ariccia
La
santità femminile nella pittura del Seicento
(Luca Ceccarelli) - La mostra sulle Donne di Roma.
Dall’Impero alla fine dello Stato Pontificio che si tiene al Palazzo
Chigi di Ariccia fino al 15 giugno propone alcune opere davvero notevoli,
tra cui va ricordata la Beatrice Cenci di Guido Reni. Il tema è tuttavia
troppo ampio, forse, e si finisce per restare sul generale, presentando
una vasta rassegna che va dalla statuaria dell’epoca romana
all’Ottocento. Decisamente interessante è, tuttavia, la sala dedicata
ad arte e santità nel Seicento. Una tela di Andrea Sacchi raffigura Santa
Caterina da Siena, co-patrona d’Italia. La Santa è rappresentata nella
positura tipica, nell’iconografia pittorica, di San Gerolamo (in primo
luogo, quelli celeberrimi di Caravaggio. Uno, il San Girolamo in
meditazione, conservato nella Pinacoteca del Monastero di Santa Maria
di Montserrat, l’altro, il San Girolamo scrivente, conservato
nella Galleria Borghese a Roma) contemplando il teschio e il Crocifisso.
Qui, rispetto al Caravaggio, alla luce discreta che teneva in penombra i
lineamenti del Sant’uomo pensoso, subentra l’accentuazione tipica del
barocco dell’emozionalità, con la Santa dal volto pallido e scavato e
gli occhi smunti. Sull’immagine della scrittrice cristiana che scriveva
vibrate lettere al Pontefice per esortarlo a tornare a Roma, subentra la
mistica che morì a soli trentatré anni consumata dalle penitenze. Di
diversa epoca, ma di impostazione poetica non dissimile, è la Sant’Agnese
che rifiuta gli idoli di Andrea Camassei, conservata nella Galleria di
Palazzo Barberini a Roma. Agnese è una santa martire del Cristianesimo,
che nel III secolo, ancora adolescente pagò con la vita la sua mancata
defezione dalla fede cristiana. Nell’agiografia cristiana rappresenta
l’esempio emblematico di purezza e castità. La tela del Camassei, in
cui è raffigurata con gli occhi lustri rivolti verso il cielo, in uno
stato simile al deliquio, fa pensare ad una riproduzione di realismo assai
spinto derivante da scene tipiche delle processioni dell’epoca. In tal
modo, l’eroina cristiana che, rifiutando le seduzioni di più di un uomo
andò incontro alla morte, non costituisce più un esempio inimitabile, ma
l’immagine di qualcosa a cui ogni donna, attraverso la fede e
l’abnegazione, può pervenire.
Non meno interessante è la tela di Benedetto Luti, capofila della pittura
romana del Settecento, conservata nella Collezione Lemme, raffigurante un
miracolo della Beata Ludovica Albertoni. Questa nobildonna romana vissuta
tra la seconda metà del XV e la prima metà del XVI secolo, sposata
contro la propria volontà al nobile Giacomo della Cetera, a cui diede tre
figlie, una volta rimasta vedova, a 32 anni, entrò nel Terzo Ordine
Francescano, e qui si dedicò infaticabilmente ad opere di carità,
visitando e aiutando i poveri ammalati nelle loro misere case e
provvedendo una dote alle ragazze povere, e insieme questo, a intense
penitenze e devozioni, fino a raggiungere l’estasi mistica. Dopo la sua
morte, avvenuta nel 1533, si sviluppò intorno a questa donna un’intensa
devozione popolare, suggellata, prima che dalla beatificazione conferitale
dal Papa Clemente X nel 1671, dalla sua rappresentazione scultorea in
stato di estasi da parte di Gian Lorenzo Bernini, nel capolavoro nella
chiesa romana di San Francesco a Ripa. Nella tela, di gusto settecentesco,
dipinta quando la santa donna era stata già beatificata, viene
rappresentato il miracolo della guarigione di una bambina moribonda che
permise a Ludovica Albertoni di pervenire al privilegio della
beatificazione.
