marino
La
terapia del diabete nel 3° millennio
(Patrizio Tatti) - Il 18 aprile a Marino, ospite del
Direttore della U.O. di Endocrinologia e Diabetologia, dr Patrizio Tatti,
il dr. Lars
Klinelke,
noto scienziato e Direttore Medico di una importante Ditta che produce
infusori insulinici, ha descritto lo stato attuale della terapia con tali
strumenti ed ha presentato il probabile scenario di terapia per questo
secolo, che probabilmente inizierà gia dal 2005-6.
Il simposio si è composto di 4 interventi. Ha aperto il dr. Tatti che ha
presentato l’importante Ospite, ed ha sinteticamente illustrato in un
quarto d’ora i principi di fisiopatologia della malattia necessari per
comprendere il funzionamento dei microinfusori, chiarendo che attualmente
questo strumento è l’unico in grado di riprodurre esattamente le
modalità di secrezione del pancreas umano (si veda la tabella acclusa in
figura).
Il dr. Tatti ha ricordato che la U.O. di Endocrinologia e Diabetologia
della A.U.S.L. RMH è un centro di riferimento per la applicazione di
microinfusori, ed ha un team dedicato composto da un medico, un infermiere
professionale, uno psicologo ed un dietista.
Successivamente è intervenuto il dr. Krinelke, che non parla italiano,
per cui la traduzione è stata effettuata in diretta dallo stesso dr.
Tatti. L’ospite ha inizialmente descritto vantaggi e limiti del
microinfusore, la logica di uso e la meccanica degli attuali strumenti.
Successivamente il dr. Krinelke ha presentato una serie di dati sullo
stato avanzato di realizzazione di un dispositivo che può leggere in real
time la concentrazione di glucosio direttamente nel tessuto
sottocutaneo, cioè nella zona direttamente in contatto con le cellule,
con metodica che rileva le variazioni viscosimetriche, ed ha spiegato i
vantaggi che questo tipo di monitoraggio dovrebbe avere rispetto al
controllo della glicemia nel sangue. Inoltre il dr Klinelke ha presentato
in anteprima i prototipi di alcuni misuratori delle glicemia non invasivi
ed ha parlato realisticamente della possibilità di accoppiare questi
strumenti che hanno altissima precisione e quindi non necessitano di
taratura frequente, con le pompe di infusione. Dai dati che ha presentato
sembrerebbe che la tecnologia di misurazione della glicemia e di
erogazione di insulina siano ormai avanzatissime e che il principale
problema restante sia quello di trovare un algoritmo (una formula
matematica) in grado di indurre una infusione di insulina adeguata al
livello glicemico individuato simultaneamente dal sensore. Tale
operazione, in teoria semplice, è in realtà estremamente complessa se si
pensa che oltre la secrezione di insulina ci sono molte altre interferenze
sul valore glicemico che un algoritmo non può prevedere (ad esempio
attività fisica, stress, alimentazione, farmaci, etc). Comunque il dr
Krinelke ha spiegato che il problema verrà probabilmente risolto con
l’uso di un sistema esperto, cioè un microcomputer in grado di
accumulare “esperienza” in base alle risposte osservate nella singola
persona. Il futuro del diabete tipo 1 (un tempo definito
insulino-dipendente) stà quindi nell’uso di questi sistemi esperti che
saranno però parzialmente aperti, cioè riceveranno di volta in volta
dall’utente le informazioni necessarie per aggiustare la risposta, quali
la intenzione di fare attività fisica, di fare un pasto leggero od
abbondante e cosi via.
Ha poi parlato il dr. De Risio, psicologo clinico che lavora nella U.O. e
che si stà occupando del problema psicologico delle persone diabetiche
che vogliono usare l’infusore e che quindi debbono “ripensare la loro
vita”, uscire dagli schemi di rigida osservanza delle prescrizioni
mediche e che avranno quindi una migliore qualità di vita.
Paradossalmente proprio queste persone che divengono protagoniste della
malattia hanno bisogno di supporto per poter godere in pieno dei benefici
e contemporaneamente proseguire nel regime di controlli necessari per una
gestione ottimale dello strumento.
