genazzano
Il
Castello di Genazzano
(Tania Simonetti - Marco Cacciotti) - Il castello Colonna di
Genazzano, è stato costruito da Oddone Colonna, poi papa, col nome di
Martino
V, intorno al 1425 su una rupe e sui resti di una precedente costruzione
turrita. Fu feudo dei Colonna sin dal sec. XIII (secondo alcuni,
dall’inizio del sec. XII). Incamerato da Eugenio IV (1436), fu
recuperato dai Colonna nel 1447.
Tolto loro da Alessandro VI per darlo a Giovanni Borgia (1501, anno in cui
il castello fu ampliato), i Colonna lo riebbero alla morte del Papa
(1503).
Confiscato da Paolo III (1556), fu recuperato dai Colonna nel 1549 che lo
rinnovarono. Di nuovo confiscato da Paolo IV nel 1556 ed assegnato ai
Carafa, fu preso nello stesso anno dal duca d’Alba. Tornò ai Colonna
nel 1562 e rimase loro. Il castello fu completamente ristrutturato intorno
al 1665 ad opera di Antonio Del Grande (attivo a Roma e nei dintorni, tra
il 1647 e il 1671).
La porta merlata della cittadina è serrata fra una torre e un baluardo.
All’interno si conserva il castello Colonna: la dimora era un tempo
ricca di capolavori, ora alla Galleria Colonna di Roma, tra i quali la Tentazione
di sant’Antonio di un seguace di Hieronymus Bosch (1450-1516) e il
ritratto di Lucrezia Tomacelli Colonna, attribuito al
Van Dyck (1599-1641).
Il primo documento in cui si fa menzione del castello di Genazzano è un
atto di donazione compilato il 10 maggio 1022 dallo “scrinarius
Benedictus civitatis Prenestine” inserito nel regesto sublancense con il
quale Giovanni di Pier Domenico “habitatores in castellum Genazzano”
dona alla badia di Subiaco i fondi del castello di “ Silva major di
Genazzano”.
Il castello fu feudo, di Oddone Colonna e di suo cugino Gregorio, fin
dall’anno 1053 ed è sicuramente a loro che dobbiamo far risalire l’incastellamento
dell’urbe, nasce così la rocca difensiva nella zona più a nord e più
elevata della collina tufacea ove all’interno, in prossimità del
castello, sono costruite le prime abitazioni; il sistema difensivo è
impostato sulle scarpate rocciose naturali, in modo da garantire
dall’alto il controllo dell’intero perimetro. La parte attualmente
seminterrata dell’ala orientale del castello, dove troviamo capitelli
con figurazioni geometriche e volte a crociera eseguite con piccoli conci
in pietra di fattura medioevale, insieme con le torri diagonali,
costituiva il primo nucleo della fortezza.
La vecchia torre posta all’angolo nord-est, metteva in comunicazione il
castello con la strada che, ai piedi della rocca, ricalcava il percorso
dell’antica via Claudia.
Fino
a tutto il XIV sec. il castello viene ampliato nel lato nord.
Testimonianze dell’ampliamento sono: a piano terra, la pavimentazione di
grosse lastre regolari di pietra, i pilastri e gli archi ribassati, in
conci squadrati di pietra, inglobati nella parte risparmiata dal
bombardamento ed il locale delle riserve alimentari con giara affogata nel
pavimento,al primo piano, affiorante sotto lo strato d’intonaco, il
portale “aragonese” in pietra lavorato, simile a quelli della casa
Apolloni subito fuori la rocca.
Nel 1417 Papa Martino V commissionava la costruzione del “palazzo del
Signore” accanto alla preesistente architettura militare, facendo
demolire parte del castello e lasciando quella, detta “il castelluccio”,
a disposizione dei suoi ministri. Il nuovo edificio, ubicato a ovest, fu
progettato secondo criteri di simmetria e propozione, con pianta
rettangolare dimensionalmente proporzionata all’alzato, caratterizzato
esternamente dalle aperture incorniciate in marmo.
Al piano inferiore le finestre sono ad arco, mentre a quello superiore
sono a croce guelfa poggianti su di una cornice che marca l’orizzonte e
nega lo slancio verticale gotico. Le sale di rappresentanza hanno un
arredo fisso di camini e sedili in marmo posti nei vani finestra, la
copertura del piano inferiore è a volte con unghiature. Dal lato ovest
l’edificio si stagliava maestoso nello spazio con consistenza plastica,
nonostante abbia subito un ampliamento nell’angolo nord-ovest. Il primo
agosto 1426 Martino V nella sala principale del nuovo Palazzo di Genazzano,
alla presenza di Cardinali, ricevette Antonio da Collerio, ambasciatore
del Conte Giovanni d’Armagnac, il quale abiurò lo scisma.
L’11 gennaio 1447 Antonella Cantelmi Colonna, moglie del principe
Antonio, dettò testamento nel palazzo di Genazzano, nella stanza detta
“la camera dello Papa”. Essendo da queste testimonianze gia ultimato
nel 1426, il palazzo rimane un prototipo architettonico della cultura
umanistica, un antecedente del Palazzo rinascimentale. Qui la
residenza del signore, come teorizzerà l’Alberti con l’armonia delle
proporzioni e la bellezza delle forme architettoniche e delle opere
d’arte che l’adornano, si contrappone l’aspetto minaccioso della
fortezza preesistente. Residenza e fortezza assumono planimetricamente una
regolare configurazione ad “U” aperta verso la città, si crea quindi
un luogo destinato a cerimonie e parate, un’estensione del Palazzo, una
corte d’onore, dove la fontana ottagonale, ornata da teste di satiri, ed
il pozzo ne sono l’arredo. Il 30 luglio 1501 Papa Alessandro VI Borgia
con Cardinali, 50 cavalli e 100 fanti, mentre il cielo tempestoso
irrompeva con tuoni, fulmini e pioggia, prese possesso del feudo colonnese
di Genazzano, e lo assegnò il 17 settembre dello stesso anno a suo figlio
Giovanni, Il Valentino.