Non meno interessante è la tela di Carlo Maratti, pittore che visse a
cavallo tra gli ultimi decenni del Seicento e i primi del Settecento, con Santa
Francesca Romana e l’angelo. Santa Francesca Romana era una nobile
vissuta tra il 1384 e il 1440, che venne sposata a soli tredici anni ad un
altro nobile, Lorenzo de’Ponziani, a cui diede tre figli. Un itinerario,
il suo, non troppo dissimile da quello di Ludovica Albertoni, da un
matrimonio non voluto ma accettato con serena rassegnazione a una vita di
instancabile carità unita alla devozione, che rese il suo palazzo meta
permanente di derelitti di ogni genere, e rese la sua figura celebre nel
popolo romano (presso cui acquistò fama, familiarmente, come
Franceschella, o Ceccolella) e la portò a fondare, nel 1425, la
congregazione delle Oblate Olivetane di Santa Maria Nuova, a Tor de’
Specchi, presso la cui clausura anche lei si ritirò a vivere quando, nel
1425, aveva perso ormai il marito e due dei tre figli. Anche lei, non
diversamente da Ludovica Albertoni, venne canonizzata molto tempo più
tardi, nel 1608. Il dipinto del Maratti, di pregevole fattura, tende a
dare tuttavia a questa figura di santa popolare un aspetto esaltato,
distanziandola, a differenza della Sant’Agnese del Camassei,
dall’immaginario popolare.
frascati
Premio
Nazionale di Poesia
(Comunicato Stampa) - Il Comune di Frascati indice il 43°
Premio Nazionale di Poesia Frascati “Antonio Seccareccia”.
1 Possono partecipare libri di poesia in lingua italiana editi in
Italia dal 1 Gennaio 2001 al 31 Maggio 2003.
2 Le opere partecipanti dovranno pervenire in 12 copie alla
“Segreteria del Premio Nazionale di Poesia “Frascati”- presso la
Biblioteca Comunale (Scuola Media N.Sauro)- Via M. D’Azeglio 00044
Frascati (RM) entro e non oltre il 20 Giugno 2003.
3 Le opere dovranno essere accompagnate da una lettera su cui sono
chiaramente indicati: nome- cognome- indirizzo- recapito telefonico
dell’autore.
4 Le opere inviate non saranno in alcun modo restituite.
5 Non possono concorrere opere inviate nelle edizioni precedenti.
6 Il Comune di Frascati si riserva il diritto di curare la
pubblicazione di una antologia delle poesie premiate, senza obbligo di
corrispondere compensi all’autore.
7 Il vincitore è tenuto a presenziare alla cerimonia di
premiazione e a ritirare personalmente il premio.
8 La Giuria si riserva la facoltà di assegnare il premio anche ad
un autore che non abbia presentata la propria candidatura .
9 Le opere saranno giudicate dalla Giuria dei Critici, che
selezionerà una terna di finalisti e insieme alla Giuria dei Giovani proclamerà
il vincitore.
10 La Giuria dei Critici è formata da: DOMENICO
ADRIANO, ROSALMA SALINA BORELLO, ELENA CLEMENTELLI, ARNALDO COLASANTI,
MARIA IDA GAETA, ANDREA GAREFFI, LUCIANO LUISI, RAFFAELE MANICA, RENATO
MINORE, RENZO NANNI, UGO REALE.
11 La Giuria dei Giovani è formata da un rappresentante di
ciascuna delle seguenti scuole: SCUOLE MEDIE STATALI UNIFICATE DI
FRASCATI, ISTITUTO TECNICO AGRARIO “EUROPA UNITA”, ISTITUTO TECNICO
COMMERCIALE “BUONARROTI”, ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “ENRICO
FERMI”, ISTITUTO TECNICO PROFESSIONALE “PANTALEONI”, LICEO CLASSICO
“ M.T. CICERONE”, LICEO LINGUSTICO “MAESTRE PIE FILIPPINI”, LICEO
BENEDETTO XV, UNIVERSITA’ DI TOR VERGATA-FACOLTÀ DI LETTERE
12 Il Comune di Frascati fornirà n. 200 copie di ciascuna opera
dei tre finalisti selezionati dalla Giuria dei Critici.
- Le scuole del territorio, con il coordinamento dei propri insegnanti,
approfondiranno lo studio delle opere selezionate ed incontreranno gli
autori in tre distinti appuntamenti presso le Scuderie Aldobrandini.
- I tre finalisti, per tali occasioni, saranno ospiti della Città di
Frascati.
- Il vincitore riceverà dal Comune di Frascati un premio di euro 3.100,00
ed un omaggio in vino DOC offerto dal Consorzio Tutela Denominazione
“Frascati”
La cerimonia di premiazione si terrà il giorno 29 Novembre 2003,alle ore
18,00 presso le Scuderie Aldobrandini - Piazza Marconi n.6 - 00044
Frascati
Per informazioni : SEGRETERIA DEL PREMIO Biblioteca Comunale, Piazza
Marconi, 3 - 00044 Frascati -
Tel.e Fax. 06\ 9420288 - E-MAIL: bicom.frascati@sirio.regione.lazio.it
SEZIONE STUDI CRITICI
1) Per onorare la memoria di Antonio Seccareccia, nella cui opera
continuamente è presente la tematica dell’emigrazione, viene assegnato
un premio, dell’ammontare di euro. 520,00, a studi critici che pongano
in evidenza come l’emigrazione sia stata vissuta nella letteratura del
Novecento.