Infine il dr Chiapparini, product manager nel campo ha illustrato
lo sviluppo tecnologico nel campo dei microinfusori, e la versatilità e
potenza dei modelli più recenti.
monte
porzio catone
Orchidee
in centro
(Giordano Criola) - Coltivare orchidee è, a torto,
considerata una faccenda da esperti. In realtà si tratta di un piacevole
hobby che può regalare soddisfazione anche
ai meno esperti. Ci si può avvicinare alla coltivazione di queste
splendide piante, senza necessariamente dover disporre di una serra o di
costose attrezzature. Moltissime orchidee, infatti, si prestano alla
coltivazione in casa, senza portare via troppo tempo o risorse. La
moltitudine di varietà coltivabili garantisce una scoperta continua di
forme, colori e profumi e dà la possibilità di ritrovare quel legame con
la natura, troppe volte dimenticato.
È con questo spirito che nei giorni che vanno dal 24 al 27 aprile, Monte
Porzio ha proposto una delle sue numerose iniziative: “Orchidee in
centro”. Questa manifestazione, arrivata all’ottava edizione, può
fregiarsi del titolo di mostra intercontinentale, e anche se a dirlo
sembra strano, è conosciuta in molte zone d’Europa e del mondo. La
mostra è allestita lungo un percorso che si articola per tutto il centro
storico del paese. Vi sono ben trenta punti in cui ci si può recare per
ammirare questi coloratissimi fiori che arrivano da ogni parte del mondo.
Non è affatto raro, infatti, notare orchidee provenienti dall’Ecuador,
da Taiwan, dal Belgio e da molti altri paesi. Le cantine, di cui il centro
storico abbonda, sono state quindi trasformate in una miriade di minuscoli
“musei-bonsai”. In ognuna di esse, vi è una ditta (quasi tutte a
conduzione famigliare) che mette in mostra i propri prodotti. Ve ne sono
alcune veramente interessanti, con innumerevoli specie diverse, ma tra
tutte, forse la più particolare, è quella della parigina Valerie Lavault:
infatti non si tratta in questo caso di orchidee, ma di gioielli
realizzati con oltre cinquanta specie di orchidee vere ricoperte in oro
(24 carati). La cosa che comunque colpisce di più, oltre ai numerosi e
variopinti colori, è il profumo che pervade tutta la parte antica del
paese, un profumo inebriante che rende ancora più gradevole la visita.
Tra le numerose cantine visitabili, ci sono anche punti non dedicati alle
orchidee: c’è da segnalare il laboratorio di ceramica e quello di
scultura in terracotta realizzato dalla scuola elementare G. Carducci. Per
concludere va fatto un elogio all’area delle “Poste Italiane”,
dedicata ad un annullo speciale personalizzato per la mostra;
indubbiamente gradito a tutti gli appassionati di filatelia.
Il
fascino dell’orchidea
(Mauro Lodadio) - Chi non è mai stato incantato dal fiore
dell’orchidea? Proprio la differenziazione di quest’ultimo, porta ad
attirare la nostra attenzione. Pochi sanno che l’orchidea può trovarsi
vicino a casa propria, ai bordi di una strada di campagna, nelle vicinanze
di una spiaggia. Le orchidee del nostro paese non hanno nulla a che vedere
con quelle tropicali, nello stesso tempo sono ugualmente colorate e
affascinanti. D’altronde tutte le piante vanno apprezzate e rispettate.
