Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XII numero 6 - giugno 2003

 I NOSTRI PAESI - pag. 7

rocca di papa
La stampa locale va
(Gianfranco Botti) - Prendi Rocca di Papa, mai fattasi il sangue amaro per un mancato riconoscimento di una fama di dotta, tipo Oxford.
Al presente sforna tre giornali locali. Chapeau! direbbero in Francia. Tanto di cappello! Diciamo noi. Anche per la puntualità che rispettano. Bimestrale per la Spiga e Il Notiziario, mensile per il Segno. In verità quest’ultimo la sta incontrando difficoltà, di tipo finanziario, come capita. L’ha scritto con franchezza, merce sempre rara, nel pubblico e nel privato. Come sempre, quando si apprendono difficoltà - individuali o di gruppo -  se non si è cattivi o invidiosi segue rammarico. Nella fattispecie, rammarico per la vocazione giornalistica di Andrea Sebastianelli, espressa precocemente dai tempi de’ il Rocchigiano. Col rammarico, segue pure chiarezza. Se il Segno stenta, allora non è agganciato a nessuno. Come s’andava insinuando dal suo apparire, in buona o in mala fede. È sicuramente giornale di sinistra, con tutte le perplessità d’espressione che oggi affannano la sinistra. Altrettanto sicuramente non è strumentalizzato, ha ambizioni: va oltre il locale, sente e ricerca il comprensoriale. È aperto: non solo politica, anche cultura, in senso lato intesa. Merita auguri, glieli faccio. Non senza, però, sbilanciarmi in una constatazione amara e confortante insieme. Poichè ogni giornale è lo specchio del fondatore, Il Segno difficilmente navigherà nell’oro. Sebastianelli è uno di quelli che non praticano il compromesso, strumento gettonatissimo per aggiustare i bilanci. Se il Segno è ispirato dalla politica, chi proprio non può farla è Il Notiziario, impedito in quanto portavoce del comitato di quartiere Le Vigne-Sacramento. D’obbligo, allora, attenzione concentrata sul territorio, con segnalazione di problemi e indicazioni di soluzioni. Ordinario rapporto tra una qualsiasi amministrazione e una qualsiasi periferia.
Tuttavia, se il giornale zonale non può assennatamente immettersi politica comunemente intesa, manifestazione di molteplicità e conflitto, pure la politica impeccabilmente si pone, nell’altra eccezione, quella riferita alla cura della realtà comune. Per la stoffa di Simonetta Spaccia, che ha ripreso e rilanciato il giornale fondato con lungimiranza da Aldo Maria Marchese.
L’approfondimento sociologico che in vecchiaia sto compiendo mi fa consapevole del disturbo che arreco alla Presidente ogni volta che ne scrivo bene. Il che (tra parentesi) capita spesso, seguitando ella a meritare, per quanto fa, per come lo fa. Disturbo che si rappresenta in freddezza per l’elogiata. Infatti, sta scritto: “non per i tuoi difetti sarai invisa, essi consolano; per le tue doti raccoglierai malanimo, esse fanno da specchio”. Chi riceve elogi suscita insofferenza, che allontana la collaborazione altrui, di cui abbisogna chi agisce tanto e bene. Una collaborazione fiacca impedisce di fare di più e di meglio, con abbassamento di tono collettivo. Di ciò, ripeto, ho nozione. Pur lo scrivo, con la speranza che la ragione prevalga sull’istinto (specialmente femminile), e ci si convinca che appoggiare chi comunitariamente fa bene non è riduzione di personalità, è buon senso civico.
Altro giornale locale che non fa politica, ma per libera scelta, è La Spiga. Tutto amministrazione e localismo, è un giornale di ristretta redazione, anzi ristrettissima. Dagli ultimi numeri sembra  “a una  penna” sola. Autoreferente  a chi lo fa, come un guanto alla mano. Pregi: carta, colori, distribuzione (che più curata non si può). Limiti: visione unilaterale, orizzonte ridotto, ricerca di consensi. Nonché la pretesa, sfumatamente supportata, di rappresentare la parrocchia storica. La quale parrocchia, per la storia, un suo giornale l’aveva, iniziato con don Giuseppe Gianfranceschi, continuato con don Giancarlo Schiboni, dismesso con don Giovanni Busco all’indomani dell’erezione della seconda parrocchia ai Campi. Era, Comunità Parrocchiale, un buon prodotto, raffinato, per annuncio religioso, aggiornamento pastorale, cultura locale. La cui cessazione seguita a stupire chi sa che il cardinale Ruini incita i cattolici a penetrare nei media e a non perdere la partita dell’informazione. Chi ha a cuore determinate tematiche, tipo l’enciclica del Giovedì santo, sarebbe interessato, se non conoscesse la reticenza d’ambiente, a sapere se il giornale sia stato strozzato a Rocca o a Frascati. Comunque, una perdita. Considerato che l’iniziativa giornalistica accentrata della Curia, annunciata come alternativa alla produzione locale, s’è presto rilevata inconsistente, per contenuti e vitalità. Non è facile portare avanti un giornale. Se manca ispirazione.
La rassegna della stampa locale di Rocca di Papa non sarebbe completa se non contemplasse anche questo giornale, Notizie in... Controluce, che dal 2000 accoglie mie puntuali corrispondenze. Che verranno pure scolorite, ma si staccano da conoscenza e attaccamento. Riguardo agli spicchi in dialetto, non ho difficoltà a ribadire che li confeziono con il solo scopo di costituire una documentazione di un valore - il dialetto, appunto - che va inesorabilmente esaurendosi. Ma il dialetto va tutelato. È un distillato di secoli, collega alle radici, racconta le vicissitudini, soprattutto le tribolazioni dei nostri antenati.
Allora, ogni sforzo di fissarlo e lasciarne traccia è positivo, specie se, nel farlo, non traspare supponenza alcuna. Riguardo alla comprensibilità del dialetto, sulla quale ogni tanto qualcuno perplesso mi interpella, si abbia presente che tre sono le difficoltà che esso presenta: scriverlo (non c’è grammatica), stamparlo (non sono previste correzioni), leggerlo (non tutti sono pratici, anche in lingua). Controluce lo sa, e sta pensando, per il dialetto, ad audiocassette allegate.

 I NOSTRI PAESI - pag. 7

Sommario anno XII numero 6 - giugno 2003