Quest’ultimo possedette il castello solo nominalmente senza mai
visitarlo, ciò nonostante vi fece eseguire opere di fortificazione,
sopraelevando la parte orientale rafforzando i pilastri, gli archi e le
volte realizzate in concrezione, della zona medioevale seminterrata. Nel
1503, alla morte di Papa Alessandro VI, il feudo fu assegnato a Pompeo
Colonna, il quale, essendo in corso i lavori di ampliamento del castello,
avendo forse chiamato il Bramante a Genazzano, gli commissionava la
sistemazione del portico nel cortile. Se possiamo ritenere che il terzo
livello è stato aggiunto nel 1639 dal Cardinale Girolamo Colonna (ornò
di quattro statue, poste negli intercolumni, il secondo livello), è
evidente che il primo è stato trasformato successivamente alla
realizzazione dell’ordine rinascimentale sovrastante.
Nel 1568 Marcantonio Colonna, con mattoni provenienti dalle fornaci di
Anagni, fece costruire verso nord, con vista sul palco un loggiato con
archi leggermente ellittici (che verrà poi centralmente bombardato),
facendovi affrescare immagini di castelli dipendenti da Genazzano, nella
parte a oriente quelli siti nell’area abruzzese ad occidente quelli
dislocati sui monti Lepini. Gli ambienti posti tra questo e il loggiato
del cortile, vengono nuovamente ristrutturati con l’aggiunta di finestre
ovali, nicchie, stucchi, grazie all’aiuto economico di altri distretti
colonnesi. Le stanze dell’ala orientale sono coperte con volte a schifo,
eccetto la sala di rappresentanza, la cui volta a padiglione,
d’inusitate dimensioni, è di ardita fattura in quanto realizzata con
mattoni in foglio. I soffitti al piano primo dell’ala est sono in legno
a cassettoni, decorati con stemmi binati, di cui uno è la colonnina della
famiglia Colonna. Il Cardinale Girolamo Colonna, succeduto al padre nel
1639, costruito il suddetto loggiato del cortile, che riporta il suo nome
nella grande iscrizione in mosaico che corre tra il secondo e il terzo
livello, nel 1663 al piano primo dell’ala est fece costruire ed
affrescare interamente la cappella con grandi scene sacre e squarci di
paesaggio. Nel secolo XVIII viene costruita l’elegante balaustra che
chiude a sud il cortile, divenuto ormai spazio privato e non più centro
della comunità urbana. Nel 1829 a spese della comunità e del principe
Aspremo Doria-Colonna, si restaura il ponte-acquedotto che unisce il
palazzo all’ampio giardino. Il castello, giuntoci così superstite dalle
molte battaglie medioevali ed assedi, ha subito i primi dissesti nel 1915
causati da un terremoto, con epicentro in Avezzano, di intensità
dell’ottavo grado della scala Mercalli.
Lasciato poi in uno stato di completo abbandono per almeno 40 anni, il
castello viene acquistato per 150 milioni dal comune di Genazzano (ottimo
esempio di tutela dei beni storici) con un contributo
dell’Amministrazione Provinciale di Roma, il cui Servizio Restauri
dell’Ass. P.I. e Cultura ha dato inizio nel 1983 ai lavori di
consolidamento statico e di ordinaria manutenzione. Per rendere il
castello totalmente disponibile alla collettività occorrerebbe ricreare
il collegamento funzionale fra le divise ale “Borgia” e “Martino
V”, senza annullare però la memoria del tragico evento.
comunicato
stampa
Anteprima
“Xenophia” - omaggio ai lettori
In seguito all’ottimo riscontro ottenuto da “Dance Project”,
precedente album della band Xenophia (premiato tra l’altro con la
coccarda “V.I.P.” dalla prestigiosa rivista di settore “Cubase
Magazine”), la F.I.D.J.A.S.-
Federazione Italiana DJ, Animatori e Speakers
comunica con piacere di aver ottenuto in esclusiva l’anteprima dei due
nuovi CD della band: il primo (“Electro Dance Ambient”) contenente
brani electro dance in lingua inglese e destinato al mercato nord-europeo, il secondo (B/W CD) include invece brani pop rock in italiano
con uscita da definirsi. Anche in questi due lavori tutte le canzoni sono
state scritte ed interpretate da Paolo Del Prete (chitarra, tastiere,
basso, drum, rap) e M.Giovanna De Santis (voce, cori,
batteria, sampler) e sono state registrate presso “Xenophia Studios”.
Gli Mp3 contenenti le anteprime possono essere scaricati gratuitamente dal
sito della F. I. D.J .A. S. (www.fidjas.com). OMAGGIO AI LETTORI:
Sono stati stampati un numero limitato di cd-promo che verranno inviati
gratuitamente (fino ad esaurimento scorte) ai lettori che ne faranno
richiesta scrivendo alla F.I.D.J.A.S., Via Sistina 121- 00187 Roma oppure inviando un SmS
con indirizzo al 348 061 0687, specificando quale dei due promo cd si
desidera ricevere.
Via Sistina, 121 - 00187 Roma - Tel,06/4781 8470 - Fax:06/4781 8444 |