La famiglia delle orchidee è molto numerosa: si possono contare circa
30.000 specie, sparse un po’ ovunque sulla Terra, negli ambienti più
diversi: dal livello del mare sino a circa 4000 metri di altitudine, fanno
eccezione solo le zone prettamente desertiche e quella artiche. Purtroppo
sono piante estremamente specializzate, ovvero la loro esistenza è legata
strettamente all’habitat. Un’alterazione rilevante dell’ambiente può
significare l’estinzione per molte specie. Molte orchidee hanno bisogno
di un particolare tipo di terreno, altre non vivono senza una determinata
condizione di temperatura, di luce o di umidità. Alcune specie, inoltre,
cadono in una sorta di letargo, ed hanno bisogno di un incendio delle erbe
secche del suolo e un periodo di piogge per poter risvegliarsi e
continuare la propria vita. La forza della natura…
Possiamo trovare, quindi, orchidee terrestri (nei boschi, nei
prati, vicino alle paludi, ecc.), orchidee epifite (quelle che
vivono ancorate agli alberi), orchidee del sottosuolo (quelle
sotterranee). Il termine orchidea proviene dal greco “Orchis”,
ovvero “testicoli”, usato per la prima volta da Teofrasto, ed è
riferito ai due tubercoli radicali, presenti in molte piante di questa
famiglia. La famiglia delle Orchidaceae è probabilmente la più grande,
anche se l’uomo ha prodotto molti ibridi, che ha portato
all’allargamento della stessa specie. I fiori di queste piante hanno
colori molto vari: si va dal bianco puro fin quasi al nero, attraverso
tutti i colori dello spettro. I colori meno comuni sono il blu ed il nero,
quelli più comuni il bianco e il rosa con tutte le sue sfumature. Anche
per il profumo, vi sono ampie variazioni: da fiori assolutamente inodori,
a quelli delicatamente o fortemente profumati. Molte emanano anche degli
odori sgradevoli. Nelle orchidee vi sono tre stami e tre pistilli che non
sono separati, ma sono saldati a formare una struttura, detta colonna,
tipica di questa famiglia ed assente in tutte le altre. Il frutto è una
capsula che impiega da alcuni mesi a quasi un anno per maturare. I semi,
trasportati dal vento, germinano e si sviluppano solo se vengono a
contatto con un fungo microscopico in un ambiente adatto. Per quanto
riguarda le dimensioni, le orchidee variano da pochi millimetri a diversi
metri di altezza e del peso di una tonnellata. Alcune specie non
possiedono foglie e la fotosintesi si svolge nelle radici molto
sviluppate.
xi
comunità montana
Fondi
ai giovani per conoscere l’Europa
(Laura Frangini) - È ancora aperto l’invito della Comunità
Montana per la partecipazione al bando europeo Youth (Gioventù), che
finanzia scambi culturali di ragazzi fra i 15 e i 25 anni con i loro
coetanei europei. Lo scambio può avvenire tra associazioni o singole
persone, per ragioni di volontariato o di interesse culturale.
L’importante è che, attraverso progetti comuni in campo ecologico,
sportivo, artistico o sociale, fra i giovani delle diverse nazioni europee
si instauri un confronto capace di rafforzare
il senso di appartenenza ad un unico organismo che è l’Europa unita.
Sul sito www.gioventù.it, sono descritte dettagliatamente tutte le
iniziative possibili e le relative scadenze per la presentazione delle
domande.
Con uno stanziamento di 135 mila euro, l’XI Comunità Montana si è
impegnata a contribuire al bando Youth, assegnando risorse integrative
alle proposte che saranno accettate da Bruxsells, ma solo per i giovani
residenti nei paesi del territorio montano (area Tuscolana e
prenestina, vd. elenco comuni sul
sito www.xicomunitamontana.lazio.it ).
Per accedere al contributo integrativo, i ragazzi interessati dovranno
presentare agli uffici dell’Ente Montano di Rocca Priora, la lettera con
cui la Comunità Europea avrà approvato il progetto presentato con il
bando Youth. In questo modo avranno diritto automaticamente al contributo
integrativo.
Per informazioni, telefonare allo 06 9470820 - Agenzia di Sviluppo XI
Comunità Montana.
rocca
priora
Colazione
di Pasqua al bar Tuccio
(Nicola Pacini) - La colazione di Pasqua al bar Tuccio è
ormai entrata nella tradizione. Sono anni che il simpatico Paolo offre ai
cittadini, la domenica di Pasqua, torte, cornetti, ciambelloni, salame,
pizzette, tutto gratis, lungo il marciapiedi di fronte al santuario della
Madonna della Neve. Da questa Pasqua anche la confraternita di s. Antonio
abate ha preso l’iniziativa di offrire la colazione ai cittadini, nella
piazza antistante la parrocchia s. Maria Assunta. La cosa non disturba
affatto Paolo Tuccio, che dice, anzi “sarei contento che tutti i bar di
Rocca Priora facessero altrettanto”. Noi siamo stati i primi a iniziare
questa tradizione e ci auguriamo che questo aiuti il nostro paese ad un
rilancio turistico. La centenaria confraternita di s. Antonio abate, con
il camerlengo storico Ernesto Ulisse e il presidente Franco Martini è
molto amata dai roccaprioresi, non soltanto per la festa del Santo che
organizza ogni anno con grande seguito, ma anche per le molte iniziative
sociali che riesce a portare avanti, grazie al contributo di tutti i
confratelli. |