2) Per onorare la memoria di Italo Alighiero Chiusano, che nella sua
poliedrica attività letteraria, è stato anche illustre germanista, viene
assegnato un premio dell’ammontare di euro 520,00, a studi critici sulla
letteratura tedesca contemporanea.
3) Le opere concorrenti dovranno pervenire, in 4 copie, entro e non oltre
il 30 giugno 2004, presso la Segreteria del Premio.
4) L’attribuzione del Premio è abbinata alla premiazione relativa
all 44ma edizione del Premio Nazionale di Poesia Frascati.
genzano
“ne
delicta remaneant impunita”
(Alessio Colacchi) -
Sabato 5 Aprile presso l’aula consiliare del comune di Genzano è stata
svolta una conferenza dal titolo ne delicta remaneant impunita,
relativa al tema della carcerazione nello Stato Pontificio.
Presenti vari periti, tra cui David Armando del CNR, dirigenti
dell’Archivio di Stato di Roma, tra cui Michele Di Sivo, e Dimitrij
Ticconi (dottorando in storia dell’architettura), i quali hanno
collaborato con la Regione Lazio ed il comune di Genzano per promuovere la
conoscenza delle condizioni che erano vissute nelle carceri dello Stato
Pontificio nei secoli scorsi. Ad essa era correlata una mostra, inaugurata
lo stesso giorno, che presentava lo stesso materiale che era stato
chiamato in causa durante la conferenza. Tra tutte le notizie, oltre alla
descrizione delle strutture carcerarie presenti a Genzano, anche la
narrazione di un evento, accaduto il 12 Febbraio 1772, ovvero l’ultima
esecuzione capitale attuata nello stato della chiesa ordinata sulla base
di un diritto medioevale (quello baronale).
Si tratta dell’esecuzione di Ciriaco Musacchi, esempio di una serie di
ingiustizie che le nostre zone vivevano in un’epoca oscura, durata
secoli e terminata solo poco più di un secolo fa (i diritti baronali
furono aboliti infatti solo nel 1816).
Oltre a tutto ciò però si è parlato anche delle ingiustizie commesse
nelle carceri del Vaticano, quali il carcere di via Giulia (il primo
carcere moderno, del 1656), e quello di San Michele, aperto nel 1703.
castelli
romani
Falchi
bebé al Parco dei Castelli
(Silvia Cutuli) - Il Parco Regionale dei Castelli Romani ha
ospitato un evento unico nel suo genere: la nascita tra la vegetazione, di
due cuccioli di falco pellegrino.
Il Parco si estende su un’area di circa 9.500 ettari nei territori di
quindici comuni dei Colli Albani: Albano Laziale, Ariccia, Castelgandolfo,
Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte
Porzio Catone, Montecompatri, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora e Velletri.
Gli ambienti del Parco sono diversificati: colline di vigneti e oliveti,
aree montane coperte di fitti boschi di castagno, zone con prati, due
laghi (Lago Albano e di Nemi). Tale caratterizzazione del territorio,
deriva dalla particolare morfologia dell’area con rilievi collinari e
montuosi, disposti a doppia cinta concentrica, a quote che vanno dai 200
ai 950 metri sul livello del mare. Tutto ciò è una conseguenza
dell’intensa attività del Vulcano Laziale, nella zona in questione.
È nei pressi di Castelgandolfo che sono venuti alla luce i duefalchi bebé.
Il Parco Regionale dei Castelli Romani ha elaborato il progetto di tutela
“Nido con vista” per seguire l’evoluzione dei volatili. Ciò sarà
possibile grazie ad un sistema video, nascosto tra la vegetazione della
roccia in cui si trova il nido.
Al Centro Congressi Alba Longa si è tenuta la presentazione del progetto
di tutela. Durante la presentazione sarà possibile ammirare i volatili
nel loro nido.
Dopo il sopralluogo a distanza del nido, il progetto verrà presentato con
il corredo di brevi filmati: dall’installazione delle telecamere alla
nascita dei piccoli. Le immagini della coppia di falchi pellegrino,
sorvegliati e curati da biologi e dalle guardie del Parco, saranno
trasmesse in diretta su un grande schermo.
L’evento ha interessato anche esponenti del Ministero dell’Ambiente,
dell’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio e della Provincia di
Roma, nonché responsabili delle aree protette regionali e del Parco
Regionale dei Castelli Romani. |