente quando è qualche culo del terzo mondo!). Così faccia del suo meglio per cavalcare questa vittoria fino alle elezioni dell’anno prossimo. Certo, sono ancora molto lontane, perciò tutti noi dovremo continuare a vedere la nostra economia sprofondare sempre più nel cesso!
Ma, chi sa - magari troverà Osama qualche giorno prima delle elezioni! Su, inizi a pensarla COSI’!
Mantenga la speranza! Uccida gli iracheni - loro hanno il nostro petrolio!!
Suo,
Michael Moore.


Michael Moore, giornalista, editore, regista cinematografico e televisivo americano ha ricevuto il 23 marzo scorso il premio Oscar per il miglior documentario con “Bowling for Columbine”, devastante ed irriverente accusa alla società americana attuale. Da sempre impegnato in battaglie sociali, uomo guidato da una rara coerenza ed infiammato da una passione civile che ha pochi eguali, ha pubblicato la lettera a Bush sul suo sito www.michaelmoore.com, da cui chi firma questo pezzo l’ha estratta, tradotta e pubblicata per gentile concessione dello stesso Moore.
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Sommario anno XII numero 4 - aprile 2003