Sangue!
Uno squarcio nell’aria e suoni di sirene.
Di corsa in un rifugio.
Nella strada braccia che si tendono
bagnate di sangue.
La desolazione di una città,
le case ormai stanche si piegano all’odio.
All’orizzonte spettacolo di luci,
lì si muore.
Ed un muro sporco.
Ancora sangue.
Gelsino Martini
Diciottesimo
Eppure la mia mano altresì sicura
Stringeva tronfia la mia sicumera
Così stretta la presa ed unica paura
Si sbriciolasse d’umido la prigioniera.
E l’ho riaperta al culmine dello sgomento
Cercando poche briciole per quanto sia
Che avrei aggiunto zucchero a segale e frumento
O forse in preda all’odio l’avrei soffiate via.
Invece non v’è nulla, neanche umidità
La mia clessidra spoglia della bianca sabbia
Segnala con temibile loquacità
Che all’infinito ormai vedrò al mattin la nebbia.
E allora bevo dal calice della malinconia
Che so che più ne bevi più se ne ricrea
E Lapalisse mi insegna, non fu colpa mia
“prima di te ricordati la sua peggior nomea”
dario
Soffro il dolore
Soffro il dolore
cui non sono avvezzo
Soffro il calore
che non ricordo
ma che avverto
straordinario
Soffro la nostalgia
nuova ed eterna
di me
Soffro la musica
piena e vibrante
Soffro il tempo
passato e futuro
contemporaneamente spalmato
in questo presente
sofferto e deliziato
di cui non sono sazio
mai
Armando Guidoni
Ricordi
Tornano i ricordi come per magia
come se non fossero mai partiti:
andati via…
Quando siamo soli cadono su di noi
in uno sconfinato vuoto.
Sono tutti li,
pronti a prenderci per mano
o tagliarci le gambe.
Noi tutti li sentiamo…
Tutti! Belli o brutti ma, solo per alcuni
sono pane da mangiare…
Mario Ceccani
Luogo di potere
Sacra è la montagna
L’ho ritrovata
Si odono gli spiriti avvicinarsi
e l’anima pensare
Potevo guadare la luna e il sole
A terra bisogna rimanere per
poter alzare lo sguardo e scorgere
il cielo all’infinito
Stormi di rondini
Corvi e vento
Gelida mano: non toccarmi il
cuore
Oggi sono solo.... con il mondo
Mario Ceccacci
Son
qui
Son qui
e piango
il mio bellissimo tormento
Armando Guidoni
Alla mamma
Non darmi tutto quello
che ti chiedo,
ma lasciami l’illusione di
sognare su quello che
non ho.
Proteggimi sempre, come quando
ero nel tuo grembo.
Abbracciami anche quando non
lo ritieni necessario.
Aiutami quando sono in
difficoltà.
Dimmi spesso che mi ami.
Tienimi sempre nel tuo cuore.
Giovanna Simonetti
Vorrei vorrei
ma non posso
Vorrei essere un uccello,
per volare in alto
e osservare l’ansietà dell’uomo
che si affanna e si affatica per la vita.
Vorrei essere il sole
ed emanare un raggio per scaldare
e illuminare il cuore delle persone
che sanno calpestare,
ma non sanno amare.
Vorrei essere l’arcobaleno
per colorare queste oscure tenebre,
e abbracciare tutte le persone
che vogliono un mondo migliore,
e fare luce ai potenti
affinché non siano indisponenti.
Vorrei vorrei vorrei ma non
posso
perché sono solo un piccolo mortale
che purtroppo a volte deve anche calpestare.
Franco Cera
Il tuo viso
Traspare dal cielo azzurro
E rosa
Falce di luna smarrita
Succede all’alba un mattino
Pulito
Resta l’odore dell’ombra
Notturna
Sguardo velato senza amore
Mi sono raccolta tutta
Nei tuoi occhi
Ho atteso un abbraccio invano
Ricordo del tuo viso
Illuminato dalla gioia
Disteso dal sapere di me
Del sogno che nasceva
Bagnato dal fiume in piena
Delle parole amorose
Mi hai regalato lacrime
E perle
Emerge dal mare consumato
Eroso di marea senza calore
Il tuo viso
Che ho sognato l’altra notte
Sogno di un sogno
Lieve e delicato
Icona russa dorata e rossa
Morbida barba davanti
Allo specchio della torre
Hai sfiorato la pelle
Che adesso è malata
La pelle bianca
Riconosce solo i tuoi occhi
E si spegne silenziosa
Dolore ormai dell’anima
Vilma Viora
Il vecchio caminetto
Me sento solo, triste abbandonato
Doppo avè fatto tanto a ‘sto monnàccio
M’hanno lasciato qui comme ‘no straccio
Che doppo l’uso ormai s’è consumato.
Ma pe’ centanni cheto a st’angoletto
M’abbuffavo de cennere e tizzoni,
E li fornelli comme dù fiarelli
Coceveno la “Jozza” cor sughetto.
Mentre io, fra le cose più importanti,
Procuravo ‘na càlla a tutti quanti.
Mò nun servo più a gnénte!
So vecchio, so cadente;
Ar tetto nun c’è più la fumarola
Puro la “Cappa” m’è rimasta sola...
M’hanno lasciato a st’angolo scordato
a rimembrà le cose del passato.
Marvin |